Warcraft L’inizio – Recensione del film

Comincio subito dicendo che io non sono un critico cinematografico. Posso fare osservazioni sulla narrazione, posso capirne un po’ di composizione della scena e di montaggio, ma non so realmente dire se un film è girato bene, non colgo tutte le finezze necessarie per dare un giudizio sulla fotografia, i tempi, l’uso delle tecnologie o la recitazione. Dico questo perché la critica cinematografica, quella vera, ha duramente attaccato “Warcraft – L’inizio” di Duncan Jones, e attualmente il film ha una media di 31/100 sull’aggregatore di recensioni Metacritic, un voto nettamente più basso di quello che ha ricevuto, per esempio, “Captain America: Civil War”, che ha una media di 75/100. E “Captain America: Civil War” è davvero un brutto film, sostenuto unicamente da riprese, tecnica e tecnologia di qualità. Potreste pensare che la qualità tecnica non è poco, che vale un 75/100, e forse avete ragione. Ma è, secondo me, meno di quello che troverete andando a vedere “Warcraft – L’inizio”.

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Dopo aver letto le prime recensioni americane, sono andato un po’ prevenuto a vedere “Warcraft – L’inizio”, ma quando sono uscito dal cinema non ero totalmente insoddisfatto. Non mi ero annoiato, non avevo visto niente di davvero pessimo durante le due ore di film. I problemi che in molti hanno sollevato ci sono davvero, e ne parlerò anche io, ma “Warcraft – L’inizio” riesce a barcamenarsi, tra ritmo, stereoscopia e storia, a mantenere un equilibrio che diverte, non fa uscire con dubbi sulla trama (come capita invece con “Captain America: Civil War”) e non si abbandona a momenti troppo esagerati che minino il tenore del film. In “Warcraft – L’inizio” insomma non vedrete un elfo lanciare frecce mentre scende le scale in equilibrio su uno scudo. Anzi, non vedrete proprio degli elfi (o quasi), perché il film si concentra solo su due delle razze del mondo di “Warcraft”: orchi e umani.

Warcraft L’inizio – Recensione del film: Da Warcraft Orcs & Humans a Warcraft L’inizio

“Warcraft – L’inizio” si concentra sugli eventi che fanno da sfondo alla Prima Guerra, ambientazione di “Warcraft: Orcs & Humans” del 1994, il primo videogioco strategico in tempo reale della serie “Warcraft” di Blizzard. La razza degli orchi abbandona il suo mondo devastato, Draenor, e tramite un portale magico aperto dallo stregone Gul’dan (nel film interpretato da Daniel Wu) arriva su Azeroth, un mondo abitato da pacifiche razze umanoidi (tra cui quella umana), in cerca di speranza, guerra e conquista. La storia si è poi espansa negli anni, evolvendosi da sfondo per un videogioco strategico in tempo reale classico, in “Warcraft: Orcs & Humans” e “Warcraft 2: Tides of Darkness” del 1995, a contenuto per un videogioco strategico con una componente narrativa assai più ricca, “Warcraft 3: Reign of Caos” del 2002, ad ambientazione per il più famoso videogioco di ruolo con multiplayer online massivo della storia, “World of Warcraft” del 2004, un evento epocale che, al massimo del suo successo, contava dodici milioni di iscritti. A questo già ricco materiale si aggiungono romanzi, fumetti e manga (lo so che anche i manga son fumetti). Una quantità di fonti enorme da cui trarre ispirazione e a cui essere fedele, una quantità di conoscenze difficile da gestire e difficile da pretendere da un pubblico.

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Il difetto principale di “Warcraft – L’inizio” è diretta conseguenza di questa ricchezza di fonti: il film non sa scegliere il suo pubblico. C’è chi conosce “Warcraft” per i giochi di strategia in tempo reale, magari per “Warcraft 3: Reign of Caos”, che è stato il più famoso della serie e che ha dato vita, come mod, a “DotA” e al genere dei MOBA. C’è chi conosce “World of Warcraft”, e quindi ha seguito gli eventi delle guerre solo come racconto di eventi passati. C’è chi ha approfondito, dedicandosi anche ai romanzi e ai fumetti. C’è chi conosce la serie per il videogioco di carte collezionabili “Hearthstone”, che la usa come spunto. E c’è anche chi sta cercando semplicemente un buon film fantasy, con una guerra tra orchi e uomini, senza avere nessuna conoscenza del mondo e dei suoi personaggi. “Warcraft – L’inizio” cerca di accontentare un po’ tutti: la trama si muove da un’ambientazione all’altra senza sosta per accontentare i fan che vogliono rivedere i luoghi attraversati durante le partite di “World of Warcraft” ma deve anche introdurre tutti i personaggi e gli eventi come se il pubblico non li conoscesse (un evento che il film tratta come un importante colpo di scena è invece scontato per chi conosce un po’ la storia degli “Warcraft”), e non si fa scrupolo a stravolgere le storie di alcuni dei protagonisti per far entrare tutto il prologo alla Prima Guerra nel film.

Warcraft L’inizio – Recensione del film: Storia e personaggi

La storia alterna i punti di vista di orchi e umani, come “Warcraft : Orcs & Humans” permette di giocare scegliendo da che parte stare, se guidare l’Orda degli orchi o l’esercito umano. Gli Orchi sono un popolo bellicoso (molto di più di quanto lo siano nella serie di videogiochi), ormai votato solo alla guerra, sono l’invasore. Ma “Warcraft – L’inizio” ne mostra anche l’altro lato: la loro lealtà, il loro affetto per la famiglia, la loro disperazione di fronte a un intero mondo che si è consumato sino a condannarli alla morte. “Warcraft – L’inizio” racconta, o vuole raccontare, anche le ragioni dell’invasore.

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Il protagonista tra gli orchi è Durotan (Tony Kebbell), capo del clan dei Lupi Bianchi. Mentre Gul’dan guida gli orchi alla conquista di Azeroth e corrompe la sua razza e il mondo che lo circonda con la magia demoniaca di cui è schiavo, il Vil, Durotan comincia a credere che i poteri che li stanno guidando alla vittoria siano la vera causa dietro la distruzione di Draenor. Durotan resta un guerriero incapace di risolvere i problemi in modi pacifici e il suo intento è comunque quello di invadere e conquistare Azeroth, ma l’amore che nutre per il suo popolo e per la libertà e il timore che il Vil possa distruggere anche Azeroth lo portano a scontrarsi anche con Gul’dan, sempre più irrispettoso della vita dei suoi simili e delle tradizioni del suo popolo, e con gli orchi che lo seguono. Il protagonista tra gli uomini è invece Lothar (Travis Fimmel), un aspirante Aragorn nettamente meno interessante della sua controparte orchesca. Lothar, capitano di Azeroth, amico del suo re Llane Wrynn (Dominic Cooper) e del più grande mago del regno, il Guardiano Medivh (Ben Foster), guida l’esercito degli uomini contro l’invasione dell’Orda degli orchi.

Tra di loro si trova Garona (Paula Patton), un personaggio di cui io ignoravo anche l’esistenza ma che è invece assai presente nei racconti che trattano questo periodo della storia. Garona è una mezzorca (il film accenna ma non chiarisce mai la natura dell’altra metà di Garona), schiavizzata e disprezzata dai suoi simili e considerata impura. Rappresenta l’anello di congiunzione tra uomini e orchi, l’unico personaggio che sa parlare entrambe le lingue e che può fare da tramite tra le due razze, l’unica speranza di costruire un futuro che vada oltre alla magia maledetta e demoniaca di cui si serve Gul’dan.  “Warcraft – L’inizio” si concentra subito su un tema che, nella serie di videogiochi, è arrivato in realtà molto dopo: la necessità di una riconciliazione tra le due razze, la necessità di una convivenza. Gli orchi sono guidati dai cattivi consigli di Gul’dan, ma fuggono effettivamente da un mondo malato, hanno davvero bisogno di una nuova casa e non sono mossi, come raccontato originariamente in “Warcraft: Orcs & Humans”, da un folle istinto di guerra provocato dalla malvagia influenza dei demoni. Gli orchi sono degli emigranti, dei profughi, i “rifugiati economici” che, ci dicono, dobbiamo respingere. Un popolo portato da un mondo all’altro da forze che vogliono manipolarli a loro vantaggio, da demoni scafisti e da chi, nella terra di destinazione, apre loro la strada in segreto.

Wacraft L’inizio – Recensione del film: Una scrittura debole

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Questo buono spunto centrale non è sostenuto, però, da una scrittura altrettanto buona. “Warcraft – L’inizio” ha bisogno di tagliare, di sbrigarsi, di raccontare la sua parte di trama, di mostrare certi luoghi e certi personaggi. Nel film non c’è una vera introduzione, non viene definito un luogo da chiamare “casa”, un luogo che io senta come mio, un simbolo da proteggere in un mondo in pericolo. Cosa mi importa di Azeroth, una terra apparentemente fatta da nobili e cavalieri che vivono in strafottenti castelli in enormi città dalle architetture esagerate? Tolkien era solo uno scrittore dilettante ma seppe definire, prima di far partire i suoi protagonisti per il viaggio, prima di far sprofondare la Terra di Mezzo nella guerra, qualcosa che mi facesse capire per cosa i personaggi lottano. La Contea di Tolkien è questo: un piccolo mondo borghese e quotidiano in cui farmi ambientare prima di portarmi altrove, è il simbolo di tutto quello che andrà perduto se Sauron vincerà la guerra. “Warcraft – L’inizio” non ha tempo per qualcosa di simile e ha un’ambientazione tanto fantastica e pompata da non avere forse neanche la possibilità di mostrare lati più mediocri, meno epici, del suo mondo. La serie di videogiochi ha almeno una buona dose di umorismo, quasi assente in “Warcraft – L’inizio”, che aiuta a variare un tono che qui vuole essere sempre carico, tragico, serio.

Sembra che “Warcraft – L’inizio” non abbia tempo per caratterizzare i suoi personaggi, per farceli conoscere, ma che debba continuamente teletrasportarli (a volte, letteralmente) di città in città, sui campi di battaglia, nella torre del mago Guardiano di Azeroth e così via. C’è pure una storia d’amore inter-specie, anch’essa chiara dopo pochi minuti di film (e quindi non considerabile spoiler) e tirata via in un modo che la rende poco credibile come poche altre storie d’amore. Fa concorrenza alla inspiegabile e mai spiegata storia d’amore tra Tauriel e Kìli nell’inspiegabile e mai spiegato “Lo Hobbit” di Peter Jackson. Però, anche se “Warcraft – L’inizio” ha tanto materiale e poco tempo a disposizione, aggiunge un inutile e nuovo personaggio, il figlio di Lothar, che ha (anche questo lo capirete subito) il favoloso compito di morire e far arrabbiare con la sua morte il padre che così vuole vendicarsi. E il film perde spesso tempo in chiacchiere inutili, in minuti sprecati a sentire i personaggi che parlano di se stessi invece che mostrarsi e far parlare le loro azioni.

Warcraft L’inizio – Recensione del film: Aspetto visivo

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Tecnicamente, però, il film è curato e piacevole. Se siete fan dei videogiochi di “Warcraft” troverete in “Warcraft – L’inizio” una cura sincera per ambientazioni, armature, architetture e design della serie, e se non conoscete i videogiochi originali avrete comunque davanti un film realizzato con un’ottima CG, solitamente ben amalgamata con le parti reali e gli attori in carne e ossa, e un ottimo 3D stereoscopico. Fanno eccezione alcuni momenti, alcuni effetti speciali un po’ piatti e finti (a quanto pare, è una pessima idea rappresentare un muro di fulmini in un film in stereoscopia), alcune inquadrature che fanno un po’ pesare gli ambienti creati digitalmente, che tra architetture improbabili e computer grafica appaiono a volte esageratamente finti. Per quanto tutto sia ben fatto, poi, la quantità di situazioni e ambientazioni è tale da lasciare poco spazio a una costruita meraviglia, a un vero sense of wonder che nasca dalla scoperta, dall’avventura, e ogni tanto la potenza visiva del film sembra sprecata.

Warcraft L’inizio – Recensione del film: In conclusione…

Warcraft – L’inizio” di Duncan Jones non sa scegliere il suo pubblico, e rischia così di scontentare tutti. Tratto dagli eventi che fanno da prologo al videogioco di strategia in tempo reale “Warcraft: Orcs & Humans” di Blizzard (1994), il film si prende ampie libertà e modifica pesantemente la storia e il corso degli eventi ma, cercando di infilare più personaggi, luoghi e materiale possibile per non scontentare gli appassionati, non ha mai tempo per introdurre davvero i suoi luoghi e i suoi mondi o caratterizzare i suoi personaggi. Il risultato è un film di cui è difficile interessarsi se non si è già fan della serie, nonostante i suoi temi siano più attuali e meno banali del pacifismo ambientalista che spesso invade la narrativa fantasy sotto l’influenza de “Il Signore degli Anelli” di Tolkien. In “Warcraft – L’inizio” vedo la guerra tra gli orchi, emigranti fuggiti da un mondo morente e senza futuro, e gli uomini, che si trovano invasi dall’Orda orchesca bellicosa e malignamente guidata dalla magia demoniaca del loro capo, lo stregone Gul’dan. Ma vedo questa guerra da entrambi i punti di vista, dagli occhi di Durotan, capo clan orco che teme che la magia di Gul’dan sia capace di portare solo distruzione, e dagli occhi di Lothar, capitano umano che lotta contro l’invasore. Il risultato è un film con qualche spunto intelligente e piacevole da vedere, soprattutto per i fan di “Warcraft” non troppo puntigliosi e tolleranti per una certa (tanta) libertà che gli autori si son presi, ma debole debole per quanto riguarda scrittura e personaggi. Forse mediocre, ma non brutto. 6/10.

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