Lauree honoris causa in Italia finalmente anche per i videogiochi

Oggi Kazunori Yamauchi, direttore e creatore della serie “Gran Turismo” di Sony, una serie da 76 milioni di copie che nel 2017 compie 20 anni e lancia il nuovo “GT Sport”, è diventato “dottore” in Italia. Yamauchi, che oltre a essere game designer è anche pilota professionista di auto da corsa, ha ricevuto la Laurea honoris causa in “Ingegneria del Veicolo” presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e questa è la prima laurea honoris causa che viene concesso in Italia a un autore di videogiochi e in generale il primo riconoscimento accademico che l’Italia dà a un autore di videogiochi.

La laurea honoris causa avrebbe uno scopo e, soprattutto, una normativa che la regola. Si tratta di una normativa piuttosto vetusta, in quanto per capire come può essere conferito un simile titolo bisogna andare a scartabellare persino i regi decreti, scoprendo così che la laura honoris causa servirebbe a segnalare una persona che, attraverso opere e pubblicazioni, ha dimostrato una tale competenza nella materia da poter esser giudicato da una Facoltà come laureato. Non si tratta per niente di una laurea minore o di un semplice titolo onorifico, ma di una laurea vera e propria che permette di fregiarsi del titolo di “dottore”. In Italia abbiamo visto negli ultimi anni un moltiplicarsi di lauree ad honorem inutili date a grandi nomi per pubblicizzare la facoltà e non per premiare davvero la competenza del premiato: Valentino Rossi è dottore in “Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni” alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino Carlo Bo, Vasco Rossi è laureato in “Scienze della comunicazione” alla Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano e il ministro dell’Interno Minniti potrebbe riceverne una in “Relazioni internazionali” dall’università per stranieri di Perugia.

Le ragioni che hanno portato ad assegnare a Kazunori Yamauchi la Laurea Honoris Causa, presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, sono l’impegno e la competenza applicati al design di automobili Gran Turismo, e la creatività e la padronanza tecnica nello sviluppo di videogiochi di guida altamente realistici. Capacità dimostrate anche dal coinvolgimento di Yamauchi nella progettazione di concept cars in collaborazione con numerose case costruttrici con le quali lo sviluppatore giapponese ha collaborato; per citarne solo alcune General Motors, Merceds-Benz, Toyota, Bugatti, Fittipaldi Motors.

“La decisione del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di conferire a Kazunori Yamauchi la Laurea Magistrale in Ingegneria del Veicolo – ha affermato il Magnifico Rettore Unimore prof. Angelo O. Andrisano – conferma il legame ormai solido che si è creato, anche fuori dai confini nazionali, tra il nostro Ateneo e il tessuto produttivo. E’ significativo che, nell’anno del decollo dell’Automotive Academy Unimore e della nuova laurea internazionale in Advanced Automotive Engineering a tenere idealmente a battesimo queste due iniziative strategiche, venga un manager e un tecnico che sta lasciando un’impronta nella storia del design di automobili Gran Turismo e nello sviluppo dei simulatori di guida, con ricadute nel panorama automobilistico”.

Come è chiaro dal comunicato stampa, che ho in parte riportato qua sopra, la laurea honoris causa a Kazunori Yamauchi resta un’iniziativa promozionale della facoltà (e di Sony?), e certo sarebbe stato bello vedere il mondo accademico italiano riconoscere importanza a un autore italiano, ma apprezzo che il mondo accademico abbia almeno riconosciuto la fama di un uomo come Yamauchi, fondamentale nella storia di un intero genere videoludico, il videogioco di corse automobilistiche, a partire dal suo “Gran Turismo” del 1997.

E Kazunori Yamauchi ha realmente competenze compatibili con questo titolo di studio e, da anni, lavora come consulente per case costruttrici di automobili, dando pareri su progetti automobilistici ancora allo stadio embrionale con le sue conoscenze ingegneristiche e da sportivo. La sua opera ha già ricevuto riconoscimenti come il “Grand Prize of Creativity” al Festival Internazionale dell’Automobile di Parigi (2015), l’ex direttore del design di General Motors, Clay Dean, è arrivato ad affermare che Yamauchi sia capace di lavorare a qualsiasi progetto automobilistico, ma il game designer ha collaborato insieme al suo studio Polyphony Digital anche con Mercedes-Benz e Toyota, per esempio creando all’interno di “Gran Turismo” una versione di prova della Toyota FT-1 in modo che la macchina potesse essere provata in un ambiente simulato prima di entrare in produzione. La collaborazione tra case automobilistiche e “Gran Turismo” ha anche portato nel videogioco, tramite il progetto Vision GT, macchine non realmente esistenti, come la Bugatti Vistion GT, la Mercedes AMG Vision GT e la Fittipaldi EF7 Vision Gran Turismo, ma tanto credibili da essere a volte diventate reali in seguito: la Bugatti Vision GT è stata la base per la Bugatti Chiron e Fittipaldi EF7 Vision Gran Turismo arriverà anche su strada dopo aver percorso le strade, virtuali, di “GT Sport”.

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