Parrot Bebop Drone Quadricottero – Recensione e prova

Con il passare degli anni e il progresso della tecnologia, i droni stanno prendendo sempre più piede tra i consumatori amatoriali, diventando maggiormente user-friendly e, di conseguenza, alla portata di tutti, sia in termini di maneggevolezza che economici (più o meno, certo). E’ così che Parrot, azienda francese esperta nei droni civili, dopo aver realizzato negli scorsi anni AR Drone 2.0, il Rolling Spider e Jumping Sumo, lancia Bebop Drone, un nuovissimo quadricottero che sostituisce il precedente modello (A.R. Drone 2.0), disponibile sul mercato dai primi mesi del 2015. Noi di Webtrek l’abbiamo provato per voi per una prova di circa due settimane, e vi riportiamo di seguito i nostri pareri.

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Packaging

Partiamo chiaramente dalla confezione di Parrot Bebop Drone: al suo interno troviamo innanzitutto la parte “centrale” del quadricottero, in cui risiede insomma la centralina che coordina i movimenti e le riprese in volo. Oltre al “cuore” del quadricottero, troviamo due batterie ai polimeri di Litio, della capacità di 1200 mAh, oltre alle prese compatibili con le diverse nazioni europee (tra cui, ovviamente, lo spinotto italiano). Ci sono, infine, le ali di scorta, che possono essere facilmente sostituite dal consumatore in caso di danni et similia, oltre a un cavetto USB dotato di mini jack, per trasferire i filmati e le fotografie dal Bebop Drone al proprio PC.

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Esperienza d’uso e autonomia

L’esperienza d’uso di Bebop Drone è piuttosto semplice è intuitiva: il quadricottero può essere infatti telecomandato, nella sua versione base, attraverso l’utilizzo del proprio smartphone o tablet. E’ sufficiente quindi scaricare l’applicazione dedicata, disponibile rispettivamente su Play Store per Android o AppStore per dispositivi iOS, chiamata “FreeFlight3”. L’app rappresenta quindi il centro di gestione del drone, sia per quanto riguarda tutte le impostazini di volo (che tratteremo successivamente) che per il salvataggio sullo stesso dispositivo in uso del materiale visivo. Dopo aver opportunamente collegato la batteria alla centralina del drone, bisognerà accendere il dispositivo, il quale creerà automaticamente una rete wifi. Bisognerà, a quel punto, selezionare la rete dal proprio smartphone/tablet, e aprire FreeFlight 3. Il collegamento risulta semplice e immediato, senza difficoltà d’uso o d’altro. Il collegamento è infatti assicurato da due antenne bi-band Wi-Fi, le quali sono in grado di gestire le frequenze a 2.4 GHz e 5 GHz. Per gli ambienti esterni, in cui c’è il rischio di interferenze, vi consigliamo di prediligere la frequenza a 5 GHz.

Veniamo infine al difetto forse più significativo da noi riscontrato: la batteria. Nonostante siano incluse nella confezione ben 2 batterie, l’autonomia si aggira sugli 11 minuti circa, che possono diminuire nel caso si eseguissero diverse acrobazie (premendo il doppio tap sul nostro dispositivo). Consigliamo dunque di portare sempre le due batterie ricaricate, in caso di escursioni esterne.

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Comandi di volo

Le impostazioni di volo chiaramente cambiano in base alla modalità di utilizzo. E’ infatti possibile scegliere tra la modalità Carena, per gli ambienti interni, e quella Esterna, che permette una maggiore agilità di volo. A seconda della modalità prescelta, il Drone si adeguerà di conseguenza. In un primo momento, abbiamo provato la modalità Carena, all’interno di un ambiente domestico. L’esperienza non è stata delle più felici: bisogna infatti avere a disposizione un grande spazio, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti come graffi a persone e oggetti. Vi consigliamo quindi di prediligere in maniera preponderante l’uso esterno, sicuramente più adatto e conseguentemente sicuro rispetto a quello domestico. Basterà a questo punto togliere le carene di polistirolo, per permettere un uso più agile del quadricottero.

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Non c’è niente da dire, i comandi e l’uso del quadricottero sono più che intuitivi, usando l’app FreeFlight 3: si hanno a disposizione ben 3 modalità, rispettivamente Esperto (riservato appunto agli utenti più “navigati” nel mondo dei quadricotteri), Normale e Joystick. Per i primi usi, vi consigliamo sicuramente l’utilizzo della modalità Normale. In questo caso, la parte sinistra dello schermo è adibita alla salita e alla discesa, oltre che al rollaggio orizzontale, mentre la parte destra servirà, facendo uso dell’accelerometro dello smartphone, alla navigazione vera e propria del drone all’interno dell’ambiente.

Riprese video

Veniamo ora al punto probabilmente focale e più importante nell’uso di Bebop Drone: le riprese video. Il quadricottero è infatti dotato di una telecamera posta nella sezione anteriore, con un sensore da ben 14 megapixel e una lente fish-eye che consente di riprendere con un’ampia visuale e di scattare foto alla risoluzione di 4096×3072, rispettivamente in formato JPG, RAW, o DNG in base alle preferenze dell’utente. Per quanto riguarda la registrazione dei video, la risoluzione delle riprese avviene in Full-HD, con una risoluzione pari a 1920×1080. Con la modalità Joystick, inoltre, è possibile modificare l’angolo di vista della telecamera in senso verticale di ben 180°. Ciò che ci ha sicuramente colpito in maniera maggiore della telecamera è la stabilizzazione dei filmati, assolutamente esemplare: le riprese non risentono in alcun modo di sfarfallii o distorsioni, grazie a un complesso sistema di ammortizzatori e degli algoritmi che permettono la stabilizzazione d’immagine a 3 assi. Le immagini vengono infine trattate in modo digitale dal processore che il quadricottero monta, ovvero il Parrot P7 Dual Core.

Parrot Bebop Drone.

Il Parrot Bebop Drone dispone al suo interno di una memoria flash da 8 GB, più che sufficiente per registrare una decina di minuti di filmati e scattare numerose foto, senza avere il timore di esaurire la disponibilità di storage. Una volta avvenute le riprese, ci si trova davanti a due possibilità: la prima è quella di trasferire i filmati e le foto direttamente allo smartphone o tablet in uso. In alternativa, sarà possibile collegare direttamente il Bebop Drone al PC facendo uso del cavetto USB incluso nella confezione. Per quanto riguarda i PC Windows, il riconoscimento della periferica è pressoché immediata, così come il trasferimento del materiale. Situazione diversa invece per i possessori di Mac, che non riconosce nativamente il dispositivo: sarà quindi necessario in questo caso scaricare un’applicazione per il trasferimento da dispositivi Android o simili.

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Altro fattore che abbiamo particolarmente apprezzato del Bebop Drone è la gestione dei parametri di navigazione: è infatti possibile modificare la velocità (in metri al secondo), la velocità di rotazione e altro ancora, in base all’esperienza dell’utente che ne fa uso. Eccovi un video di esempio che abbiamo realizzato.

Comandi alternativi

Nonostante il drone sia facilmente manovrabile utilizzando il proprio smartphone o tablet, l’utilizzo migliore avviene con lo Skycontroller, disponibile all’acquisto con il Bebop Drone in un bundle fissato a 899 Euro. Lo Skycontroller permette innanzitutto, grazie alle 4 antenne, di aumentare in maniera sensibile il range che può coprire il drone in termini di distanza (2 km dichiarati, contro i 250 metri resi possibile dall’uso dello smartphone), oltre a consentire una manovrabilità più precisa.

Commento finale

In definitiva, Parrot Bebop Drone ci ha pienamente soddisfatti, grazie ad una maneggevolezza a portata di tutti, anche ai meno esperti (nonostante raccomandiamo l’uso ai maggiori di 14 anni), e alla possibilità di effettuare delle riprese d’alta qualità davvero mozzafiato, consentendo di montare video assolutamente evocativi. Il prezzo, pari a 499 Euro Euro per la versione “base” (sprovvista dello Skycontroller, in vendita nel bundle a 899 Euro), non è certo alla portata di tutti, ma rispecchia appieno la qualità garantita da questo quadricottero, soprattutto se paragonato ai prodotti di fasce inferiori.