Wolfenstein: The Old Blood – Recensione

Gli sparatutto in prima persona stanno prendendo sempre più piede all’interno dell’industria videoludica e dell’interesse da parte dei consumatori: la richiesta è infatti sempre altissima, e ciò invoglia senz’altro le software house a sviluppare titoli del genere, senza il rischio di incorrere in veri e propri flop commerciali. E’ per questo motivo che, da un bel po’ di anni ormai, la serie di Call of Duty sta registrando un’uscita a cadenza annuale, fissata solitamente nel mese di Novembre, affiancato a sua volta dal suo diretto concorrente, Battlefield, pubblicato da Electronic Arts. Con il proseguire degli anni, però, stiamo assistendo a una lenta ma graduale transizione soprattutto verso il comparto multigiocatore di questi titoli, a discapito chiaramente della Modalità Storia, sempre più bistrattata. Fortunatamente però rimangono alcuni titoli che fanno proprio della storia il loro fulcro, e uno di questi è stato sicuramente Wolfenstein: The New Order, sparatutto in prima persona realizzato dai ragazzi di MachineGames e pubblicato per conto di Bethesda.

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Chiaramente Wolfenstein: The New Order ha lasciato spazio a parecchi interrogativi per quanto riguarda la storia, così MachineGames ha deciso di realizzare una espansione, chiamata Wolfenstein: The Old Blood, prequel del precedente titolo, disponibile a partire dallo scorso 15 Maggio sia in edizione fisica che in digital delivery su Playstation Store e Xbox Marketplace, in esclusiva per le console di nuova generazione, Playstation 4 e Xbox One, oltre che ovviamente PC. La particolarità di questa espansione consiste soprattutto nella sua natura “stand-alone”: similmente infatti a titoli come Infamous First Light (espansione di Infamous Second Son visto l’anno scorso su Playstation 4), Wolfenstein: The Old Blood può essere giocato tranquillamente anche senza necessariamente possedere Wolfenstein: The New Order. Noi l’abbiamo provato per voi: varrà effettivamente i suoi 19.90 Euro? Scopritelo proseguendo la nostra recensione.

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Giocando a Wolfenstein: The Old Blood ci ritroveremo ancora per una volta a fronteggiare le truppe naziste, impersonando B.J. Blazkowicz, l’ormai storico protagonista della serie a partire da Wolfenstein 3D. Siamo nella seconda metà degli anni ’40, e i nazisti stanno avendo la meglio sulle altre nazioni, grazie soprattutto alle loro capacità strategiche e all’utilizzo di tecnologie sofisticate e assolutamente all’avanguardia. Obiettivo di B.J. sarà quello di addentrarsi all’interno del celebre Castello Wolfenstein. Proprio a proposito di quest’ultimo Wolfenstein: The Old Blood si ispira in particolar modo: non solo da un punto di vista delle ambientazioni, ma anche per quanto riguarda le armi che possono essere utilizzate e gli oggetti collezionabili (utili per approfondire i retroscena dietro le vicende del gioco), che pur essendo per la maggior parte inediti fanno di certo l’occhiolino al classico del 2001.

Va precisato che la campagna di Wolfenstein: The Old Blood si divide in due scaglioni principali, il cui primo, intitolato “Rudi Jager e la Tana dei Lupi” è rappresentato appunto dalla sezione del Castello Wolfenstein, mentre il secondo, “Gli oscuri segreti di Helga Von Schabbs”, ci farà conoscere Helga, un’esploratrice facente parte dei nazisti. La longevità di questo titolo si è rivelata piuttosto buona, soprattutto considerando l’esiguo prezzo di 19.90 Euro a cui il pacchetto viene venduto, dal momento che saranno richieste almeno 7 ore per portare a termine le otto missioni della Storia.

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Come dicevamo prima, una delle innovazioni principali di Wolfenstein: The Old Blood rispetto al suo predecessore consiste soprattutto nelle nuove armi introdotte, prima tra tutte un classico e semplice tubo, che potrà essere usato a vantaggio del giocatore nei più disparati modi, riuscendo anche a sorprendere il nemico alle spalle (oltre ad aprire a delle vere e proprie sequenze in stile “pulp”, con fiumi di sangue che sgorgheranno dall’altra estremità del tubo), oltre a vari fucili già visti in The New Order, che ora presenteranno alcune lievi modifiche al loro campo d’azione.

Tecnicamente, Wolfenstein: The Old Blood è sicuramente piacevole da vedere, con delle ambientazioni piuttosto evocative e dei personaggi ben ricreati, nonostante chiaramente non ci sia da aspettarsi un miracolo a livello grafico, dal momento che si tratta pur sempre di un’espansione di un titolo uscito nel corso del 2014, in cross-platform con le console di scorsa generazione. Per quanto riguarda la fluidità nulla da dire per le versioni console (da noi testata), il frame-rate si è rivelato assolutamente costante e stabilizzato sui 60 frame al secondo, senza nessuna sbavatura anche nelle situazioni più concitate e potenzialmente più “a rischio”. Apprezzabile, infine, il doppiaggio completamente in italiano del titolo, a differenza di altre produzioni (anche maggiori in termini di risorse) che spesso non lo contemplano.

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Commento finale

Wolfenstein: The Old Blood è un’espansione stand-alone che vi consigliamo di giocare, specialmente se siete fan del genere degli sparatutto in prima persona e non vi accontentate di un comparto multiplayer ben fatto come la maggior parte dei titoli odierni. A un prezzo davvero esiguo, il titolo sarà in grado di offrirvi diverse ore di gioco, presentando non poche novità a livello di gameplay in confronto al suo predecessore.

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