Gaming, un mercato in crescita tra i giovani tra opportunità e rischi

Il peso del gaming è sempre più importante nell’economia italiana, ma non mancano questioni da risolvere come quelle relative alla sicurezza e alla salute.

Un mercato in salute, che continua a crescere e ad aumentare il proprio giro d’affari. Così gli esperti descrivono il gaming italiano, un settore che solo nel 2023 è stato in grado di generare 2 miliardi e 300 milioni di euro di giro d’affari, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente.

Lo sottolineano i numeri di IIDEA, Italian Interactive Digital Entertainment Association, nel report annuale “I videogiochi in Italia” che conferma come il nostro paese sia uno tra i primi 5 mercati a livello comunitario. Questo perché il pubblico di base, nella nostra penisola, è solido e variegato: 13 milioni di appassionati, con un’età che si aggira dai 6 ai 64 anni e un’età media di 30. Il 31% della popolazione italiana, insomma, è appassionata di giochi e videogame, e a farlo sono soprattutto i giovani.

Il 30,4% dei videogiocatori italiani, infatti ha tra i 6 e i 17 anni, il 73% gioca almeno 1 ora a settimana, il 17% almeno 1 ora al mese e solo il 10% gioca solo 1 volta l’anno. Dati questi che vengono confermati anche dalla redazione di Giochi di Slots che, citando una recente analisi del Sapar, evidenzia un aumento significativo dei giovani che praticano il gioco d’azzardo online rispetto al 2021. La percentuale di ragazzi che non giocavano mai è scesa dall’94% all’87% mentre cresce dal 1% al 3% coloro che giocano settimanalmente e dal 4% al 7% quelli che giocano da una volta all’anno fino a dodici volte. Una tendenza che riflette la grande accessibilità del gioco online spesso senza barriere d’ingresso, una situazione che rende i giovani più vulnerabili alle molteplici offerte online. Per questo motivo si è tornato a parlare di misure come introdurre lo SPID o altre forme di identità digitale per accedere alle piattaforme di gioco, così da monitorare l’età degli utenti e scongiurare l’accesso ai minori. Tra le regioni con maggiore partecipazione dei giovani sono quelle centrali d’Italia, dove tra l’altro le ragazze giocano più frequentemente dei ragazzi, con il 6% che gioca settimanalmente contro l’1%. La maggior parte dei giocatori, infine, ha tra i 15 e i 18 anni (17%) e frequenta le scuole superiori (18%), giocando mediamente da una a dodici volte l’anno (10%).

Di gioco online e videogame aveva parlato di recente anche Elisa Fazzi, presidente Sinpia, la società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza: “E’ importante non demonizzare i videogiochi poiché possono anche offrire opportunità uniche per l’apprendimento e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, per favorire le abilità cognitive e sociali, offrendo occasioni di divertimento e la possibilità di creare scenari ricchi di fantasia”. La ricetta, conclude l’esperta, è quella di investire sulla consapevolezza, sulla conoscenza dei rischi, sul ruolo di genitori e adulti nel creare equilibrio tra gioco e altre attività. Un passaggio fondamentale per la crescita dei nostri ragazzi.

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