Warner Bros è riuscita a incasinare la vendita di un DLC di beneficenza

Warner Bros. Interactive Entertainment non sta passando un buon periodo per quanto riguarda l’apprezzamento di media e pubblico. Da quando rilasciò la versione PC di “Batman: Arkahm Knight”, un port realizzato a risparmio che arrivò nei negozi con molti problemi costringendo la compagnia persino a ritirarlo dal mercato (e a rimetterlo infine in vendita senza assicurare di poter risolvere tutti i bug), Warner Bros. ha attirato negativamente le attenzioni dell’opinione pubblica guadagnandosi uno status di “osservato speciale” che “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) ha solo confermato.

Inizialmente accogliemmo con gioia l’annuncio di “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”): il primo capitolo, “Middle-earth: Shadow of Mordor”, è tuttora uno dei più interessanti open-world d’azione mai creati e il suo Sistema Nemesi, che sviluppa e personalizza i nemici in base al mio comportamento, è una caratteristica che mi stupisco ancora non sia stata copiata da molti concorrenti, per esempio da Ubisoft in “Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands”. “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) sembrava prendere i lati positivi di “Middle-earth: Shadow of Mordor” e farli esplodere in un modo ancora più rivoluzionario, con un nuovo Sistema Nemesi che avrebbe influenzato non solo lo sviluppo dei nemici ma anche dei territori tramite le Fortezze Nemesi. Un open-world con elementi sandbox in cui i personaggi non giocanti e il mondo di gioco si evolvono con me.

Poi arrivò il trailer in cui scoprimmo che Shelob, il demone ragno de “Il Signore degli Anelli”, sarebbe stato presente in “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) come donna sexy in abito da sera e non come mostruosa creatura semi-divina. Poi arrivò la presentazione delle micro-transazioni e scoprimmo che, pur essendo un gioco prevalentemente single-player, “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) mi avrebbe permesso di spendere valuta reale per forzieri in cui avrei trovato elementi di gioco come gli Orchi. Siccome la serie “Middle-earth: Shadow”, e soprattutto “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”), è incentrata sul controllare mentalmente gli Orchi dell’esercito di Sauron per creare un proprio esercito, poterli ottenere da forzieri di vario prezzo con contenuti di varia rarità è qualcosa con un importante peso sul gameplay. Non solo: mentre festeggiammo “Middle-earth: Shadow of Mordor” per il modo in cui la narrazione, il rapporto tra il protagonista Talion e i suoi nemici, nasceva naturalmente e in modo organico dal gameplay, come potremo dire altrettanto di un gioco in cui gli Orchi escon fuori da forzieri?

Il fatto che ne “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”) ci sia anche una modalità multiplayer anche classificata in cui forse (Warner Bros. non è al momento disposta a confermare o a smentire ciò) sarà possibile usare gli Orchi acquistati con valuta reale e perderli definitivamente in caso di morte non migliora per niente la situazione. Così, quando è arrivato l’annuncio del DLC “Middle-earth: Shadow of War – Forthog Orcslayer” Warner Bros. ha immediatamente attirato più di un sospetto.

Qua la situazione diventa esageratamente delicata, e spero che sia possibile affrontarla con la dovuta delicatezza. Mike “Forthog” Forgey era produttore esecutivo di Monolith, una persona stimata e amata dallo studio in cui lavorava. Forgey è morto di tumore durante lo sviluppo di “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”)  e Monolith ha deciso di creare all’interno del gioco un Orco che riproponesse il suo aspetto fisico, il suo soprannome e che usasse la sua chitarra come ascia per decapitare i nemici e aiutare Talion nella sua avventura come Forgey aveva sempre aiutato i suoi amici. Non ho nessun dubbio che le intenzioni di Monolith siano sincere.

L’Orco Forthog è venduto nel DLC “Middle-earth: Shadow of War – Forthog Orcslayer”, che è stato presentato nel suo trailer come un DLC di beneficenza: costa 5 dollari (5 euro) ma sino a fine 2019 per ogni DLC venduto Warner Bros. verserà 3,5 dollari della somma incassata alla famiglia di Mike Forgey. Mi risulta che 3,5 dollari sia più o meno quello che Warner Bros. incassa dalla vendita di un DLC da 5 dollari dopo aver tolto le spese, quindi fin qui va tutto bene. Il problema è che leggendo le scritte in piccolo alla fine del trailer scopro che in realtà Warner Bros. verserà in beneficenza solo i ricavi del DLC ottenuti da vendite negli Stati Uniti d’America, e anche alcuni Stati degli USA sono esclusi. Mentre alcuni riportarono correttamente la notizia (noi rinunciammo a riportarla appunto perché esclusi) altri non si accorsero delle condizioni applicate da Warner Bros. e la notizia diffusa fu che qualsiasi acquisto del DLC “Middle-earth: Shadow of War – Forthog Orcslayer” avrebbe contribuito alla causa. I limiti furono confermati dall’account Twitter di “Shadow of War”: acquistare il DLC fuori dagli USA, in Canada per esempio, non avrebbe aggiunto denaro alla donazione.

Le leggi sulla beneficenza possono essere complesse e non posso e non voglio entrare ora nel comportamento che Warner Bros. dovrebbe tenere in ogni singolo Stato del mondo per donare i proventi di “Middle-earth: Shadow of War – Forthog Orcslayer”. È assolutamente possibile che ci siano dei problemi materiali e legali a presentare l’acquisto del DLC come un atto di beneficenza per alcuni Stati anche in Nord America e che Warner Bros. non abbia potuto fare diversamente, ma l’errore di comunicazione e il sospetto che sia un errore voluto restano. Il mio consiglio, il mio appello, per Warner Bros., è che la compagnia trovi un modo alternativo per donare gli incassi del DLC alla famiglia di Forgey, per esempio semplicemente donando 3,5 dollari per ogni DLC venduto, indipendentemente da dove questo DLC sia stato acquistato. Non dovrebbero esserci problemi legali a usare questa formula, ma se ci sono Warner Bros. li spieghi e dissipi questi sospetti, non trasformi una buona occasione per ricordare una persona e aiutare una famiglia nell’ennesimo pessimo momento della promozione de “La Terra di Mezzo: L’ombra della guerra” (“Middle-earth: Shadow of War”).

Warner Bros., a dire il vero, è già intervenuta a proposito, con una dichiarazione che non ha spiegato però cosa sia successo. “Né Warner Bros. Interactive Entertainment né Monolith Productions otterranno profitti dalle vendite del DLC Forthog Orc-Slayer, indipendentemente da dove il DLC sia venduto” ha dichiarato la compagnia a Eurogamer. Non è una dichiarazione molto chiara, non spiega perché ci sia quella scritta nel trailer, non spiega perché l’account Twitter abbia già affermato il contrario, non spiega se abbiano deciso di cambiare strategia dopo le proteste. Comunque, per quanto la situazione resti dubbia, pare (e dico “pare”) che possiate alla fine acquistare “Middle-earth: Shadow of War – Forthog Orcslayer” anche in Europa e in Italia e dare un aiuto alla famiglia di Forgey.

fonte Eurogamer
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