The Chinese Room spiega perché ha deciso di prendersi una pausa

The Chinese Room è lo studio responsabile per il fondamentale “Desr Esther” (2012), un’opera programmatica del genere che sarebbe stato definito “walking simulator” (“simulatori di camminata”, in modo inizialmente dipregiativo), per “Amnesia: A Machine for Pigs” (2013), seguito di “Amnesia: The Dark Descent” di Frictional Games e per “Everybody’s Gone to the Rapture (2015), realizzato in collaborazione con Santa Monica Studio e pubblicato da Sony, responsabile di un clima tanto tossico da contribuire (insieme ad altre serie ragioni) a spingere la co-fondatrice Jessica Curry a un parziale ritiro. Curry è restata però alla direzione e ha continuato a lavorare alle musiche dei giochi di The Chinese Room. L’ultimo gioco pubblicato dallo studio è stato “So Let Us Melt”, un’esperienza per Google Daydream (il visore per la Realtà Virtuale di Google per Pixel e altri smartphone Android di ultima generazione), uscito pochi giorni fa, e altri giochi ancora sarebbero attualmente in lavorazione. Lo studio ha però deciso di rallentare e di rinunciare per il momento ad avere una squadra di sviluppo.

L’annuncio viene dal co-fondatore (e marito di Jessica Curry) Daniel “Dan” Pinchbeck, che ne ha scritto sul blog della compagnia e ha poi ulteriormente spiegato le ragioni della scelta in una lunga intervista su Eurogamer. I motivi sono principalmente finanziari, sono legati alla difficoltà di sopravvivere come studio e di dover mantenere una squadra, seppur piccola, di sviluppatori. Ma c’è anche la difficoltà di restare in buona salute, di sopravvivere come esseri umani, in un’industria difficile e senza la volontà di scendere a compromessi. Alla fine di luglio, quando si avvicinava già la fine della lavorazione di “So Let Us Melt”, la compagnia si è ridotta ai soli due membri fondatori, avvisando in anticipo tutti i dipendenti e aiutandoli a trovare lavoro in altre squadre di sviluppo. “Siamo creatori, fondamentalmente, e i nostri ruoli stavano rendendo sempre più difficile essere coinvolti in prima persona nelle cose che amiamo e per cui abbiamo fatto nascere la compagnia. Ci vogliamo prendere tempo per capire come comportarci, come essere dei creativi e non dei manager.”

The Chinese Room è famosa per i suoi walking simulator, ma ora avrebbe voluto lavorare su qualcosa di più convenzionale e dalla dimensione (e dal costo) più ambiziosi: “Little Orpheus”, un progetto non ancora annunciato ma per cui devono ricevere dei fondi europei, e “13th Interior”, un videogioco di ruolo survival horror precedentemente noto come “Total Dark”. Pinchbeck si è accorto di non poter semplicemente tenere in piedi lo studio mentre aspetta che questi due progetti siano avviati, che i fondi arrivino e che ci siano magari investimenti da parte di produttori disposti a finanziare un processo di sviluppo che sia però anche umanamente sostenibile, per esempio rinunciando a spingere The Chinese Room al crunch (intenso e sregolato orario di lavoro solitamente legato all’ultimo periodo dello sviluppo).

Ci sono questi giochi che vogliamo fare. E c’è un modo in cui vogliamo farli. E se c’è una fondamentale incompatibilità tra questo e la possibilità di lavorare nell’industria, ce ne andremo. Quello che non faremo sarà finire a fare giochi che non vogliamo in un modo in cui non vogliamo farli. Siamo ancora essere umani e dobbiamo essere felici alla fine della giornata. Voglio vedere mio figlio. Voglio stare con la donna che amo. Se la scelta per me deve essere star rinchiuso in un ufficio sino alle dieci o alle undici di notte e ogni fine settimana, senza poter tornare a casa, senza poter vedere il mio bambino, senza poter trascorrere tempo con Jess [Jessica Curry] ma ehi per fortuna in questo modo posso creare giochi… non mi interessa, me ne vado. Farò qualcosa di diverso, piuttosto.”

The Chinese Room esiste quindi ancora, ma si è ridotta a soli due membri e non ha al momento una squadra di sviluppo. “Non è la fine, ma solo una pausa. I giochi resteranno in vendita, i gadget, le colonne sonore, il tour di Dear Esther, tutto continuerà. Le cose andranno avanti a piccoli passi: parleremo ai fan, saremo su Twitter, faremo come al solito ma… lo faremo di meno. Siamo ancora al lavoro su The 13th Interior (prima conosciuto come Total Dark), siamo io e Andrew e Jess, e stiamo andando avanti fin quando non potremo avere una vera squadra al lavoro, e abbiamo piani (e i fondi) per lavorare su un prototipo di little Orpheus a fine anno. Quindi ci siamo ancora., ma non siamo più una squadra di sviluppo completa e attiva al momento.”

fonte The Chinese Room Eurogamer
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