eSport e sport virtuali: fenomeni in crescita e sempre più riconosciuti

Fra le tante possibilità offerte, la rivoluzione 4.0 caratterizzata dalla digitalizzazione che stiamo vivendo ha ampliato sicuramente le opportunità per amanti di videogame e giochi virtuali. In particolare, tutto il settore dei giochi legato allo sport ha subito un cambiamento radicale e la presenza di una rassegna dedicata agli eSport alle prossime olimpiadi francesi è la punta dell’iceberg di un percorso che continuerà, come conferma il presidente del CONI Malagò, che presenta due figure importanti dello sport italiano nel ruolo di promotrici di questo settore.

eSport e sport virtuali non sono la stessa cosa

Tanto per cominciare è utile fare una differenza fra questi due fenomeni che hanno radici profonde e legano sport e tecnologia per intrattenere il pubblico. Lo sport virtuale, prevede che l’esito dell’evento sia deciso virtualmente da un algoritmo, un po’ come accadeva in PC Calcio, ovvero un gioco manageriale di calcio virtuale in cui l’utente ricopriva diversi suoli manageriali di un club calcistico, ma poi in realtà era un algoritmo a scendere in campo.

L’eSport è invece una vera e propria competizione fra persone reali con le rispettive abilità e caratteristiche: la sfida include infatti tutte le tensioni mentali e talvolta fisiche di uno sport. L’unica differenza con una disciplina sportiva come l’abbiamo intesa fino a oggi è il campo da gioco: non una piscina, non un prato, un parquet o una pista sciistica, bensì uno schermo o un visore di realtà virtuale.

Italia di eFoot campione d’Europa 2020: Malagò propone il nome Virtual Sport

Secondo il rapporto di Newzoo, il settore degli eSport ha fatto registrare una crescita dell’oltre 14% rispetto all’anno scorso ed entro il 2024 si prevede addirittura che il valore d’affari di questo business possa arrivare a 1,60 miliardi di dollari. Uno dei meriti di questa crescita è sicuramente la grande digitalizzazione in corso in Italia, ma in generale in tutto il mondo, che ha permesso una diffusione totale di piattaforme, console e dispositivi per poter giocare e appassionarsi.

L’altro motivo è però legato anche al comportamento delle federazioni sportive nazionali, che non si sono mai tirate indietro dal sostenere queste specialità; lo stesso CONI li riconosce come sport, come si evince dalle parole di Malagò, talmente interessato all’argomento dal voler mutare l’attuale denominazione del settore in Virtual Sport, per aprire già palesemente le porte alla realtà virtuale in futuro.

Settore quello degli eSport che rappresenta un business in netta e repentina crescita, tanto che la comunità di appassionati di competizioni virtuali varranno quasi un miliardo di euro entro la fine del 2021. Le federazioni sportive internazionali hanno capito che questa tendenza non si fermerà, anzi, e quindi qualcuno dovrà prenderne la gestione. Il tutto è stato confermato dalla presenza di Di Lorenzo, promotore CONI che ha partecipato agli eSportsMag, e con il coinvolgimento di due figure della storia dello sport italiano come Fiona May e Alessandra Sensini.

 

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