
Come vanno gli sport elettronici in Italia?
Negli ultimi anni il settore degli eSport in Italia ha registrato una crescita significativa, seguendo il trend globale che vede i videogiochi competitivi affermarsi come un’industria sempre più strutturata e redditizia. Secondo il report di Deloitte, il mercato italiano degli eSport ha mostrato segnali di maturazione, con un aumento degli investimenti, una crescita del pubblico e il consolidamento di team e organizzazioni professionistiche. Ovviamente il rapporto si riferisce solo ai giochi specifici del campo degli e-sports e non rientrano in esso numerose categorie del gaming, che è un universo molto ampio. Si pensi ad esempio a tutta la categoria relativa ai giochi da tavolo, con titoli noti a livello globale come Risiko, ma anche ai quiz game come Trivial. Sotto la denominazione del gaming si ritrovano anche i rompicapo o la miriade di app per il gioco che quotidianamente vengono immessi negli store digitali. L’elenco però è ancora piuttosto lungo: nel rapporto di Deloitte, infatti, è escluso anche tutto il settore dedicato ai giochi da casinò digitale, come giochi di carte, roulette, baccarat e via dicendo, che pur facendo parte del mondo dei gaming in senso ampio rientrano in analisi di altro tipo e con un target di riferimento necessariamente diversificato.
Secondo il report annuale sugli eSport in Italia realizzato da AESVI (oggi IIDEA) in collaborazione con Deloitte, nel 2024 il pubblico italiano di appassionati di eSport ha superato cifre importanti, fino a toccare i 7,3 milioni se si considerano gli ultimi sei mesi dell’anno appena concluso. Questo dato evidenzia un interesse crescente da parte del pubblico, soprattutto nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni, ma in generale può essere estesa fino ad una generica Under 45. Guardando invece nello specifico le fasce di interesse, lo zoccolo duro degli appassionati rientra nei Millennials (tra i 25 e i 44 anni, con il 47%) mentre minoritaria appare la Gen Z (che sfiora il 20%, fermandosi per ora al 19). Per quanto riguarda gli strumenti più utilizzati per il consumo di eSports, spiccano senza dubbio YouTube Gaming e Twitch, che sostanzialmente si dividono il mercato, rispettivamente con il 47% e il 43%.
Il mercato degli eSport in Italia è sostenuto principalmente da sponsor e investitori, con aziende del calibro di Red Bull, Adidas e Vodafone che hanno siglato partnership con team e organizzazioni nazionali. Inoltre, sempre più club di calcio di Serie A, come Juventus, Roma e Inter, hanno investito in squadre di eFootball per espandere la propria presenza nel settore. Uno dei fattori chiave per lo sviluppo degli eSport in Italia è l’organizzazione di eventi e competizioni nazionali e internazionali. Inoltre, fiere del settore come il Lucca Comics & Games e la Milan Games Week rappresentano occasioni fondamentali per la crescita del settore, ospitando competizioni di eSport seguite da migliaia di spettatori in presenza e online.
Nonostante la crescita costante, il settore degli eSport in Italia deve affrontare alcune criticità e nel complesso fatica a decollare. In primo luogo pesa la mancanza di un riconoscimento ufficiale: a differenza di altri paesi europei, nella penisola gli eSport non sono ancora riconosciuti ufficialmente come disciplina sportiva, il che comporta problemi burocratici e fiscali per giocatori e organizzazioni. A questo si connette senza dubbio il problema legato alle infrastrutture e agli investimenti i quali, seppur in crescita, restano appannaggio del settore privato e restano di gran lunga inferiori a paesi vicini come Francia e Germania. Infine, manca del tutto la formazione e professionismo organizzato. Mentre in paesi come la Corea del Sud esistono programmi di formazione per giocatori e coach, in Italia il settore manca ancora di strutture educative e percorsi dedicati a livello professionale.
In generale il futuro degli eSport in Italia appare promettente perché i margini di crescita sono evidenti, tuttavia necessita di un consolidamento a partire dalle basi per raggiungere i livelli di competitività delle altre nazioni europee. La creazione di infrastrutture dedicate, il riconoscimento istituzionale e l’aumento degli investimenti privati saranno fattori determinanti per il definitivo decollo del settore.