La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor – Recensione

LEGO a parte, si contano veramente sulle dita di una mano le produzioni videoludiche ispirate all’universo creato da J.R.R. Tolkien in grado di sollevarsi dalla mediocrità. Pensiamo a Il Signore degli Anelli: La Guerra del Nord e anche al tie-in della trasposizione cinematografica de Il Ritorno del Re, oltre agli strategici della serie Battaglia per la Terra di Mezzo. Per il resto, un mare di titoli francamente dimenticabili, incapaci di restituire la magia e l’epicità che contraddistinguono film e in particolar modo i libri. La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor, firmato da un team capace come Monolith Productions, si è presentato un po’ in sordina: da un banale “clone” di Assassin’s Creed, il progetto si è evoluto con il passare del tempo, fino ad ottenere una forte identità propria, tale che potremmo addirittura vedere riapplicate alcune idee in titoli futuri.

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L’Ombra di Mordor

Il gioco è ambientato tra la fine de “Lo Hobbit” e l’inizio de “Il Signore degli Anelli“. Protagonista è Talion, un ranger di Gondor messo a guardia del Cancello Nero prima del ritorno di Sauron a Mordor dopo la sconfitta di Dol Guldur, che viene ucciso insieme alla sua famiglia dalle armate dell’Oscuro Signore. Il destino del Ramingo prende una piega inaspettata quando scopre di essere tornato in vita con alcune abilità sovrannaturali donatogli da un misterioso spirito. Quest’ultimo si scoprirà presto essere Celembribor, il più grande fabbro della Seconda Era, anch’egli assassinato da Sauron: la sua storia viene narrata da Tolkien ne “Il Silmarillion“. Talion e Celembrimbor sono uniti dunque dallo stesso spirito di vendetta: non era facile per gli sviluppatori dare vita a una storia in grado di inserirsi perfettamente nell’universo tolkieniano rispettandone tutti gli aspetti, ma per fortuna il compito è riuscito alla perfezione. Seppur non particolarmente entusiasmante e con un finale fin troppo frettoloso, la trama è ben narrata e non si prende eccessive libertà che potrebbero far storcere il naso ai fan di Tolkien. Accompagna bene le sessioni di gioco e restituisce quell’atmosfera degna dell’epica tolkieniana che era invece mancata ad altri titoli del genere.

La Terra di Mezzo L'Ombra di Mordor Recensione 04

Tra Assassin’s Creed e Batman Arkham: il Nemesis System

La campagna, di per sé non molto lunga, funziona praticamente come un lungo tutorial per svelare il complesso Nemesis System attorno al quale ruota tutto il sistema di gioco de La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor. Se da una parte eredita lo stile di Assassin’s Creed per le fasi di esplorazione open world e il sistema di combattimento di Batman Arkham, il tutto cambia non appena si prende lentamente confidenza con il Nemesis, che di fatto rappresenta vero tratto distintivo di questa produzione. Questo sistema fa sì che il mondo di gioco sia letteralmente vivo anche senza l’influenza del giocatore: ogni capitano o comandante nemico è dotato della sua personalità, con debolezze e punti di forza, costringendo quindi l’utente a studiarne le caratteristiche prima di organizzare l’attacco. L’obiettivo è quello di infiltrarsi tra i ranghi, interrogare gli orchi più deboli per capire, ad esempio, chi siano le guardie del corpo del comandante di turno per scoprire come eliminarlo. Con il passare delle ore si acquisiranno abilità sempre più potenti che daranno modo anche di controllare i soldati nemici: quest’ultima caratteristica svela infine tutto ciò che ha di buono da offrire il Nemesis System, perché a quel punto sarà possibile organizzare piccoli gruppi di orchi sotto il proprio controllo per arrivare fino ai ranghi più alti dell’esercito di Sauron. Bisogna però fare attenzione: in caso non si riuscisse a sconfiggere un nemico designato dopo uno scontro, questi si ricorderà del giocatore, mutando le proprie tattiche di combattimento e di conseguenza imparando dai propri errori, rivelandosi un avversario ancora più duro al prossimo incontro. Questo perché, come si diceva prima, il mondo va avanti a prescindere da Talion e, nel caso quest’ultimo venisse sconfitto, il passare delle ore necessarie per tornare in vita cambierà nuovamente gli equilibri all’interno delle forze oscure, con comandanti e capitani ancora più potenti e nuove leve inserite nei ranghi di comando. Può persino capitare che uno dei propri sottoposti rimanga ucciso durante una rivolta, costringendo a rivedere le proprie strategie in tal senso. Il tasso di variabilità è altissimo e nessuna partita risulta uguale all’altra.
Si capisce insomma che mai come in questo caso il vero gioco inizia…alla fine. Durante la nostra prova, abbiamo terminato la campagna e qualche attività secondaria dopo una ventina di ore, ritrovandoci però estasiati dall’idea che la “vera” avventura stesse iniziando in quel momento perché non avevamo raccolto tutti i collezionabili (che svelano ulteriori retroscena sulla storia con una cura che renderebbe orgoglioso persino Tolkien), perché non avevamo completato le missioni speciali legate alle armi in nostro possesso e perché, soprattutto, volevamo infiltrarci ancora di più tra i ranghi dell’esercito di Sauron e dare vita a nuovi intrighi di potere. Il Nemesis System è un’innovazione straordinaria che siamo proprio curiosi di vedere approfondita in un eventuale sequel o, in ogni caso, in altri progetti.

La Terra di Mezzo L'Ombra di Mordor Recensione 01

Luci a Mordor

Il comparto tecnico de La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor non è da meno. La versione da noi testata (PlayStation 4) garantiva una risoluzione nativa a 1080p e un frame rate ancorato a 30 fps. Le prestazioni sono apparse solide in praticamente tutte le circostanze e l’impatto visivo, tra un buon impianto di illuminazione e texture di alta qualità, regala scorci niente male. Qualche ambientazione un po’ spartana rovina il risultato complessivo, ma complessivamente parliamo di una produzione solida e ben fatta anche sotto questo punto di vista. Il sonoro, infine, è composto da una colonna sonora originale di buon livello e un doppiaggio in italiano veramente ottimo. Encomiabile in questo caso la scelta di utilizzare la stessa voce di Gollum ascoltata nella saga cinematografica, peraltro con medesimo livello di recitazione. Si poteva fare qualcosa di più per gli orchi, le cui voci risultano spesso poco azzeccate.

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