Skyrim Special Edition – Recensione

Skyrim fa parte di quella schiera speciale dei giochi che vanno provati almeno una volta nella vita. Espressione massima dello stile Bethesda, e per questo comunque sconsigliata a chi non riesce proprio a farsi calare giù questo modo di intendere il gioco di ruolo, il quinto The Elder Scrolls, lanciato nel 2011 per PC, PlayStation 3 e Xbox 360, ebbe il merito di saper affiancare la solita sconfinata vastità dei titoli di questo genere ad ambientazioni da urlo, una storia interessante e una colonna sonora dai tratti epici. Nell’epoca in cui si usa “rimasterizzare” per le console di generazione corrente praticamente qualsiasi prodotto abbia avuto anche un minimo di successo, Bethesda non poteva esimersi dal riproporre il suo Skyrim su PlayStation 4 e Xbox One: sperando che sia solo l’antipasto a quel The Elder Scrolls 6 di cui, al momento, si sa davvero poco. Il risultato finale potrebbe deludere qualcuno, entusiasmare altri, dipende dal proprio punto di vista.

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Mi spiego subito: il motore grafico di questa Special Edition di Skyrim è lo stesso del gioco originale. Bethesda ha lavorato semplicemente per abbellirlo e renderlo più moderno e vicino ai titoli per PlayStation 4 e Xbox One. Ecco allora che debutta un nuovo sistema di luci volumetriche, una gestione più accurata del campo visivo dinamico, shader inediti che rendono acqua e neve ancora più realistici e belli da vedere e in generale una palette di colori più accesa e che rende maggior giustizia alle ambientazioni di Skyrim. A ciò devono aggiungersi le prestazioni: risoluzione nativa a 1080p e 30fps rock solid. Sì, il team di sviluppo ha preferito “limitarsi” ai 30 frame per secondo: è una scelta che in fin dei conti non cambia le carte in tavola, essendo questo un prodotto in cui la frenesia dell’azione è comunque piuttosto relativa e si passa gran parte del tempo in esplorazione, ma che può logicamente deludere. Ripeto: il motore grafico non è affatto cambiato, e i suoi anni purtroppo li mostra eccome, e quindi sarebbe stato lecito aspettarsi una spinta verso i 60fps. Così non è avvenuto, magari si poteva semplicemente dare possibilità di scelta al giocatore dandogli modo di selezionare il frame rate più adatto alle sue preferenze (sacrificando magari qualcosa in termini di dettaglio per maggiori prestazioni) invece di forzare la decisione a una sola possibilità.

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Detto questo, su quanto effettivamente questi cambiamenti abbiano inciso sul motore grafico occorre valutare la cosa da due differenti punti di vista (e mi ricollego alla frase del paragrafo di apertura): se avete giocato Skyrim su PlayStation 3 e Xbox 360 noterete una bella differenza, non solo per i nuovi effetti inseriti, ma anche semplicemente per la maggior risoluzione e il maggior dettaglio, oltre a una pulizia visiva nettamente superiore. Se invece avete giocato la versione PC questa Special Edition potrebbe deludervi: la differenza non è così marcata da giustificare l’acquisto (del resto il prezzo è solo leggermente inferiore rispetto a quello di un gioco nuovo) e i nuovi effetti, seppur graditi, non scombinano più di tanto le carte in tavola. Va detto comunque che chi gioca su mouse e tastiera e possiede la Legendary Edition originale, può ottenere gratuitamente la nuova Special Edition.

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Ma è chiaro che questa edizione nasca soprattutto per i giocatori PlayStation 4 e Xbox One che, oltre a miglioramenti grafici, vedono l’introduzione del tanto desiderato supporto alle mod che su PC, si sa, sono letteralmente in grado di trasformare il gioco. Ora, non aspettatevi di vedere su console le stesse possibilità, tuttavia le mod disponibili sono comunque interessanti e soprattutto di ogni genere: da leggeri miglioramenti grafici a praticamente dei piccoli trucchi per rendere più veloce la progressione del gioco. Proprio per questa ragione è stato deciso di bloccare il sistema di trofei/obiettivi nel momento in cui si applicano delle mod al proprio salvataggio: decisione controversa secondo alcuni, giustificata per quanto mi riguarda, dato che alcune mod sono praticamente dei trucchi old-school veri e propri. E a quel punto arrivare al Platino o ai 1000g sarebbe davvero una sciocchezzuola. Il consiglio, nel caso si volessero provare le mod, è quello di farsi un salvataggio a parte in cui poter sfogare tutta la propria curiosità. Il sistema viene comunque in aiuto del giocatore segnalando quali salvataggi sono “macchiati” dalle mod e quali invece sono totalmente “puliti” e permettono ancora la progressione verso nuovi trofei e obiettivi. Quella delle mod resta in fondo un’introduzione che ci voleva e che funziona, nonostante qualche pesante limitazione presente soprattutto su PlayStation 4.

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Per il resto, il gioco è Skyrim: uno sconfinato e ricco gioco di ruolo ambientato in un mondo che mischia fantasy e medioevo in un modo che ricorda a tratti Il Signore degli Anelli, a tratti altre saghe di questo genere. Un gioco epico che ha il merito di saper tenere incollato allo schermo per diverse ore di fila grazie alle tante attività presenti e all’assoluta libertà di scelta lasciata al giocatore: del resto, potete decidere praticamente subito se seguire la trama principale, unirvi a una Gilda o farvi semplicemente i fatti vostri esplorando in lungo e in largo l’enorme ambientazione, alla scoperta di segreti e nuovi nemici. E se il piatto di Skyrim è già di per sé molto ricco, ad aggiungere pepe alla situazione arrivano le tre principali espansioni: Dawnguard, Heartfire e Dragonborn. Sono state direttamente integrate alla campagna principale, quindi ad un certo punto degli eventi vi avviseranno della possibilità di prendere parte a queste avventure, che aggiungono altre ambientazioni, quest e storie da seguire. Insomma, se vi lasciate catturare da quello che è comunque lo stile un po’ particolare dei giochi Bethesda, potreste spendere su Skyrim davvero centinaia di ore.

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Skyrim: Special Edition – Recensione: Commento finale

La Special Edition di Skyrim svolge il compitino senza eccellere. I miglioramenti grafici sono piuttosto evidenti per chi avesse giocato l’originale su PlayStation 3 e Xbox 360, ma l’engine mostra comunque il peso degli anni (e nonostante tutto si è scelto di limitare il frame rate a 30 fps). L’introduzione delle mod, seppur con qualche limite, è un’aggiunta finalmente gradita, a cui si affiancano le tre espansioni originali che hanno il merito di rendere ancora più profondo un gioco incredibilmente longevo. Skyrim è eccezionale ancora oggi, questa Special Edition non è entusiasmante come mi sarei aspettato, soprattutto per il prezzo “quasi” pieno al quale viene venduta. L’acquisto è consigliato a scatola chiusa soltanto a coloro che non avessero ancora giocato il quinto The Elder Scrolls: per tutti gli altri, soprattutto per chi lo avesse amato all’epoca, è un acquisto da tenere seriamente in considerazione, ma meglio a prezzo scontato. Il voto presente in calce è una media perfetta tra il 9 che ancora Skyrim in sé può meritarsi e il 7 per la realizzazione della Special Edition.

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