Spero che Caligula esca anche in Occidente

Ammetto di avere un debole per le ambientazioni scolastiche nei videogiochi. Le storie di formazione ambientate in un’età di trasformazioni come l’adolescenza continuano a toccarmi anche se l’adolescenza ormai è trascorsa. L’attrazione che gli adulti oggi provano per opere create per un un pubblico di bambini e di giovani adulti (gli “young adults”), dai cartoni animati di “Adventure Time” ai film di supereroi di Marvel Studios, alimenta un mercato in forte crescita. Siamo arrivati al punto in cui i maggiori consumatori dei prodotti per giovani adulti non sono, appunto, i giovani adulti, ma gli adulti: Amy Pattee, in “Is it Time to Move the Books: Considering Your Library’s YA Fiction Collection” propone allora di smetterla di parlare di “young adult” come un target, un pubblico, e di iniziare a considerarlo un genere, un genere che cerca di recuperare la genuina voce dei teenager. Eppure c’è, in questo ritorno a una letteratura originariamente pensata per ragazzini, un desiderio frustrato di giovinezza eterna, di un impossibile restare per sempre in un tempo di giovinezza, forza e magia, che non riesco a guardare in modo positivo e aproblematico. E qua arrivo a “Caligula”.

Caligula per PlayStation VITA: Persona

“Caligula” è, allo stesso tempo, un videogioco pensato per giovani adulti e un’analisi di quello che gli adulti cercano tornando, tramite libri, fumetti, videogiochi e film per ragazzi, all’adolescenza. Non dubito che, come molti giochi che trattano in modo problematico il fenomeno di cui sono parte, possa anche rivelarsi contraddittorio, ma sembra voler mettere insieme una serie di cose che ho sempre amato: un bel character design (realizzato da Oguchi), approfondimento psicologico, anche al costo di andare a scavare in qualche angolo piuttosto oscuro della mente dei personaggi, un sistema di combattimento interessante, una trama che ha effettivamente qualcosa da dire sulla società e… beh, un’ambientazione scolastica. Lo ho scritto subito che ho un debole per le ambientazioni scolastiche.

Quello che mi attira di “Caligula”, scritto da Tadashi Satomi, autore di “Persona e “Persona 2”, è, alla fine, quello che mi attira proprio della serie di videogiochi “Persona”. Mi attira il fatto che, differentemente da molti videogiochi di ruolo alla giapponese fantasy, mi metta in un’ambientazione riconoscibile, familiare, con cui posso immedesimarmi, e ci aggiunga degli elementi sovrannaturali che hanno però lo scopo di parlarmi del mondo in cui io vivo e non sono lì solo per il mio piacere e il mio divertimento. I “Final Fantasy” possono avere delle belle trame (ho dubbi che però si possano considerare “belle” le trame melodrammatiche e confuse della serie SquareSoft e poi Square Enix), ma la loro profondità si limita al massimo a qualche caratterizzazione dei personaggi e a qualche tema ambientalista e/o pacifista. “Persona 4”, invece, racconta di come i ragazzi si confrontano con la loro rappresentazione mediatica e li mette di fronte ai lati più spiacevoli di loro stessi. Lati che sono, alla fine, quelli più spiacevoli e nascosti di tutti noi.

Caligula per PlayStation VITA: Scuola

“Caligula”, di Aquria e FuRyu, segue nove personaggi, uomini e donne, bloccati nel mondo virtuale di Mobius, in cui tutti gli abitanti vivono come stereotipati studenti liceali, rinchiusi nell’eterna ripetizione della vita scolastica, dimentichi del mondo reale in cui hanno sofferto eventi traumatici. I protagonisti si rendono conto dell’illusione e formano allora un “Going Home Club”. Il nome deriva dall’uso, presente nei licei giapponesi, di formare varie associazioni studentesche, tra cui esistono anche gruppi che, semplicemente, si riuniscono per tornare tutti a casa insieme dopo le lezioni e farsi compagnia, dei “Club del ritorno a casa”. I membri del Club del ritorno a casa hanno acquisito anche un particolare potere, chiamato Catharsis Effect (“Effetto Catarsi”), che permette loro di sviluppare masse oscure utilizzabili come armi in combattimento.

Mobius è stato creato da μ (la ragazza in bianco col fiore tra i capelli), un software vocale (vocaloid) che ha a un certo punto sviluppato una sua personalità, il Dio di questa realtà virtuale a cui lei ha dato vita per salvare i protagonisti dalla durezza della realtà e offrire loro un’adolescenza eterna. Intorno a μ si muove un gruppo di studenti chiamato “Musicisti Ostinato” (“Ostinato Musicians”), che si oppone alla distruzione di Mobius da parte del Club del ritorno a casa e che sarà il principale antagonista del gioco. La musica ha insomma un ruolo importante in “Caligula”, diventando il modo con cui μ parla agli studenti, il modo con cui entra con loro in empatia e con cui lenisce i loro dolori, sino a fare loro perdere, però, personalità e intelligenza.

Caligula per PlayStation VITA: Vita scolastica

Anche come meccaniche, “Caligula” è molto simile agli ultimi “Persona”, alternando vita scolastica e simulazione di rapporti personali con l’esplorazione di dungeon e combattimenti a turni, e legando queste due fasi in modo che  l’una interagisca con l’altra. In “Persona”, per esempio, le relazioni che stringo con i miei compagni di party e altri personaggi non giocanti nelle parti di gioco in stile simulatore di appuntamenti mi permettono di potenziare le evocazioni che uso in battaglia e di ottenerne di nuove.

In “Caligula”, similmente,  posso comunicare con tutti gli alti studenti presenti, più di 500 diversi personaggi da imparare a conoscere, ognuno imprigionato in Mobius dal suo desiderio di fuggire dalla realtà, da un problema che lo opprimeva e che posso provare a risolvere insieme a lui per ottenere, tra le altre cose, nuove abilità. Il Casuality Linker, il grafico che mostra le mie relazioni con questi studenti, è quindi lo skill tree di “Caligula”. Gli studenti con cui sono riuscito a sviluppare una relazione approfondita possono partecipare alle battaglie come alleati (e 500 possibili personaggi sono davvero tanti), ma gli abitanti Mobius sono anche sottoposti a un processo chiamato “erosione”, la progressiva perdita di se stessi nella realtà virtuale causata dalla musica, che trasforma gli stessi personaggi non giocanti con cui posso parlare e fare amicizia nei nemici, i Digihead, che devo combattere nei dungeon governati da μ e dagli Ostinato. Trovo molto interessante anche questa idea, che sembra suggerire un’evoluzione dinamica e guidata dal gameplay del mondo intorno a me.

Caligula per PlayStation VITA: Sistema di combattimento

E qua si arriva alla parte dungeon crawler di “Caligula”. I nove personaggi giocabili sono differenziati dall’arma che usano, generata dal Catharsis Effect di ciascuno, e quindi dal loro modo di approcciare il combattimento. Gli approcci possibili sembrano tutti piuttosto classici: si va da personaggi tank a curatori a personaggi che attaccano corpo-a-corpo a personaggi che invece preferiscono mantenersi a distanza dei nemici. I combattimenti sono però caratterizzati dalla possibilità di vedere in anticipo il risultato delle proprie azioni tramite un sistema chiamato “Imaginary Chain” (“Catena immaginaria”). Ogni volta che seleziono un comando in battaglia vedrò una “fantasia”, una visualizzazione dei suoi effetti e della sua interazione con gli altri comandi che ho dato che facilita la creazione di attacchi concatenati tra personaggi diversi. Posso, per esempio, provare a lanciare un nemico in aria con un attacco e, se l’azione è possibile, comandare a un altro personaggio della mia squadra di colpirlo mentre è ancora sollevato da terra, in modo da massimizzare il danno. Esplorando i dungeon potrò inoltre trovare oltre 100 Stigma, oggetti equipaggiabili che nascono dai sentimenti cristallizzati degli abitanti di Mobius e differenti per statistiche e per abilità.

O almeno mi piacerebbe poterle trovare, ma “Caligula” sarà disponibile dal 23 giugno solo in Giappone e solo per PlayStation Vita. È difficile pensare che, in questa situazione, “Caligula” possa uscire anche in Occidente, dove la console portatile della Sony non è certo molto diffusa. Probabilmente, posso solo sperare in un successo tanto ampio da spingere rapidamente a un port su PlayStation 4 e su un’uscita europea, ma il rischio è, sennò, che io non possa mai giocare a “Caligula”. E sarebbe un peccato.

[Fonti: DualShockers, Gematsu]

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