Le App registrano davvero le nostre attività?

L’allarme è partito qualche mese fa, durante l’inizio dell’anno. L’Apple ha cominciato a bloccare alcune Apps famose, fra i quali Facebook e Google, proprio perché stavano violando alcuni utilizzi specifici di iOS – il sistema operativo installato sull’iPhone.

Si da il caso che avevano iniziato a registrare alcune attività che non erano permesse dalla casa, risultando così nel panico degli utenti: è vero che le Apps possono registrare ciò che stiamo facendo sul nostro cellulare? Possono questi dati essere utilizzati da malintenzionati?

Ecco tutte le verità che riguardano l’uso delle nostre Apps su iOS e cosa registrano davvero e che se ne fanno le aziende di questi dati!

 

E’ vero. Le Apps possono registrare quel che stiamo facendo sul nostro cellulare.

Il punto è questo però: quel che non avviene è invece un controllo globale sul cellulare, cosa che l’Apple chiaramente non vuole. Per globale intendiamo tutta la nostra attività d’ogni giorno, quanto tempo navighiamo, cosa scriviamo nei messaggi.

Quel che fanno le Apps è attuare sì un controllo, ma solamente all’interno del programma stesso. Ergo, se stiamo in un App che parla di prenotare hotel, quel che si limita a fare è controllare quali hotel prenotiamo con maggior frequenza e che servizio di carte di credito usiamo di più.

Quest’ultimo è anche un problema che l’Apple ha riscontrato di recente, con servizi che registravano i dati delle carte di credito e poi non ne tenevano tutta la cura necessaria.

Ci sono perciò anche programmi che tendono a registrare dati molto importanti, ma solo all’interno dell’App stessa, mai uscendo fuori da questi confini.

 

Ma cosa se ne fanno di questi dati? Ci sono sempre dei soldi in mezzo?

Con calma, vediamo di spiegare anche perché queste Apps controllano continuamente i nostri dati e preferenze. Per prima cosa, cominciamo col dire che la registrazione che è in alcune apps è veramente totale: possono registrare i nostri movimenti con precisione, capendo le pagine dove siamo stati e quanto tempo siamo rimasti fermi a leggere qualcosa.

Questi dati sono vitali per due precisi motivi: capire cosa ci piace di più (marketing) e dove abbiamo riscontrato un problema (tecnico o di navigazione). Il primo motivo è chiaro: serve all’azienda per capire come vendere meglio il proprio prodotto.

Il secondo motivo è invece qualcosa che riguarda la segnalazione di eventuali bug (per capire dove viene riscontrato con esattezza) o nel caso non riusciamo a capire dove si trova un particolare pulsante o funzione, perdendoci effettivamente nel programma.

Perciò, sì, è un mix di entrambi i motivi – sia monetari che di analisi tecnica – per permettere al servizio di rimanere a galla ed offrire allo stesso tempo un App funzionale.

Ciò che stanno osservando le App non fa alcuna differenza. Succede sui cellulari così come nei siti.

Ecco perciò ciò che, alla fin fine, va a chiudere il nostro discorso. Ciò che fanno queste App non ha alcuna differenza rispetto al controllo che hanno su di noi siti web ed altri programmi per cellulare, sia su iOS sia su Android.

Google, Amazon e Apple hanno già dimostrato di star prendendo alcuni importanti passi fornendoci la scelta di quali dati cancellare e punendo le aziende che approfittano troppo della loro posizione.

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