Life is Strange Before the Storm ha un costume come bonus pre-order e non ce la posso fare

Sin dalle prime informazioni trapelate su “Life is Strange: Before the Storm” non ho nascosto i miei dubbi sul fatto che questa stagione prequel di “Life is Strange” sia sviluppata non da Dontnod Entertainment (che lavora però a una vera seconda stagione del gioco) ma da Deck Nine Games. Non credo che a “Life is Strange”, anche considerandolo un mero marchio commerciale e non un’opera artistica, convenga essere sfruttato in questo modo, sottraendolo agli autori originali e mettendolo al pari di una qualsiasi serie impersonale guidata da esperti di marketing. Ma questo articolo non è sui miei dubbi sulla perdita dell’elemento autoriale in “Life is Strange: Before the Storm” (vedremo il risultato finale e vedremo la reazione degli acquirenti), o almeno affronta la questione da un altro punto di vista. Questo articolo parla dei ridicoli bonus dell’edizione Deluxe Digitale del gioco e del suo pre-order.

Volendo, il problema è sempre lo stesso: trattando “Life is Strange” come una serie qualsiasi Square Enix le ha messo bonus degni di un qualsiasi giochino con le ragazzine liceali che lanciano magie. Nell’edizione Deluxe Digitale di “Life is Strange: Before the Storm” c’è la stagione completa (3 episodi), un episodio bonus ed esclusivo dell’edizione Deluxe Digitale in cui interpreto Max Caulfield nel momento dell’addio con Chloe, una modalità compilation (o mixtape) che mi consente di ascoltare le musiche del gioco (la pagina Steam promette che la colonna sonora è composta da “musica indie”) e un pacchetto esclusivo di abiti per Chloe. Sì, ci sono i costumi. Grazie all’edizione Deluxe Digitale potrò vestirmi da “Cerva Punk” (don’t ask, don’t tell), Omino hot dog e… Illuminati? Forse questo costume sarà più chiaro giocando a “Life is Strange: Before the Storm”. A questo punto potevano andare ancora oltre e metterci il tipico costume da bagno da liceo giapponese.

Pre-ordinando il gioco, invece, avrò accesso al completo di Chloe nella stagione originale di “Life is Strange”. La pagina Steam di “Life is Strange: Before the Storm” inserisce però i costumi tra le caratteristiche del gioco, suggerendo che avranno scopi all’interno delle sue meccaniche: “Scegli gli abiti di Chloe e osserva le reazioni della gente”. Dovrei sentirmi tranquillizzato, dovrei pensare che se sono parte di una meccanica del gioco (ma vedremo come) i costumi non sono indicativi di una deriva della serie, del suo essere passata da un’idea creata da autori a un progetto commerciale in mano a un CDA. Ma non mi sento tranquillizzato per niente. È come per le micro-transazioni nei giochi già a pagamento: posso trovare mille giustificazioni per la loro presenza, posso dire che è necessario continuare a generare profitti nel tempo in opere che hanno un lungo supporto, ma poi guardo le compagnie che hanno questi comportamenti e vedo solo avidità senza freni. Avete letto la dichiarazione di Take-Two, che nonostante abbia tirato fuori da GTA 5 più di 600 milioni di dollari nel 2016 (e parlo di profitti) ha avuto il coraggio di dire che sta guadagnando troppo poco, che sta monetizzando troppo poco i suoi utenti? Ecco, intendo questo quando parlo di avidità senza freni.

Square Enix è una corporazione multi-nazionale che è arrivata a registrare ogni mio movimento e comportamento in un videogioco, “Deus Ex: Mankind Divided”, che in teoria critica proprio il controllo delle informazioni personali da parte di corporazioni multi-nazionali. Ogni mio salto, ogni oggetto messo nell’inventario, ogni mio movimento in “Deus Ex: Mankind Divided” viene registrato, se sono connesso online, e archiviato da Square Enix. È una situazione così meta-narrativa e perfetta che non riesco neanche ad arrabbiarmi quanto dovrei. E lasciamo perdere il modo in cui ha cercato di normalizzare le micro-transazioni in un gioco single-player (con risultati ancora più inquietanti di quelli raggiunti da Electronic Arts con “Dead Space 3”), sempre in “Deus Ex: Mankind Divided”. Square Enix deve ancora dimostrare di sapere come bilanciare la sua avidità con il rispetto delle opere e dei loro autori, e “Life is Strange: Before the Storm” è una prova importante in questo senso.

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