Giochi e social, anche LinkedIn entra nel mondo dei videogame
La notizia ha colto un po’ di sorpresa tutti, ma anche LinkedIn, il social network professionale per eccellenza, ha di recente introdotto un’inattesa novità, ossia la possibilità di utilizzare dei giochi in-app con l’obiettivo di aumentare l’interazione e il tempo trascorso sulla piattaforma. Tre i titoli “orientati al pensiero” al momento disponibili anche in Italia, ma più che il numero degli stessi, significativo è il cambio di strategia della piattaforma, che sulla scia di altri social network mira a mantenere così i suoi utenti più coinvolti e connessi.
Un nuovo modo di connettersi attraverso i giochi
Come detto, tre sono i giochi introdotti da LinkedIn sulla propria piattaforma, ossia Pinpoint, Queens e Crossclimb. Il primo offre elementi di logica ed enigmistica mettendo alla prova gli utenti con la ricerca del tema che lega tra loro un gruppo di parole; Queens si configura invece come un puzzle game che combina elementi di Sudoku e Campo minato, mentre Crossclimb richiede ai giocatori di indovinare delle parole di 4 lettere e riordinarle correttamente.
Si tratta dunque di passatempi progettati per stimolare la mente degli utenti, cercando dunque di mantenere comunque la filosofia di fondo del social network, e favorire una pausa costruttiva durante la giornata lavorativa, C’è però un limite: ogni videogioco può essere infatti lanciato solo una volta al giorno, una scelta che riflette l’intenzione di LinkedIn di promuovere un utilizzo moderato e mirato della piattaforma.
Una strategia oculata per aumentare il tempo speso online
Sebbene possa sembrare una scelta in controtendenza con il target della piattaforma, la scelta di introdurre dei giochi in-app nasce da una strategia ben precisa, che mira ad aumentare il tempo trascorso dagli utenti su LinkedIn. In un mondo digitale sempre più competitivo, le piattaforme sociali devono infatti trovare nuovi modi per mantenere alta l’attenzione del proprio pubblico e aumentare il suo coinvolgimento, e proprio puntare sui videogame sembra essere un’opzione valida in tal senso. Il successo dei giochi online, non ultimo quello del poker praticato su piattaforme specializzate come PokerStars, che vantano ormai un pubblico vastissimo ed eterogeneo, dimostra infatti quanto l’attività ludica possa essere in grado di generare interesse e partecipazione.
Dan Roth, vicepresidente del team prodotto di LinkedIn, ha sottolineato però, a tal proposito, che questi giochi non sono pensati solo per riempire il tempo, ma piuttosto per stimolare l’apertura mentale e rafforzare le connessioni tra i membri della comunità professionale. È un modo, dunque, per promuovere l’interazione in un contesto leggero e meno formale, senza però perdere di vista l’obiettivo principale della piattaforma: la costruzione di relazioni professionali.
La gamification nel contesto professionale
La scelta di LinkedIn di introdurre giochi sulla piattaforma si inserisce in un trend più ampio di gamification, ovvero l’uso di elementi tipici del gioco in contesti non ludici per aumentare l’engagement. In questo caso, i giochi di LinkedIn rappresentano una forma di gamification mirata a favorire la riflessione, l’apprendimento e la connessione tra professionisti, in un contesto virtuale basato su una rete di relazioni.
Questa mossa ricorda l’acquisizione di Wordle da parte del New York Times nel 2022, un gioco che ha ottenuto un successo globale grazie alla sua semplicità e al suo appeal quotidiano. Come Wordle, anche i giochi di LinkedIn permettono infatti di condividere i propri punteggi con amici e colleghi, incentivando una competizione sana e un senso di comunità tra i membri della piattaforma.
L’introduzione di giochi su LinkedIn rappresenta un’interessante evoluzione della piattaforma, che cerca di bilanciare l’esigenza di mantenere un ambiente professionale con la necessità di innovare e offrire nuove forme di interazione, un’iniziativa a tratti curiosa ma che sembra essere ben contestualizzata e potenzialmente in grado di portare a risultati interessanti, sia per il brand che per i suoi utilizzatori.
Sarà interessante vedere, a questo punto, come questa novità verrà accolta nel lungo periodo dalla comunità di LinkedIn e se porterà effettivamente a un aumento del coinvolgimento e delle connessioni sulla piattaforma o si rivelerà solo una bolla di sapone pronta a scoppiare dopo la sbornia iniziale.