Smartphone per giocare, come riconoscerli: le caratteristiche del dispositivo

Il settore dei videogiochi rappresenta ormai il fulcro dell’industria dell’intrattenimento ed è diventato molto più accessibile rispetto ad una decina di anni fa. Gran parte del merito va ai dispositivi portatili come gli smartphone, che consentono infatti di giocare a veri e propri videogame attraverso lo schermo, senza dover disporre di altre periferiche come i controller. Al giorno d’oggi tutti noi siamo in possesso di un cellulare e anche chi è più in là con gli anni e cerca un passatempo poco impegnativo per svagarsi finisce spesso e volentieri con lo scaricare qualche app di intrattenimento, come accade d’altronde dai tempi del fenomeno mediatico “Ruzzle”, un vecchio giochino basato sulla conoscenza del vocabolario. Alcuni software, però, sono molto più elaborati di altri, occupano uno spazio maggiore e richiedono più risorse al sistema. Per poter eseguire correttamente questi giochi, quindi, c’è bisogno di un hardware all’altezza. Il processore Snapdragon è sicuramente uno dei più impiegati quando si parla di gaming.

Quando si acquista uno smartphone e si ipotizza di utilizzarlo anche per giocarlo, allora bisogna prestare particolare attenzione alle caratteristiche tecniche. Questo perché il comparto grafico dei videogame pensati per il mercato mobile si è evoluto notevolmente negli ultimi anni. Tra animazioni e quant’altro, per godere di un’esperienza all’altezza lo schermo minimo consigliato è da 7 pollici, così da scongiurare la visualizzazione di immagini troppo deformate e irrispettose delle loro dimensioni naturali.

Alle volte, nell’impossibilità di fornire all’utente una risoluzione ottimale in tutto e per tutto (il minimo sindacabile oggi è di 1.280×720 pixel), i bordi dello schermo vengono riempiti con degli spazi neri, riducendo l’immagine vera e propria. La dimensione del touchscreen è importante anche perché è lì che si trovano i vari comandi e deve essere tale da permettere ai giocatori sia di impugnare il telefonino sia di giocare comodamente con l’uso delle dita. I tempi del Game Boy sono belli che andati, quindi lo schermo deve risultare un po’ più spazioso rispetto a quello delle console portatili del passato.

Un altro fattore non indifferente che può influenzare le decisioni sugli acquisti è rappresentato dal refresh rate, vale a dire la frequenza con cui si aggiornano le immagini sullo schermo. Per il semplice utilizzo quotidiano bastano 60Hz, ma per chi vuole giocare sono consigliati 90Hz o 120Hz. Lo smartphone non è certo prestante come un computer, ma pretendere la fluidità di un gioco è il minimo per un gamer. Anche la batteria vuole la sua parte, perché utilizzando app tanto dispendiose è naturale che la sua durata sarà ridotta rispetto a quella di un cellulare usato soltanto per chiamate e messaggi. Le batterie migliori per il gaming partono dai 5.000 mAh, ma va messo in conto che devono essere ricaricate una volta al giorno.

Chiaramente, anche la memoria del dispositivo è fondamentale. Quando si scarica un gioco, questo occupa generalmente una manciata di GB, ma a furia di aggiornamenti e update lo spazio occupato sullo smartphone aumenta a vista d’occhio. Ormai grazie alla rete si trovano attrazioni di tutti i generi, dalle soluzioni per giocare a poker ai videogame in 3D, ma va da sé che questi ultimi hanno bisogno di un dispositivo più potente dei primi per funzionare adeguatamente. Chi intende giocare con lo smartphone deve possedere almeno sui 128 GB di memoria, così da poter scaricare anche più di un gioco. Anche la RAM deve essere naturalmente corposa, superiore ai 10 GB. Se il proprio smartphone soddisfa questi requisiti, si ha la certezza di avere tra le mani una potenziale sala giochi in piena regola.

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