Il Museum of Art and Digital Entertainment ha chiesto una modifica al DMCA, il Digital Millennium Copyright Act che regola il diritto d’autore per le opere digitali, per poter preservare i videogiochi online che, privati del loro supporto, andrebbero sennò perduti per sempre. L’ESA, la Entertainment Software Association che riunisce i produttori di videogiochi degli Stati Uniti d’America (grandi publisher come Electronic Arts, Nintendo, Ubisoft…), si è opposta temendo che un tale cambiamento porti danni all’industria. Cioè a loro.
Nel 2015 una modifica del DMCA permise finalmente di modificare i giochi per rendere possibile la loro conservazione nel tempo. In pratica archivi, biblioteche o musei hanno il permesso di emulare, crackare e sfruttare altri mezzi poco convenzionali pur di mantenere funzionante un gioco che sennò non sarebbe più possibile giocare, per sempre.
Questa modifica lasciava però fuori i videogiochi online, o meglio non permetteva di sfruttare questi sistemi per continuare a mantenere funzionante la componente online dei videogiochi. Il MADE ha ora chiesto al Copyright Office, che si occupa periodicamente di modificare il DMCA e le regole sul diritto d’autore, di estendere questo diritto anche alle funzionalità online.
L’ESA, per niente interessata a preservare i vecchi videogiochi (almeno che non possa ricommercializzarli nella nuova forma), considera questa proposta un danno all’industria e immagina un futuro in cui le biblioteche costruiranno loro server per i videogiochi online preservati facendo pagare le persone per usarli. Questo, secondo l’ESA, renderebbe un’organizzazione senza fini di lucro come il MADE un potenziale concorrente dal punto di vista commerciale e inoltre potrebbe agevolare la diffusione del software dei server, codice che non è mai stato ufficialmente distribuito in precedenza, alimentando la creazione di server illegali e privati.