Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer

La serie di “Call of Duty” è stata per anni punto di riferimento per gli sparatutto multiplayer, influenzando decine di titoli da opere ad alto budget a free-to-play per cellulare. “Call of Duty: Black Ops 2” ne ha ridefinito le regole, creando un’esperienza multigiocatore che all’epoca (il 2012) poteva essere definita “la migliore disponibile sul mercato” e, dopo il deludente “Call of Duty: Ghosts”, “Call of Duty: Advanced Warfare” è riuscito a reinterpretare e portare avanti il sistema di gioco di “Black Ops 2”. “Call of Duty: Black Ops 3” cerca di unire la solidità del multiplayer di “Black Ops 2” con la mobilità di “Advanced Warfare” e le recenti influenze MOBA che ormai sembrano inevitabili nel genere. Come è successo per la campagna, l’impressione è che ci sia troppa roba, troppa carne al fuoco, e che non tutto si incastri perfettamente.

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Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Mobilità

Sledgehammer ha ridefinito la mobilità di “Call of Duty” in “Call of Duty: Advanced Warfare”, e “Call of Duty: Black Ops 3” vuole continuare su quella strada. Nella campagna la mobilità potenziata era stata uno degli argomenti della missione di addestramento ai poteri da cybersoldato ma poi si rivelava inutile durante il resto del gioco. I livelli, lineari e poco verticali, invogliavano pochissimo a fare cose come correre sui muri e per usare i potenziamenti della mobilità ero costretto a occupare con essi uno slot abilità utile ad altro. Nel multiplayer tutti i personaggi hanno invece questi poteri, sempre. Si può correre sui muri, interrompere la corsa con una scivolata e usare un doppio salto potenziato da propulsori che si ricaricano davvero molto velocemente, e questo accelera ulteriormente il combattimento di “Call of Duty: Black Ops 3” rendendolo estremamente dinamico e pieno di sorprese. Questo è un gioco in cui posso correre lungo la parete esterna di un ponte per poi saltare alle spalle di un nemico che lo sta attraversando. Inoltre, come già accadeva in “Advanced Warfare”, la mobilità rende ogni luogo facilmente accessibile da più vie e complica il lavoro di camper e simili.

Le mappe non riescono però a sfruttare in pieno queste possibilità. Certo, alcune sono davvero ricche di vie alternative, passaggi nascosti sottacqua e finestre raggiungibili con una corsa sulle pareti. E ogni scoperta, ogni scorciatoia trovata e usata, dà soddisfazione. Ma non si fa ancora il passo successivo, e le mappe restano prevalentemente costruite in orizzontale, mentre il doppio salto e le opportunità di wall jump potevano essere invece sfruttate per muoversi in strutture molto più complesse e verticali. La velocità e l’incredibile mobilità che i personaggi possiedono diventano inoltre un problema nelle mappe più piccole, attraversabili in pochissimi secondi. La mappa Nuk3town (accessibile per ora solo a chi ha pre-acquistato il gioco o in modalità specifiche) è quella che ne soffre di più. Il risultato in queste mappe è che a volte si viene uccisi ripetutamente dopo il respawn, e la mia impressione è che il ritmo di gioco sia diventato (forse) troppo veloce.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Specialisti

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Se la nuova mobilità si sviluppa partendo da quella di “Advanced Warfare”, la vera novità di “Call of Duty: Black Ops 3” sono gli Specialisti. I nove Specialisti sono a tutti gli effetti nove eroi da MOBA, ognuno caratterizzato per modello (personalizzabile con skin), storia e abilità Ultimate. Ogni specialista mi permette di scegliere tra due di queste abilità o, per essere più precisi, ogni Specialista può scegliere tra un’arma speciale e un’abilità speciale che si ricaricano nel tempo, con velocità diversa a seconda della loro natura e dei miei risultati. Per esempio, Outrider può essere equipaggiata con l’abilità Impulso Visivo, che permette di vedere brevemente la posizione di tutti i nemici nell’area intorno a me, o con Sparrow, un arco armato di frecce esplosive.

È un’aggiunta divertente, ma non particolarmente incisiva: le abilità permettono di fare un paio di uccisioni in più, ma non cambiano il gameplay e restano piuttosto insignificanti dal punto di vista tattico. Ogni arma o abilità va inoltre sbloccata separatamente (insomma, non basta sbloccare il personaggio), e mi domando allora il perché di solo nove personaggi. Se devo sbloccare separatamente diciotto diverse abilità, perché non darmi accesso a diciotto diversi modelli, a diciotto diversi Specialisti? Perché dare a ogni personaggio un’arma e un’abilità speciale se tanto nella partita non ho alcun modo per cambiare e passare dall’una all’altra? Vedere sempre le solite nove facce non è molto divertente, e considerando che i personaggi sono differenziati tra di loro solo per abilità o arma speciale sarebbe utile sapere a colpo d’occhio contro quali poteri mi trovo.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Crea una classe e Pick 10

Per armare gli Specialisti resta invece intatto il sistema “Crea una classe”, inserito da Treyarch a partire da “Call of Duty: Black Ops 2” in sostituzione del rigido sistema di equipaggiamento precedente e poi adottato anche in “Call of Duty: Advanced Warfare”. Dopo il “Pick 13” di “Advanced Warfare” si ritorna proprio al “Pick 10” originale: ho 10 punti a disposizione e ogni slot occupato nell’equipaggiamento (da un’arma, un’abilità, un accessorio, una granata) costa 1 punto. Io non sono particolarmente affezionato alle pistole, che mi sembrano solo versioni più deboli delle armi primarie e che dovrei livellare un po’ prima di poter equipaggiare con qualche accessorio utile. Posso allora sostituire la pistola con un lanciamissili: il costo in punti è uguale, e il lanciamissili mi permette di abbattere gioiosamente i mezzi volanti nemici. Oppure posso proprio rinunciare all’arma secondaria e guadagnare così un punto da spendere altrove. Le Serie di punti, mezzi speciali evocati sul campo di battaglia dopo aver ottenuto un certo punteggio in partita, sono escluse da questo sistema, e vengono scelte separatamente.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Modalità Deathmatch

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Le modalità del multiplayer si dividono sostanzialmente in due categorie: deathmatch (in cui si vince uccidendo) e a obiettivi (in cui si vince raggiungendo specifici risultati). Per quanto le modalità a obiettivi non manchino e non siano mai mancate in “Call of Duty”, il re del multiplayer è sicuramente il “Deathmatch a squadre”, modalità che da sola occupa la metà dei giocatori online. Due squadre di sei giocatori si scontrano e vince la squadra che per prima arriva a 75 uccisioni o che è in vantaggio quando scade il limite di tempo di 10 minuti. Per chi invece cerca il Deathmatch classico, senza squadre, c’è “Tutti contro tutti”, uno scontro tra quattro-sei giocatori da cui esce vincitore il primo che riesce a uccidere trenta avversari, o chi ha compiuto il maggior numero di uccisioni nel limite di tempo di 10 minuti.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Modalità Dominio

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“Dominio” è probabilmente la principale modalità a obiettivi di “Call of Duty: Black Ops 3”, anche se non è quella che mette più in evidenza le novità del gioco. In essa due squadre di quattro-sei giocatori si scontrano per il controllo del territorio in due round, nei quali devono ottenere punti occupando tre diverse aree e mantenendone il controllo il più a lungo possibile. Il primo round si conclude quando una delle due squadre arriva a 100 punti, mentre la prima squadra che raggiunge i 200 punti nel second round (in cui si parte dal punteggio finale del primo) vince la partita.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Modalità Demolizione

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“Demolizione” alterna due squadre in attacco e in difesa. La squadra in difesa deve proteggere due zone dagli avversari, che hanno due minuti e mezzo per piazzare una bomba e difenderla sino alla detonazione. Ogni giocatore della squadra in attacco è armato di bomba e se essa viene piazzata la squadra in difesa ha quarantacinque secondi per disattivarla. Se la bomba esplode, la squadra in attacco ottiene due minuti extra durante i quali può tentare di far saltare anche il secondo obiettivo. Vince la squadra che, alla fine di due round, ha distrutto il maggior numero di siti nemici. In caso di pareggio si va ai tempi supplementari: tutti i giocatori di entrambe le squadre sono armati di bomba e si contendono un unico obiettivo.

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Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Modalità Uccisione confermata

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Ormai una modalità storica, “Uccisione confermata” è uno strano miscuglio di deathmatch e obiettivi in cui due squadre di sei giocatori si scontrano per uccidersi e sottrarre ai cadaveri nemici le targhette di riconoscimento droppate sulla mappa al momento della morte. Le uccisioni danno punti per la Serie di punti, ma non contribuiscono al punteggio del match a meno che non venga pure recuperata la targhetta nemica. Le targhette possono essere prese da ogni giocatore, e quindi la modalità invoglia a correre a rubare le targhette dei propri compagni morti prima che chi li ha uccisi ci si avventi sopra. Ogni targhetta nemica raccolta dà un punto e vince la prima squadra che raggiunge 100 punti o che ha il punteggio maggiore dopo 10 minuti di partita.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Modalità Postazione

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In “Postazione” due squadre di quattro-sei giocatori si scontrano, come in Dominio, per il controllo di specifiche aree del territorio. A differenza di “Dominio”, però, l’area da controllare è una sola e cambia ogni minuto, creando zone di combattimento densissime tra le quali i giocatori devono spostarsi il più velocemente possibile. Occupare e mantenere il controllo di una postazione dà punti (un punto al secondo), ma la presenza di anche un solo nemico nell’area blocca il punteggio. Vince la prima squadra che raggiunge 250 punti. È una modalità rapidissima e che tiene i giocatori fermi solo per brevi periodi, valorizzando in questo modo le nuove opzioni di movimento.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Uplink e Cattura la bandiera

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Ritorna “Uplink”, in cui le due squadre lottano per un oggetto (un apparecchio satellitare) che deve essere portato nella base avversaria per ottenere punteggio. Come un Cattura la bandiera con una sola bandiera. O come pallacanestro. Il drone satellitare è… una palla… che può essere lanciata e passata e garantisce armatura extra a chi la impugna e la zona della base in cui va portata è una sfera luminosa sospesa nel cielo. Ogni… canestro… fa ottenere un punto, e vince la prima squadra che raggiunge i 20 punti o quella che ha ottenuto il punteggio maggiore alla fine dei due round di gioco di 5 minuti. La modalità era nata in “Call of Duty: Advanced Warfare” perché sembrava (ed era) capace di mettere in evidenza tutte le possibilità che l’Exo (l’esoscheletro potenziato) dava ai personaggi, e lo stesso dovrebbe poter fare con la mobilità di “Call of Duty: Black Ops 3”. Peccato che non ci giochi nessuno, almeno in Europa e su PC, e questa modalità sia per la maggior parte del tempo completamente vuota quanto “Cattura la bandiera” (che pensavo fosse un classico intramontabile).

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Modalità Cerca e distruggi

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“Cerca e distruggi” vede due squadre di quattro-sei giocatori alternarsi alla difesa di due obiettivi che l’altra quadra vuol fare esplodere, come in “Demolizione”. La differenza è che in “Cerca e distruggi” la squadra attaccante ha una sola bomba, e quindi i giocatori devono difendere il compagno che se ne impossessa e recuperarla da terra se lui muore, e non è permesso il respawn in caso di morte. Normalmente bisognerebbe armare la bomba e usarla per far scoppiare uno dei due obiettivi entro due minuti di tempo, ma la mancanza di respawn rende la partita vincibile anche semplicemente uccidendo l’intera squadra avversaria, e l’obiettivo è qua solo una scusa per motivare questo particolare tipo di deathmatch. Per ogni bomba fatta esplodere con successo o disinnescata e per ogni squadra nemica sterminata ottengo un punto, e vince la squadra che raggiunge per prima i quattro punti.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Modalità Salvaguardia

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“Salvaguardia” è una nuova aggiunta e consiste in due round di cinque minuti l’uno in cui le squadre si scambiano in attacco e in difesa. La squadra in attacco ha il compito di scortare nella base nemica un robot, che si muove (lentamente e lungo un percorso prestabilito) solo se ha un soldato alleato nelle vicinanze. La squadra in difesa deve fermare il robot uccidendo gli attaccanti a lui vicini o colpendolo, in quanto il robot si immobilizza per un breve periodo se è sufficientemente danneggiato. In un “Call of Duty” in cui si corre sui muri e si usano abilità da MOBA sono assai sorpreso di vedere che la modalità multiplayer nuova consiste nello stare vicino a un robot che si trascina come una lumaca. Anche se, da un certo punto di vista, “Salvaguardia” è ciò che “Call of Duty: Black Ops 3” offre di più simile all’attaccare una base nemica con delle creep.

 Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Veterano

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A queste si aggiungono le modalità giocabili in “Veterano”, l'”Arena” e le modalità Bonus, disponibili per un tempo limitato, tra le quali voglio segnalare almeno “Guerra terrestre”, che ruota tra “Deathmatch a squadre”, “Dominio” e “Salvaguardia” e fa giocare insieme sino a 18 giocatori. Come è uso a partire da “Call of Duty 4: Modern Warfare”, “Veterano” permette invece di dedicarsi ad alcune delle modalità di “Call of Duty: Black Ops 3” in una variante più realistica e difficile. Posso giocare a “Deathmatch a squadre”, “Tutti contro tutti”, “Dominio”, “Uccisione confermata”, “Cerca e distruggi” e “Cattura la bandiera”, ma in “Veterano” c’è il fuoco amico, non ho interfaccia di gioco e minimappa (tranne quando è in azione un UAV, un veicolo che mostra la posizione dei nemici) e la mia salute è pericolosamente limitata. Interessante, soprattutto per il fatto di togliere la minimappa e la killcam, la visuale dal punto di vista di chi ti ha ucciso. Avrei preferito però avere un modo per sapere se la mia abilità/arma da Specialista è carica. Sul serio: quando si carica appare un avviso, ma poi me lo dimentico e non capisco più se posso usarla o no.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Arena

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“Arena” potrebbe essere la modalità più interessante del Multiplayer di “Call of Duty: Black Ops 3”: multiplayer competitivo, con matchmaking basato sul livello e tutto (armi, equipaggiamento, Specialisti) sbloccato sin dall’inizio. Una vera goduria, perché come in tutti i “Call of Duty” il vero problema è trovare gente di un livello comparabile con cui giocare. Nei miei primi match mi son trovato continuamente circondato da giocatori di livello dal 40 al 50, con intelligenti combinazioni di accessori e abilità e competenza in tutte le armi. Io, intanto, mi suicidavo cadendo nel vuoto dopo un salto rischioso in una mappa che non conoscevo. Ma la cosa che più mi interessa di “Arena” è come funziona la fase di selezione dei personaggi: ogni giocatore di ogni squadra, a turno, seleziona un’arma, un accessorio, una Serie di punti o un’abilità da interdire, rendendo impossibile la sue selezione, o da proteggere dall’interdizione avversaria. Pensate che l’abilità Overdrive di Ruin, che gli permette di aumentare la sua velocità, sia un problema quando viene usata in “Uplink”? Vietatela. È la classica fase dei ban dei MOBA che qua arriva nel gioco competitivo degli sparatutto.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Criptochiavi e Mercato nero

E come in tutti i MOBA che si rispettino, e come anche in “Call of Duty: Advanced Warfare”, pure in “Call of Duty: Black Ops 3” c’è un sistema di loot per ottenere skin per armi, emblemi e, in questo caso, vestiti per gli Specialisti. Giocando si ottengono Criptochiavi, oggetti che possono essere spesi per comprare scrigni al Mercato Nero. 10 Criptochiavi fanno ottenere tre oggetti di rarità casuale, ma spendendo 30 Criptochiavi posso aprire uno scrigno che contiene sicuramente almeno un oggetto raro. Ormai sono abituato a livellare nei “Call of Duty” sbloccando armi e accessori, ma la possibilità di ottenere strane mimetiche per i miei fucili di assalto dà effettivamente una nuova spinta alla progressione del gioco. Che è, comunque, al livello di qualità che ci ricordiamo.

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Corsa libera

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Ma l’aggiunta più curiosa e inattesa (anche se era stata annunciata) di “Call of Duty: Black Ops 3” è “Corsa libera”, in cui sfido i tempi degli altri giocatori su percorsi di parkour cronometrati. Nata per studiare le nuove meccaniche di mobilità, la modalità “Corsa libera” mostra tutto quello che i livelli della Campagna e le mappe del Multiplayer sarebbero potuti essere e non sono stati, tutte le possibilità di movimento che sono state solo accennate nel resto del gioco. Sarà perché mi ricorda il sottovalutatissimo “BRINK”, sarà perché mi sembra una versione non noiosa di “Mirror’s Edge”, ma “Corsa libera” resta la cosa che più mi ha colpito del Multiplayer di “Call of Duty: Black Ops 3”. Come il resto delle novità, è però un’intuizione buttata lì, forse senza decisione, forse senza coraggio. Perché per esempio non inserire simili percorsi giocabili davvero in multiplayer e con le armi, in modalità in cui vince chi arriva per primo sopravvivendo al fuoco nemico?

Call of Duty Black Ops 3 – Recensione del Multiplayer: Il solito Call of Duty

Mentre le novità non convincono, permangono i soliti problemi. Come detto prima, “Call of Duty: Black Ops 3” continua sulla strada di “Call of Duty: Black Ops 2” e ha una serie (personalizzabile) di abilità/oggetti utilizzabili dopo aver raggiunto un certo punteggio nella partita: le “Serie di punti”. Dopo il passaggio da “Serie di uccisioni” a “Serie di punti” in “Call of Duty: Black Ops 2” la situazione è nettamente migliorata, perché il sistema ha iniziato a premiare anche il gioco di squadra e le azioni utili agli obiettivi. E forse trovavo ancora migliore la soluzione trovata in “Call of Duty: Advanced Warfare”, in cui si potevano personalizzare alcune Serie di punti allo scopo di mantenere i punti guadagnati anche in caso di morte (cosa non possibile con la Serie di punti di “Call of Duty: Black Ops 3”) accettando di pagare un prezzo in punti maggiore. Ma il problema è che la Serie di punti e le sue varianti servono principalmente a dare enormi vantaggi a giocatori che già stanno vincendo e che quindi non ne avrebbero bisogno, senza a volte dar speranza alle vittime di scampare alla morte. “Call of Duty: Ghosts” aveva tante colpe, ma tentava almeno di risolvere questo concentrando gli effetti delle “Serie di uccisioni” a livello del suolo e rendendole quindi più facilmente controllabili e affrontabili dalla squadra avversaria.

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Treyarch fa anche uscire il gioco in quello che è secondo me un momento di passaggio nella storia dello sparatutto multiplayer: quello che un tempo ero “lo sparatutto moderno” (per intenderci, “Call of Duty: Black Ops 2”) si sta progressivamente evolvendo con chiare influenze provenienti dai MOBA. “Call of Duty: Black Ops 3” cerca di adattarsi, ma sembra avere una crisi di identità: è uno sparatutto veloce e frenetico (e le nuove meccaniche di mobilità lo rendono ancora più dinamico) in cui le modalità a obiettivi sono poco giocate, ma vuole gli eroi con le Ultimate in stile DOTA 2.

Call of Duty Black Ops 3 – Conclusioni sulla recensione del Multiplayer

“Call of Duty: Black Ops 3″ è gioco enorme, sviluppato lungo tre anni che hanno permesso a Treyarch di tornare su ogni modalità, espanderla e arricchirla. Questo non è stato sempre un bene, e il gioco sembra essersi sviluppato in modo ipertrofico e a volte incoerente, mentre le sue modalità non hanno a volte alcun rapporto l’una con l’altra. Anche la modalità Multiplayer soffre per questo, e si trova a combinare malamente uno stile di gioco ormai provato e solidissimo, ma forse già sorpassato, con novità (un focus sulla mobilità e influenze MOBA) mai sfruttate sino in fondo. Certo, è ancora il multiplayer di “Call of Duty: Black Ops 2” e, forse meglio, è ancora il multiplayer di “Call of Duty: Advanced Warfare”. Ma non riesce a essere molto di più e, mentre si preparano a uscire “DOOM”, “Overwatch” e “Battleborn” (e con “Halo 5: Guardians” già uscito), questo sarà probabilmente un problema. L’arrivo degli strumenti di modding il prossimo anno potrebbe però cambiare nuovamente le carte in tavola.

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