Foxconn, 60 mila posti di lavoro in meno: arrivano i robot

Foxconn Technology Group ha dichiarato senza tanti giri di parole di aver ridotto la forza lavoro attualmente impegnata nei centri di assemblaggio per smartphone e dispositivi mobili, e di averli voluti sostituire con dei robot molto avanzati.

Il colosso taiwanese non ha voluto fornire alcun dato preciso in merito all’entità di questi tagli, limitandosi a dichiarare che “molte delle mansioni di produzione sono state automatizzate”. Ma sembra proprio che il taglio di cui si parla sia di enorme entità: dai 110 mila dipendenti che venivano impegnati nella catena di assemblaggio coinvolta, ora i lavoratori “umani” sono scesi a quota 50 mila. Ciò vuol dire che Foxconn avrebbe licenziato ben 60 mila lavoratori sostituendoli con dei robot dotati di intelligenza artificiale.

Ma questa non è certo l’unica realtà che ha voluto abbracciare una politica tanto discutibile: anche altre 34 aziende taiwanesi hanno investito nel complesso 610 milioni di dollari per dotarsi di una forza lavoro robotica, e a quanto sembra altre 600 aziende sarebbero in procinto di muoversi in tal senso.

Tutto ciò conferma quanto dichiarato da autorevoli ricerche secondo cui nel prossimo ventennio il 35% dei lavori attuali sarà a rischio. Il motivo? Un sempre maggior impiego dei robot. Anche il CEO di McDonald’s Ed Rensi, ha recentemente ammesso come sia “più economico comperare un braccio robotico da 35mila dollari piuttosto che assumere un lavoratore inefficiente che si prende 15 dollari l’ora per impacchettare patatine fritte”.

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