PewDiePie: i media hanno paura di me, per questo mi attaccano

Qualche giorno fa YouTube e Disney avevano preso le distanze da Felix “PewDiePie” Kjellberg, il più importante e seguito YouTuber al mondo (con 53 milioni di abbonati al suo canale). YouTube ha eliminato PewDiePie dal suo servizio di promozione premium e ha cancellato la seconda stagione dello show di PewDiePie sul servizio ad abbonamento YouTube Red, “Scare PewDiePie” (una decisione che potrebbe mettere a rischio l’esistenza stessa di YouTube Red), mentre Disney ha interrotto la collaborazione tra PewDiePie e Maker Studios, l’agenzia con cui lo YouTuber collaborava e che era posseduta appunto da Disney. La causa è stata un articolo di The Wall Street Journal in cui veniva notata l’ossessione delle battute di PewDiePie sugli ebrei e i continui riferimenti al nazismo.

L’ultimo dei video di cui The Wall Steet Journal ha parlato (sono ben nove, a partire da agosto 2016) è di inizio anno: PewDiePie ha pagato due persone, attraverso il servizo Fiverr, per mostrare alla telecamera un cartello con scritto “Death to all Jews” (“Morte a tutti gli ebrei”). L’obiettivo di PewDiePie era quello di dimostrare quanto siano perversi i meccanismi di Fiverr, una piattaforma che permette a qualcuno di far compiere a persone inconsapevoli azioni orribili come mostrare un cartello con scritto “Death to all Jews”, e tutto per soli cinque dollari. Ora PewDiePie ha risposto all’accaduto con un nuovo video, ammettendo di aver superato il segno.

PewDiePie risponde a The Wall Street Journal

“Molte persone hanno amato il video e molte persone non lo hanno amato. È quasi come vedere due generazioni litigare sul fatto che questo vada o no bene. Ma a parte ciò, volevo ripetere che era mia intenzione solo mostrare quanto stupido fosse il sito internet e quanto puoi forzarne i limiti semplicemente pagando cinque dollari. Mi dispiace per le parole che ho usato, e so che ho offeso delle persone. Ammetto che lo scherzo è andato troppo in là. Io credo fortemente al fatto che si possa scherzare su tutto, ma credo anche che ci sia un modo giusto di farlo e un modo che non è il migliore.”

Allo stesso tempo, PewDiePie approfitta dell’occasione per lanciare un duro attacco contro i media che hanno dato la notizia, primo fra tutti The Wall Street Journal. “Come molte personalità di internet possono confermare i media di solito non ci amano molto […] i media della vecchia scuola non amano le personalità di internet perché hanno paura di noi. Abbiamo tanta influenza, abbiamo tanta voce in capitolo e penso che loro non lo capiscano ed è per questo che continuano a trattarci in questo modo. [..] Se c’è qualcosa che ho imparato a proposito dei media per il fatto che sono un personaggio pubblico è come essi rappresentano in modo platealmente sbagliato le persone per lucrarci sopra“. Secondo PewDiePie i media lo stanno ora attaccando (dice esplcitiamente “questo è un attacco dei media per discriminarmi e diminuire la mia influenza e il mio valore economico”) non solo perché non lo capiscono, ma anche perché egli ha svelato le loro falsità. “Io sono ancora qui e faccio ancora video. Bella prova, Wall Street Journal. Ma dovrete provarci di nuovo, figli di puttana [in originale motherfuckers].”

PewDiePie e i media

PewDiePie ha sempre avuto un difficile rapporto con i media, ed effettivamente chi non fa parte del suo pubblico e non mastica il suo linguaggio può far fatica a seguirlo. The Independent arrivò a definirlo “un suprematista bianco”, non riuscendo a interpretare una battuta in cui usava come esempio di teoria del complotto l’ipotesi di essere discriminato in quanto bianco. Era l’ennesima battuta poco riuscita, ma questi episodi non mostrano certo una stampa affidabile e capace di comprendere l’attualità e i nuovi linguaggi e fanno male all’intera categoria (oltre a far dubitare che alcuni quotidiani e alcuni siti possano poi discutere di geopolitica quando non capiscono neanche una battuta). E così alcuni dei riferimenti che PewDiePie ha fatto al nazismo usavano il regime hitleriano come esempio negativo da comparare, per esempio, ai disservizi di YouTube o da evitare.

Il punto non è che PewDiePie sia razzista, il punto è che PewDiePie ha usato ripetutamente spunti razzisti e antisemiti nelle sue battute, al punto di essersi conquistato l’appoggio di The Daily Stormer, uno dei peggiori siti neo-nazisti al mondo. Non si tratta di battute estemporanee uscite male durante una diretta, ma di copioni studiati: quelli di PewDiePie sono video perfettamente editati (nonostante lui affermi di fare da solo tutti il lavoro, senza produttori e scrittori). E parliamo dello YouTuber più ricco al mondo, di uno YouTuber affiliato (sino a questi eventi) a una delle più grandi agenzie al mondo e con un seguito di decine di milioni di persone tra cui soprattutto bambini e, in generale, spettatori giovanissimi. Parliamo anche di uno YouTuber che ha già avuto problemi per i suoi comportamenti quando dovette ammettere di non aver propriamente dichiarato che i suoi video fossero video promozionali pagati dalle varie di cui parla e non recensioni sincere e oggettive (nel caso specifico, non indicò propriamente di essere stato pagato da Warner Bros. per pubblicizzare “Middle-Earth: Shadow of Mordor”). E da tutto questo PewDiePie non si può difendere attaccando la stampa, pensando che il suo seguito e il suo denaro lo rendano invulnerabile dalle critiche che la stampa deve riservare a chi ha tanto potere e, soprattutto, a chi usa professionalmente questo potere da anni, in cambio di denaro, per manipolare e influenzare le persone secondo le direttive delle grandi compagnie. PewDiePie non è “self-made”, come racconta nel video, non è indipendente.

Ma PewDiePie evita pure di commentare alcuni dei video di cui ha parlato il The Wall Street Journal, e Dow Jones & Com, che possiede il giornale, ha risposto sottolineando questa sua mancanza. “Mr. Kjellberg non ha risposto ad alcuni degli altri video di cui ha parlato il Journal, incluso uno che è stato da allora eliminato e in cui egli mostrò un uomo vestito da Gesù Cristo che diceva: Hitler non ha fatto assolutamente niente di male. In quel video del 22 gennaio eglì criticava il sito, basato in Israele, Fiverr per aver momentaneamente sospeso l’account dell’uomo che recitava la parte di Cristo e chiedeva: non è ironico che gli ebrei abbian trovato il modo di trombare di nuovo Gesù?” [The Wall Street Journal via Kotaku].

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