Twitch, Facebook, Mixer, YouTube: la guerra delle piattaforme streaming

Twitch, Facebook, Mixer e YouTube stanno concorrendo per prendersi la loro fetta del mercato dello streaming, soprattutto ora che l’eSport, e gli incassi e le visualizzazioni da esso provenienti, cominciano a diventare importanti.

Per questo motivo Mixer di Microsoft ha deciso di implementare alcune funzionalità aggiuntive rispetto allo streaming: la possibilità di fare donazione agli streamer e di comprare giochi e contenuti dalla piattaforma, direttamente dagli stream. E gli streamer guadagneranno una percentuale di questi incassi. È una caratteristica già annunciata da Twitch in passato.

È difficile per una piattaforma di streaming affermarsi contro lo strapotere di Twitch, che è più che altro minacciato in questo momento da Facebook, che vorrebbe portare in un unico luogo tutta la nostra vita digitale, dalla socialità alle dirette di videogiochi. Il punto di forza di Mixer è l’implementazione su Xbox One, ma non credo che questo basterà mai per far emergere la piattaforma.

Intanto Facebook sta, appunto, lavorando per espandere il suo controllo. Twitch e Facebook stanno in qualche modo diventando sempre più simili, pur essendo partite da due direzioni opposte: la piattaforma di streaming Twitch sta aggiungendo funzionalità social (ma anche la possibilità di acquistare contenuti in-game, come accennato prima, e Twitch Prime come parte di Amazon Prime) mentre la piattaforma social Facebook sta aggiungendo funzionalità di streaming.

Facebook Gaming Creator Program

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Pubblicato da Facebook Games su Giovedì 25 gennaio 2018

Con successo altalenante. L’anno scorso è arrivata un’app apposita per chi crea contenuti video su Facebook, ora ha permesso finalmente lo streaming a 1080p e 60 fotogrammi al secondo, necessario per affermarsi nel panorama dello streaming dei videogiochi, e progetta di aggiungere sistemi di monetizzazione per gli streamer.

Facebook ha anche stretto un contratto esclusivo per trasmettere le dirette di ESL, una delle più grandi organizzazioni nel mondo degli eSport. Con pessimi risultati: Genting di ESL, il primo torneo di Dota 2 a essere trasmesso su Facebook come parte dell’accordo, è stato un disastro a causa dei suoi molti problemi tecnici, e Brian “BananaSlamJamma” Canavan è stato espulso da Twitch per aver trasmesso il torneo sul suo canale usando DotaTV (cioè il client stesso di Dota 2, da cui è possibile vedere le partite e gestire la regia dello streaming).

L’espulsione sembrerebbe una punizione sensata perché BananaSlamJamma ha cercato di trasmettere un evento di cui altri avavano l’esclusiva, ma Valve aveva pubblicamente autorizzato chiunque a trasmettere qualsiasi match usando DotaTV, facendolo però in modo non commerciale, senza competere insomma con la diretta ufficiale. ESL, come poi specificato da Valve, non aveva il diritto di chiedere a Twitch di fermare la diretta, ma il modo in cui Valve ha espresso le sue linee guida sullo streaming è troppo vago e nebuloso, e nessuno ha ancora capito quali siano i limiti reali imposti dalla compagnia.

I diritti televisivi, o comunque i diritti per trasmettere in diretta le competizioni, sono un’importante parte del mondo dello sport. Magari è strano che l’eSport si sia occupato prima di questo che di avere una vera regolamentazione contro il doping o contro gli accordi tra squadre o giocatori per falsificare i risultati delle partite.

fonte su Mixer: Gamasutra su Facebook: Engadget su ESL: Kotaku
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