Paws A Shelter 2 Game – Recensione

In “Paws: A Shelter 2 Game” sono un piccolo cucciolo di lince che si è perso, trascinato via dalla madre e dai fratelli dalla piena di un fiume e scaraventato nella buia notte di un mondo grande, ostile e sconosciuto. “Paws: A Shelter 2 Game” è un videogioco di piattaforme ed esplorazione in cui attraverso scenari piuttosto lineari e qualche pericolo seguendo le tracce della mamma lince. È però, soprattutto, un videogioco narrativo, il racconto di un micio che deve crescere e diventare indipendente e adulto e della sua amicizia con un cucciolo di orso.

Paws A Shelter 2 Game – Recensione: Shelter

I giochi della serie “Shelter” di Might and Delight hanno sempre usato il mondo degli animali, rappresentato in modo decisamente non realistico, per raccontare la maternità. Nel primo videogioco, intitolato appunto “Shelter”, sono una mamma tasso che deve portare in una nuova tana la sua cucciolata, nutrendola e difendendola nel percorso. È un viaggio pieno di rischi: uccelli rapaci cercano di ghermire i miei piccoli calando in picchiata dal cielo, animali notturni li rapiscono se, spaventati da qualche rumore, si allontanano da me, fiumi in piena possono trascinarli via e un incendio può ucciderli mentre ci nascondiamo dai predatori nell’erba alta e secca.

Perdere uno dei cuccioli, in “Shelter”, non provoca punizioni dal punto di vista del gameplay, non mi fa ricominciare da un checkpoint, non mi fa perdere vite. Non ho alcuno svantaggio a finire “Shelter” con meno cuccioli di quelli con cui ho iniziato, o persino senza nessun cucciolo, e anzi attraversare i vari pericoli è particolarmente più facile se sono da sola. Ma perdere uno dei miei piccoli mi provoca un dolore, un dolore reale, che raramente altri videogiochi hanno saputo darmi. La loro vita digitale è fragile e incerta, è totalmente affidata alle mie cure, e perdere uno di loro non è tanto un fallimento come videogiocatore, ma come persona. Come madre.

Paws A Shelter 2 Game – Recensione: Shelter 2

“Shelter 2” è un po’ diverso. Intanto, in “Shelter 2” sono una mamma lince, più spesso predatore che preda, e questo riduce di molto il senso di pericolo che provo per i miei cuccioli, che facilmente sopravvivono e diventano grandi e indipendenti. E poi “Shelter 2” non è più strutturato, come “Shelter”, in livelli lineari da attraversare, ma è ragionato come un open-world, seppur diviso in aree e in piccoli capitoli che mostrano il passare delle stagioni e la crescita dei felini.

Il risultato è molto meno efficace, anche se una buona quantità di aggiornamenti, una modalità a difficoltà superiore e un’espansione, intitolata “Mountains”, sono pian piano riuscite ad arricchire l’esperienza complessiva di “Shelter 2”. “Shelter 2” non ha però quel senso di pericolo, di fragilità, di responsabilità che rendono significativa e speciale l’esperienza di “Shelter”. In “Shelter 2” ho sempre il controllo della situazione, sono sempre la regina della tundra, la signora del mondo del gioco, la migliore cacciatrice. Esistono, certo, pericoli troppo grandi persino per me, predatori ancora più feroci, ma è semplicemente troppo facile evitarli, anche senza volerlo, e non incontrarli mai per tutta la durata della partita. Anche per questo, “Shelter 2” non riesce a dare l’idea di un eco-sistema vivo, di vite che fanno parte della stessa catena alimentare, dello stesso ciclo di vita e morte, tema che è invece centrale nella serie e nel toccante e amaro finale del primo “Shelter”.

Paws A Shelter 2 Game – Recensione: Gameplay

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In questo, “Paws: A Shelter 2 Game” assomiglia a “Shelter 2”. Sono una piccola creatura sperduta nell’ignoto ed effettivamente i livelli, seppur lineari e non particolarmente lunghi, riescono a dare questa idea di enormità, di incommensurabilità tra me, il cucciolo, l’uomo, e la Natura. La presenza di due tipi di oggetti collezionabili (degli oggetti dorati e i pezzi di un puzzle che raccontano la mia storia) incoraggia poi a esplorare con cura le varie zone. Ma la sensazione di pericolo, di minaccia incombente e concreta, non c’è, ed effettivamente mancano reali ostacoli. In “Shelter” originale ogni distrazione viene pagata con la morte di uno dei cuccioli, e invece “Paws: A Shelter 2 Game” passa tranquillo, in sole 2 ore (al massimo 3), senza grosse difficoltà.

La breve durata di “Paws: A Shelter 2 Game” non permette inoltre di sviluppare le sue meccaniche (e anche in questo il gioco assomiglia a “Shelter 2”). Posso saltare, correre e posso usare il mio olfatto per individuare le prede di cui cibarmi (una meccanica sostanzialmente inutile in “Paws: A Shelter 2 Game” e avanzata da “Shelter 2”) e seguire le tracce e l’odore di mia madre, attivando (come in “Shelter 2”) una modalità equivalente all’Occhio dell’Aquila di “Assassin’s Creed”. O alla Modalità Detective di “Batman: Arkham”. O alla Visione Spettrale di “La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor”. Ma le sezioni platform vere e proprie non sono mai molto complesse o creative, e si limitano a salti tra gradoni o attraverso piccoli crepacci, mentre la meccanica dell’olfatto e alcuni indizi visivi mi dicono sempre dove andare, non dandomi mai la sensazione di essere davvero perso.

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Anche la collaborazione con il cucciolo di orso che incontro e su cui posso montare per raggiungere aree più elevate è limitatissima. È una mancanza che rappresenta la vera debolezza del gioco, perché non permette mai di creare un vero rapporto, attraverso le meccaniche e il gameplay, tra l’orsacchiotto e me, la lince, anche se questo rapporto vorrebbe essere centrale in “Paws: A Shelter 2 Game”. In “Shelter” originale la dipendenza dei cuccioli è reale, è radicata nella meccanica: in “Shelter” è il gameplay a creare la narrazione. Nella brevità di “Paws: A Shelter 2 Game”, invece, non trova neanche posto una interessante collaborazione tra i due personaggi e la loro amicizia non viene costruita.

A questo si aggiungono altri problemi del gameplay di “Paws: A Shelter 2 Game”: i controlli non sono mai particolarmente puliti, non sembrano (e non sono) pensati per permettermi movimenti precisi, e le collisioni sono a volte totalmente sbagliate. E quando scrivo “totalmente sbagliate” intendo dire che mi è capitato di essere colpito da un cigno (una delle uniche due vere minacce del gioco, insieme alle volpi) che si trovava a diversi metri da me. “Paws: A Shelter 2 Game”, come dicevo all’inizio, non è semplicemente pensato per essere un gioco, una sfida, ma è un racconto interattivo in cui le meccaniche hanno pochissimo spazio anche a discapito della narrazione stessa.

Paws A Shelter 2 Game – Recensione: Grafica, sonoro e dolcezza

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In “Paws: A Shelter 2 Game” ci sono, comunque, momenti piacevoli e ben pensati e atmosfere e ambientazioni affascinanti. Il cucciolo di lince e l’orsacchiotto sono dolcissimi insieme, ed è meraviglioso guardare il micino mentre si arrampica sull’amico o mentre cavalca con lui un tronco d’albero per superare un lago. Sì, in “Paws: A Shelter 2 Game” c’è un cucciolo di lince che naviga su un tronco d’albero insieme a un orsacchiotto, e i due animaletti guidano la navigazione remando con le zampine. È adorabile. Se decidete di giocare a “Paws: A Shelter 2 Game” solo per questo vi capisco benissimo, perché la cucciolosa dolcezza dei due protagonisti è effettivamente una delle migliori caratteristiche del gioco, insieme alla sua parte visiva e alla sua parte sonora.

Perché grafica e colonna sonora, come al solito composta dagli ottimi Retro Family, sono deliziose. Might and Delight ha ormai sviluppato uno stile visivo riconoscibile per la sua serie “Shelter”, con pochi poligoni, texture geometriche e una sintesi che tende persino all’astrazione. In “Paws: A Shelter 2 Game” è chiaro che ormai lo studio padroneggia con competenza questo linguaggio, riuscendo a sfruttarlo per creare ambienti meravigliosi, da oscure e nebbiose foreste e cieli stellati con risultati spesso degni di un libro illustrato, non accontentandosi di riciclare gli asset creati per “Shelter 2”. La grafica, così come in parte il gameplay, è però inficiata da qualche bug e qualche glitch di troppo, e dall’introduzione di un violento (davvero violento) effetto di profondità di campo che non mi sembra favorire la qualità complessiva di “Paws: A Shelter 2 Game”.

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Paws A Shelter 2 Game – Recensione: In conclusione…

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Dopo il piccolo, ma riuscito, “Shelter”, lo studio Might and Delight è tornato a parlare di maternità e del ciclo della vita in “Shelter 2”, non raggiungendo però gli stessi risultati. Alcuni dei problemi di “Shelter 2” vengono ereditati anche da “Paws: A Shelter 2 Game”, un videogioco narrativo di piattaforme e avventura che fa da spin-off alla serie principale, spostando l’attenzione dalla madre a un cucciolo che si è perso e cerca di tornare a casa. Mentre, nonostante frequenti glitch e bug e una generale mancanza di pulizia, lo stile visivo di “Paws: A Shelter 2 Game” conferma la qualità della direzione artistica di Might and Delight, e la colonna sonora del gioco conferma la qualità delle composizioni di Retro Family, la brevità dell’esperienza non valorizza né le meccaniche né la narrazione. Così, “Paws: A Shelter 2 Game” non riesce a dare la dovuta forza al racconto dell’amicizia tra il cucciolo di lince protagonista e l’orsacchiotto che lo accompagna per parte del gioco, amicizia che vorrebbe essere invece al centro di questa dolcissima storia di formazione. “Paws: A Shelter 2 Game” è disponibile su Steam, GOG, Green Man Gaming e Indie Game Stand nella Pitter Patter Edition, a €17,99, con la colonna sonora e il racconto interattivo “The Lonesome Fog” (che non ho avuto la possibilità di provare ma che potrebbe rivelarsi assai interessante). Su Steam è disponibile anche un’edizione base a €14,99.

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