Benchmark truccati, Honor 10 e Huawei P20 Pro di nuovo nell’occhio del ciclone

Dopo le prime polemiche risalenti a un mesetto fa, scoppia fragorosamente il “benchmark-gate” che mette sotto accusa soprattutto Huawei (col suo sotto-brand Honor) e Oppo. In molti ricorderete che si era parlato di test “truccati”, volti a impressionare gli utenti sulle prestazioni di alcuni top di gamma.

In particolare ci riferiamo a Huawei P20 Pro e Honor 10. Il produttore cinese si era subito difeso parlando di “SoC ottimizzati per trarre il massimo delle loro prestazioni”, cercando anche un minimo d trasparenza annunciando la possibilità per gli utenti, in futuro, di effettuare tali test.

In realtà, grazie ad un’inchiesta di alcuni ricercatori di TECH2, si è scoperto che tali “potenziamenti” sono stati così estremi da far addirittura raddoppiare i risultati che arriverebbero tramite benchmark in situazioni normali. Utilizzando il software 3D Mark e il test SlingShot Extreme ES 3.1, si è riusciti ad “ingannare” il software dei device analizzati grazie ad un’app “gemella”, anonima, non riconoscibile come benchmark. Insomma, la stessa app (ma con nome diverso) ha fatto scaturire risultati incredibilmente diversi.

Oltre a Honor 10 e Huawei P20 Pro, anche Oppo Find X, Oppo Realme 1 e Realme 2 sono gli smartphone che evidenziano più differenze. Risultati che, peraltro, sono ottenuti raggiungendo temperature decisamente alte che potrebbero danneggiare gravemente il resto dell’hardware. Meglio, quindi, che Huawei ci pensi due volte prima di rendere disponibile la possibilità di “truccare” i propri SoC, togliendo ad esempio i limiti proprio alla temperatura….

Alfonso Alfano: Copywriter da oltre un decennio, appassionato di sport, storia, tech e new media. Ama viaggiare, da anni ha scelto di vivere in Spagna, pur non rinnegando le sue origini campane. Affascinato da Apple e da come la "mela" abbia cambiato il nostro modo di vivere la tecnologia, riesce comunque ad apprezzare in pieno Android e le sue mille sfaccettature.