Boxtrolls – Le scatole magiche: Recensione

Il tema della diversità è stato affrontato a più riprese nei film d’animazione, dove spesso viene insegnato ai più piccoli che “difformità” non è sinonimo di “cattivo” o di “brutto”. Anche Boxtrolls – Le scatole magiche intende trasmettere questo messaggio e lo fa attraverso dei simpatici mostriciattoli che nascondono la propria identità all’interno di scatole di cartone.

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Un’ambientazione dickensiana più che riuscita

Siamo a Pontecacio, una cittadina in stile vittoriano e con tonalità gotiche, che strizza l’occhio ai capolavori ben noti di Tim Burton. Gli abitanti non pensano che ad arricchirsi e a mangiare del buon formaggio, vera e propria specialità del posto. Tuttavia, si dice che i Boxtrolls (le creaturine di cui sopra) siano una minaccia per tutti, perché rapiscono bambini e rubano proprio quel delizioso formaggio di cui i cittadini vanno fieri. Agiscono di notte, colpendo di nascosto mentre tutti quanti dormono sonni tranquilli… ed è vero che si muovono quando cala il sole ma non di certo per fare i furfanti! In realtà, i mostriciattoli protagonisti del film di Laika Entertainment – già nota al pubblico per aver prodotto Caroline e la Porta Magica e ParaNorman – sono esseri assolutamente innocui e, al contrario di quanto si dica, dotati di grande sensibilità. Vivono nelle fogne di Pontecacio e, di notte, semplicemente escono per frugare nella spazzatura sperando di trovare qualcosa di utile, un po’ come fanno i gatti randagi.

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Il vero protagonista

Con loro vive il piccolo Uovo, un orfano che i Boxtrolls hanno cresciuto con tanto amore: il bambino con il tempo si è convinto di essere un loro simile e fungerà da tramite tra il mondo degli umani e quello di queste curiose creature, tentando in tutti i modi di rivendicare la verità sulla pacifica indole dei mostriciattoli e sul suo rapimento (in realtà, il bambino non è stato rapito, bensì consegnato ai Boxtrolls). Uovo farà attenzione a non cadere nelle trappole dei disinfestatori guidati da Archibald Arrafa, i quali hanno il compito di dare una bella “ripulita” alla città estinguendo la minaccia dei Boxtrolls.

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Uno stile fantastico

La pellicola è un vero e proprio capolavoro in stop-motion 3D, che vuole comunicare messaggi forti tramite l’utilizzo di personaggi divertenti – e allo stesso tempo incompresi – ma anche grotteschi, trasportati in ambientazioni piuttosto grige e cupe che magari i più piccolini non apprezzeranno particolarmente. Il linguaggio utilizzato dai Boxtrolls è buffo, i personaggi sono caratterizzati in maniera impeccabile (con abiti gessati, in perfetto stile ottocentesco) e la trama è semplice e lineare, rendendo così il film piacevole, scorrevole. Riuscita inoltre la scelta di rendere un bambino il vero eroe della vicenda, facendolo emergere in un film d’animazione in cui gli adulti giocano sporco e sono troppo presi dalla mondanità. Bisognerebbe imparare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino e Boxtrolls ce lo ricorda con tanto humour ma senza troppi giri di parole.

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