Square Enix spiega il suo approccio al giocoservizio (game-as-a-service)

Square Enix sta di recente lavorando per tranquillizzare la sua comunità di videogiocatori: la compagnia si sta decisamente spostando verso il giocoservizio, il game-as-a-service, e già in passato ha introdotto micro-transazioni e loot box in videogiochi poco adatti a questi sistemi di monetizzazione. Secondo il suo presidente Yosuke Matsuda, però, in futuro la compagnia continuerà a dedicarsi al single-player e non insisterà sulle loot box nei suoi giocoservizi.

Eidos Montréal di Square Enix, al lavoro sul prossimo Tomb Raider, ha già dichiarato che nei suoi prossimi videogiochi ci saranno più elementi online (e l’online è spesso legato all’essere giocoservizio) e Crystal Dynamics ha dichiarato che il suo videogioco su The Avengers della Marvel sarà giocato “per anni e anni” (cioè che sarà un giocoservizio).

Matsuda ha detto, parlando a Metro, che per Square Enix concentrarsi su giocoservizi vuol dire costruire giochi a cui continuare ad aggiungere contenuti nel tempo, come è accaduto con [easyazon_link identifier=”B0791XV7P9″ locale=”IT” tag=”web051-21″]Final Fantasy 15[/easyazon_link] per intenderci, e come proprio nel caso di Final Fantasy 15 questi giochi potranno anche essere single-player e privi di loot box.

Perché Il passaggio al giocoservizio può accadere in molti modi, e Matsuda spiega che le loot box saranno parte dei giochi di Square Enix solo quando saranno funzionali al design del gioco. Per quanto riguarda il single-player, invece, Square Enix è convinta che esistano piattaforme, come il Nintendo Switch, molto adatte per questo genere di esperienze e intende sfruttarle, e anche i dispositivi mobili possono ospitare giochi premium (a pagamento) diversi rispetto al solito giocoservizio freemium e multiplayer.

L’inclusione più aggressiva di micro-transazioni in un gioco single-player di Square Enix è avvenuta con [easyazon_link identifier=”B00W7EQ7AY” locale=”IT” tag=”web051-21″]Deus Ex Mankind Divided[/easyazon_link], in cui il produttore infilò (in base a quanto sappiamo contro il parere dello studio e all’ultimo minuto) micro-transazioni per acquistare oggetti in-game come punti abilità per il protagonista.

Ma Square Enix ha anche inserito loot box legate a micro-transazioni in un gioco incentrato sul single player come [easyazon_link identifier=”B01IQZ8A20″ locale=”IT” tag=”web051-21″]Rise of the Tomb Raider[/easyazon_link] del 2015. La modalità multiplayer del gioco, Spedizioni, permette di creare varianti personalizzate di missioni aggiungendo modificatori trovati in pacchetti casuali (in sostanza, in loot box) acquistabili anche con denaro reale.

È possibile che dopo le polemiche su micro-transazioni e loot box avvenute per Star Wars Battlefront 2 Square Enix abbia effettivamente deciso di mantenere una maggiore differenziazione tra monetizzazione e design dei suoi videogiochi console e monetizzazione e design dei suoi videogiochi freemium per dispositivi mobili, pur continuando a spostarsi verso il giocoservizio, ma le recenti dichiarazioni di Eidos e Crystal Dynamics e gli eventi passati invitano a un po’ di cautela.

fonte Metro
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