Photo Mode, quando la fotografia entra nel videogioco
Tutto ebbe inizio con Gran Turismo 4, uscito in anteprima nel 2024 e primo, fra i videogame, a offrire una Photo Mode di assoluto livello. Di cosa si tratta? È lo strumento che consente di allestire un set fotografico all’interno di un videogioco, mettendo l’azione in pausa e andando a scattare foto di quello che ci interessa, lavorando sulla luce, sul fuoco, sui filtri, sull’inquadratura.
E se prima era un semplice screenshot, oggi la Photo Mode è uno strumento di tendenza, che piano piano sarà riconosciuta come forma d’arte e che, già da oggi, aiuta i programmatori nello sviluppo dei loro prodotti.
Il ruolo della fotografia nel gaming
Che la fotografia fosse importante per la creazione di un videogame per alcuni può essere una scoperta di oggi, ma in realtà è un fatto assodato. Nella fase di texturing, ad esempio, i programmatori devono creare delle trame grafiche realistiche e dettagliate e per farlo possono partire proprio dalle foto. Più queste sono fatte bene, più nel videogame si potrà godere di una luce definita, di una composizione fatta a regola d’arte. Un grande aiuto, in questo senso, lo ha dato la tecnica HDR, High Dynamic Range, che cattura una gamma molto ampia di luminosità e crea effetti veramente interessanti.
Dai videogame alle slot machine online il discorso non cambia, anzi, la fotografia è stata ed è tuttora un elemento essenziale nel processo di crescita e di trasformazione dalle slot tradizionali e classiche a quelle da bar disponibili oggi sulle principali piattaforme di gioco, dove la definizione, la cura dei dettagli e la precisione nei particolari sono parametri fondamentali nel successo o meno di un titolo.
Fotografare i videogiochi
La fotografia nei videogiochi è anche utilizzata per testare la qualità di quel titolo, come dimostra Giuseppe Giordano in questo articolo di Esquire: “Uno degli aspetti che rende un photo mode un buon photo mode è la qualità cinematografica del videogioco: vale ad esempio per The Last of Us Remastered e The Last of Us 2”. E con la photo mode si possono apprezzare le espressioni facciali del protagonista di Yakuza 6: The Song of Life oppure il mondo vegetale e i suoi particolari in The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild. O ancora, nel caso di Spider Man, si riesce a creare un legame tra la fotografia e il mestiere di Peter Parker, che è proprio quello del reporter.
Ma la fotografia dei videogame è soprattutto una forma d’arte, come dimostra il caso di Debora Ferrari e Luca Traini, che con il loro progetto Neoludica raccolgono i principali game artist italiani. Un nome fra tutti, quello di Cristiano Bonora, della Vertical Gaming Photography, che ha spiegato così la sua passione per la Game Art: “Sono sempre stato affascinato dal linguaggio delle locandine cinematografiche e voglio sperimentare con una fotografia che entri nel vivo dell’azione e nella narrazione del gioco”.
Parole e storie che fanno capire quanto la fotografia abbia cambiato i videogame, ma anche come i videogame stanno cambiando la fotografia.