Lo Hobbit 2: La desolazione di Smaug – Recensione

Peter Jackson non ci delude neanche stavolta e ci regala un altro film epico, avventuroso e in certi punti anche buffo. In realtà però l’innocenza e la leggerezza che in Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato ancora erano in primo piano ed incarnate da Bilbo e dai nani più simpatici, qui si vedono solo a tratti, perché, come più volte viene ripetuto, l’oscurità sta avanzando. Inoltre, la “Desolazione di Smaug” non è forse una metafora della tristezza che regna nei cuori dei nani? Sono pochi sopravvissuti della loro specie e stanno cercando la loro patria perduta: dentro hanno un grande vuoto che sperano di colmare alla fine della loro impresa.

Vecchi e nuovi personaggi

Nonostante il grande numero di personaggi, Jackson riesce a dare ad ognuno uno spazio nel film. Ad esempio, approfondisce i caratteri dei tredici nani con nuove sfumature, rispetto al prequel. Poi ritroviamo Bilbo Baggins, il cui coraggio si manifesta in molte occasioni e stupisce ogni volta. Eppure c’è qualcosa in lui di diverso e lo vedrete sullo schermo. Thorin d’altra parte inizia a capire quanto Bilbo sia importante per la sua impresa e a tratti sembra avere più fiducia in lui, anche se il suo orgoglio nanico resta sempre lo stesso visto nel primo film. Un nuovo personaggio, inventato dagli sceneggiatori,  è Tauriel. La bella elfa, si rivela essere una dei pochi a rendersi conto che il male sta avanzando inesorabilmente e che presto o tardi la guerra coinvolgerà tutte le razze della Terra di Mezzo. Con lei troviamo l’algido Legolas, coerente col personaggio visto nel Signore degli Anelli e protagonista di bellissime scene di battaglia.

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Gandalf rimane un perno della storia, anche se si vede un po’ meno rispetto al primo film. Chi ha letto il libro, sa che anche lì è così: per un pezzo di racconto, Gandalf sparisce e lascia la compagnia sotto l’unica guida di Thorin. Cosa va a fare Gandalf? Nel libro non è ben specificato, invece Peter Jackson ce lo racconta nei dettagli! Ian McKellen è sempre all’altezza del suo personaggio e anche il doppiatore Gigi Proietti ci è piaciuto molto di più rispetto a Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato.gandalf

Nuovi personaggi rispetto al primo film sono anche gli uomini di Pontelagolungo, e in particolare Bard (interpretato da Luke Evans), che si rivelerà essere molto più che un semplice mercante.

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L’avventura continua

La compagnia continua il proprio viaggio attraverso terre sconosciute, in cui serpeggia il male. I nani si ritrovano più volte prigionieri di vari tipi di creature e non mancano i colpi di scena. La fretta di arrivare alla Montagna Solitaria cresce col passare dei giorni, così come la paura di non riuscire nell’impresa.

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Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug si distingue dal suo prequel anche per l’alto numero di scene di battaglia. Sono momenti spettacolari e coinvolgenti, che a tratti però rischiano di appesantire la storia e di far un po’ perdere il filo del racconto.

Emozioni uditive e visive

La colonna sonora, curata come nel primo film e in tutto Il Signore degli Anelli, da Howard Shore, ci racconta il film: anche solo ascoltandola, ci possiamo immaginare le scene. Grandi emozioni ci regala pure la voce del drago, data nella versione italiana da Luca Ward, sicuramente all’altezza del doppiatore britannico Benedict Cumberbatch.

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E poi ci sono gli effetti speciali, che nelle scene di battaglia e in quelle col drago raggiungono un livello altissimo. Anche il 3D contribuisce a farci immergere nel film e nel fantastico mondo della Terra di Mezzo. I paesaggi della Nuova Zelanda risplendono di tutta la loro bellezza e sembrano davvero i luoghi di antiche lotte tra razze fantastiche e animali mostruosi.

Conclusioni

Per appassionati e non, il film è da vedere. Lo spettatore si sente partecipe dell’impresa fin dall’inizio, e agogna alla meta come i tredici nani e come Bilbo, che ormai è coinvolto quanto gli altri nell’avventura. Le quasi tre ore seduti al cinema non pesano affatto, tanto il film è coinvolgente. Per questo abbiamo deciso di dare 4.4 punti su 5 a Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug.

Consigli per l’uso

È molto più godibile se si conosce la trilogia del Signore degli Anelli, visto che, sparse nel film, ci sono sottili allusioni alle vicende della Compagnia dell’Anello. Sicuramente è meglio non vedere La Desolazione di Smaug, se non si è visto Un viaggio inaspettato.Redatto in collaborazione con Maria Pozzi

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