Hideo Kojima da Konami a Kojima Productions

Hideo Kojima è stata una delle colonne di Konami per 29 anni e, sino a un anno fa, sembrava destinato a risollevare le sorti della azienda e di “Silent Hill” con “Silent Hills”, nato dalla collaborazione con Guillermo del Toro. La storia ha voluto diversamente: Konami si è mostrata poco propensa a investire in grandi e costose produzioni come nuovi capitoli di “Silent Hill” e si è spostata altrove. L’azienda è stata pesantemente ristrutturata, mentre i suoi profitti (che restano elevati) cominciavano ad arrivare prevalentemente dai giochi sviluppati per il mercato mobile come free-to-play.

In questo processo sono evidentemente sorti molti attriti tra la dirigenza Konami e Kojima, attriti che hanno portato alla chiusura dei suoi studi Kojima Productions, all’abbandono del progetto di “Silent Hills” e, infine, all’addio definitivo di Kojima. Addio che è stato più e più volte negato dalla stessa Konami, ma che si è poi concretizzato ufficialmente pochi giorni fa con la nascita del nuovo studio indipendente di Kojima (di nuovo, Kojima Productions) e con l’accordo con Sony per un primo gioco in esclusiva per la PlayStation 4. Ho deciso di ripercorrere, tappa per tappa, rumor dopo rumor, la strada che ha portato a questo sconvolgimento.

Marzo: Kojima scompare dal materiale di Metal Gear Solid 5

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È il 19 marzo 2015 quando comincia a girare la notizia che Hideo Kojima lascerà Konami dopo la realizzazione di “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain”. Il rapporto tra Kojima Productions e Konami era arrivato a un punto di rottura: i membri dello studio, secondo una fonte di GameSpot, avevano ormai accesso limitato a mail e telefoni aziendali e non erano più dipendenti fissi di Konami ma solo liberi professionisti pagati per un singolo progetto. Konami preferiva persino non farli partecipare alla promozione di “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain”. Il nuovo contratto di Kojima sarebbe scaduto a dicembre, e già sembrava chiaro che l’autore se ne sarebbe andato.

Intanto, il logo della Kojima Productions scompariva da tutto il materiale legato a “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain”, che non veniva più pubblicizzato come “a Hideo Kojima game”. Kojima Productions, insomma, smetteva di esistere, travolta dalla ristrutturazione della azienda che non voleva più piccoli studi con una loro indipendenza, ma gruppi di sviluppatori guidati da strutture centrali, come chiarito da una successiva dichiarazione di Konami. “Come abbiamo già annunciato, stiamo spostando la nostra struttura di produzione verso un sistema controllato da alcuni grandi quartieri generali, in modo da stabilire un base operativa salda capace di rispondere ai repentini cambi del mercato che guidano l’intrattenimento digitale. Konami Digital Entertainmente (Kojima incuso) continuerà a sviluppare e supportare i prodotti della serie Metal Gear.”

Ma in una dichiarazione successiva Konami aggiunge dettagli sospetti. Dopo aver di nuovo affermato che “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain” uscirà come previsto e che sarà realizzato da Hideo Kojima la dichiarazione passa a parlare dei piani futuri di Konami riguardo alla serie di “Metal Gear Solid”. “Come prossimo passo nella serie, Konami ha già deciso di sviluppare un nuovo titolo di Metal Gear. Terremo colloqui per selezionare lo staff che si occuperà dello sviluppo del gioco. Se siete interessati vi incoraggiamo a contattarci attraverso la pagina apposita sul sito ufficiale di Konami.” Veniva piuttosto chiaramente affermato che, insomma, Kojima non avrebbe lavorato a un successivo titolo della serie, che era però già in programma.

Aprile: Silent Hills di Kojima e del Toro viene cancellato

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Notevole il fatto che le dichiarazioni non parlino però di “Silent Hills”. Si cominciò allora a temere che non fosse più nei piani di Konami portare avanti il progetto, e le cose diventarono ancora più sospette quando il 26 aprile Konami annunciò che P.T., il trailer giocabile di “Silent Hills”, sarebbe stato a breve rimosso dal PlayStation Store e non sarebbe più stato scaricabile. A informarne i giocatori è un breve annuncio sul sito ufficiale: “Il periodo di distribuzione di P.T. (Playable Teaser) sul PlayStation Store finirà mercoledì 29 aprile”.

Mancava ancora un qualsiasi annuncio della cancellazione del gioco, ma del Toro, al San Francisco Film Festival, affermò che “Silent Hills” non sarebbe avvenuto. Almeno, questo fu quello che venne riportato in un tweet del giornalista Matt Hackney. La stampa ipotizzò che però il progetto potesse andare avanti, pur senza del Toro, poiché secondo IGN in realtà il regista stava parlando solo della sua collaborazione e non di tutto il gioco.

Anche Norman Reedus, celebre interprete della serie “The Walking Dead” (in cui fa la parte di Daryl Dixon, personaggio assente nel fumetto) doveva partecipare al progetto. Sarebbe stato lui a dare volto e voce al protagonista di “Silent Hills”, e a questo punto è lui a intervenire, commentando su Twitter le voci sulla chiusura di “Silent Hills” in un modo che lasciava poche speranze: “Superaffranto per questo [la cancellazione di “Silent Hills”] perché davvero non vedevo l’ora. Spero in qualche modo ricapiti l’occasione. Chiedo scusa a tutti.”

Ma ancora nessun annuncio ufficiale! Anzi, inizialmente (il 27 aprile) Konami fa intendere, in uno dei suoi soliti comunicati pieni di nondetto nipponico e aziendale, che il progetto continuerà anche senza queste importanti collaborazioni: “Il nostro periodo di contratto con Reedus è concluso, ma continueremo a sviluppare la serie di Silent Hill.” Messa ulteriormente sotto pressione dal caos provocato da tante notizie senza controllo, Konami decise di approfondire la questione il giorno stesso, mandando una comunicazione ufficiale a GameSpot. “Konami è impegnata a sviluppare nuovi titoli di Silent Hill, ma il progetto, ancora nello stato embrionale, chiamato “Silent Hills”, sviluppato con Guillermo del Toro e con un protagonista con le fattezze di Norman Reedus, non continuerà“.

Aprile: Konami si ritira alla borsa di New York

Difficile entrare dentro le complesse decisioni finanziarie di colossi come Konami, ma mentre annunciava la cancellazione di un successo annunciato che avrebbe fatto rinascere una delle sue serie di punta, l’azienda diceva volontariamente addio alle borse newyorkesi. Konami aveva già avvertito gli investitori di questa decisione a novembre, e avrebbe riempito la necessaria documentazione il primo aprile, ritirandosi dal New York Stock Echange a partire dal 24 aprile. La motivazione ufficiale è che il 99,71 percento del movimento azionario della compagnia era avvenuto, nel 2014, nelle borse giapponesi e di Londra. La manovra, secondo Polygon, avrebbe consentito a Konami di risparmiare almeno $5 milioni di dollari all’anno. Insomma, è tempo di risparmiare e non di investire in titoli ad alto budget.

Maggio: Konami dichiara di volersi concentrare sui giochi per dispositivi mobili

L’8 maggio 2015 la nuova strategia di Konami, tutta al risparmio, comincia a diventare più evidente. In un resoconto finanziario Konami sottolinea che i videogiochi free-to-play saranno l’area chiave del successo aziendale e vede opportunità di sviluppo sia grazie al settore mobile sia grazie all’introduzione di elementi presi dai giochi nati per il settore mobile in opere da console. Insomma, afferma l’importanza di mettere micro-transazioni ovunque. Il 14 maggio, parlando al giornale giapponese Nikkei, il nuovo presidente dell’azienda Hayakawa afferma che “La nostra principale piattaforma saranno i dispositivi mobili”. “Il videogioco si è diffuso su un gran numero di piattaforme, ma alla fine la piattaforma a cui ci sentiamo più vicini e quella mobile. Il futuro del gioco sta nelle piattaforme mobili.” E non ha tutti i torti: il mercato giapponese dei videogiochi si è spostato verso le piattaforme mobili a partire almeno dalla crisi economica del 2008.

Luglio: Kojima Productions viene definitivamente sciolta

Ma che fine ha fatto intanto Kojima Productions? Le sue tracce son scomparse dagli annunci ufficiali riguardanti “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain” e Konami parla sempre meno di Hideo Kojima e del suo ruolo. Il 10 luglio interviene sulla questione Otsuka Akio, doppiatore di Solid Snake e Big Boss nei titoli della serie “Metal Gear Solid”: “Kojima Productions è stata sciolta, ma sembra che il lavoro per cui la squadra ha speso il suo completo impegno sia quasi finito. […] Anche se questa è la fine, Metal Gears Solid è immortale!”.

Infatti, il 14 luglio il logo di Kojima Productions e la scritta “a Hideo Kojima game” scompaiono anche dalla copertina del gioco, unico luogo in cui sino a quel momento erano rimasti. Una strana mossa, anche dal punto di vista del marketing, che certo poteva solo guadagnare da un maggior coinvolgimento di Kojima nella sua promozione e nella permanenza del suo celebre nome in copertina.

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Agosto: Konami tratta i dipendenti come prigionieri

Secondo un articolo di Nikkei rilanciato da Kotaku le condizioni di lavoro in Konami sono nettamente peggiorate dopo il 2010, quando il successo del videogioco per smartphone “Dragon Collection” mostrò alla dirigenza che si potevano fare grandissimi guadagni spendendo pochissimo nella realizzazione di un gioco. Come risultato del cambio di direzione di Konami l’intera sezione che si occupa videogiochi è stata sconvolta: Kojima Productions per esempio si chiama ora, a quanto pare, “Dipartimento di Produzione Numero 8” e non ha neanche più l’accesso a internet dai suoi computer.

Ma l’intera vita lavorativa dei dipendenti, come descritta nell’articolo, sembra uscita da una distopia orwelliana. Il nome di chi si attarda troppo durante la pausa pranzo viene annunciato pubblicamente, le telecamere nei corridoi servono a monitorare le attività dei dipendenti e chi lavora in Konami (escluse le persone che si occupano di vendite e relazioni pubbliche) ha un indirizzo email casuale che varia ogni tot mesi. Quest’ultima abitudine è in realtà in uso presso Konami da parecchio tempo, e fa in modo che le altre compagnie non possano contattare i dipendenti per fare offerte di lavoro. L’ultimo punto riportato dall’articolo di Kotaku è però il più terrificante: gli sviluppatori di videogiochi che non servono più vengono riciclati in altri lavori come guardie di sicurezza, personale di pulizia nella palestra della compagnia o operai alla fabbrica di macchine per il pachinko di Konami. Questa sorte può toccare anche a stimati sviluppatori e producer che hanno lavorato a titoli famosi. Konami controlla anche i post su facebook del personale: un ex dipendente annunciò sul social network che avrebbe cambiato lavoro e chi dei suoi colleghi mise “mi piace” al post si trovò presto arrangiato in una diversa posizione nell’azienda.

Bisognerebbe però capire quali di questi comportamenti sono dovuti a un pessimo ambiente lavorativo che si è creato in Konami negli ultimi anni, quali sono perversioni della società giapponese e quali sono semplicemente falsi. Jim Sterling ha dedicato a questo tema un interessante video, che inizia mostrando la beffa: dopo aver annullato “Silent Hills” Konami ha realizzato una slot-machine dedicata alla serie di “Silent Hill”. Perché, se non lo sapete, Konami fa parecchi soldi con la fabbricazione di macchine per giochi d’azzardo come il pachinko. È terribile ed è una vera presa in giro.

Il risultato della ricerca di Sterling (che ha chiesto a sue fonti) è che alcuni dei fatti citati sono falsi (Konami non punisce i dipendenti per i “mi piace” su Facebook), che altri sono comuni a tutta l’industria videoludica giapponese e che esistono cose ancora peggiori, e vere, che però non sono uscite fuori. Secondo le fonti di Sterling Konami per esempio obbliga i dipendenti a passare attraverso un lungo (da una a due settimane) e laborioso processo di approvazione per ogni azione che potrebbe costare denaro alla azienda. Alla fine dell’articolo troverete alcune dichiarazioni di Kojima riguardo a come è lavorare in una grande compagnia, e una delle cose che lo hanno spinto infine a diventare indipendente è proprio questa. Inspiegabilmente (almeno secondo me) Konami scoraggia poi in tutti i modi la comunicazione tra diversi settori dell’azienda.

Ma ancora peggiore, secondo le fonti di Sterling, è l’atteggiamento dei vertici verso la storia del videogioco e della loro stessa azienda. I capi di Konami mostrano apertamente disprezzo e disinteresse verso il passato della compagnia e si rifiutano di riconoscere il valore persino dei loro migliori sviluppatori, negandone l’importanza chiave. Per Konami i giochi sono insomma marchi che hanno successo in quanto marchi promossi dal marketing della azienda, indipendentemente da chi li sviluppi.

Settembre: Esce Metal Gear Solid 5 The Phantom Pain di Hideo Kojima

“Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain” esce l’1 settembre, e ha l’atteso successo totalizzando un incasso di 179 milioni di dollari nel solo giorno di uscita. Il gioco ha un Metacritic superiore a 90 per tutte e tre le piattaforme su cui è pubblicato (PlayStation 4, Xbox One e PC) e viene lodato per le sue meccaniche e i suoi elementi open-world. Le critiche si concentrano soprattutto sulla complicatissima trama, difficilmente affrontabile da chi non è veramente esperto della serie di “Metal Gear Solid”, e sulla ridicola sessualizzazione del personaggio di Quiet. Se non sapete chi è Quiet, sappiate che è un’assassina che deve stare mezza nuda perché respira dalla pelle. Sì, qualcuno ha davvero scritto un personaggio simile senza sentirsi ridicolo. Ma il successo di “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain” comincia forse a far capire a Konami che ci sono ancora possibilità di guadagno realizzando grandi giochi con le sue serie storiche.

Ottobre: Hideo Kojima lascia Konami

Il 9 ottobre, secondo The New Yorker, Hideo Kojima lascia il suo ufficio a Konami e l’azienda, tenendo una festa di addio con un centinaio di ospiti in quella che fu la sede della Konami Productions. L’articolo de The New Yorker cerca anche di capire come sia avvenuta la rottura, concentrandosi sulla scomparsa dei videogiochi per console in Giappone a favore dei giochi per dispositivi mobili e sulle difficoltà economiche che il modo meticoloso, e costoso, di lavorare di Kojima hanno causato a Konami. “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain” è costato molto di più del previsto, e la cifra necessaria per il suo sviluppo è stata infine stimata intorno a ben 80 milioni di dollari.

La risposta di Konami arriva il giorno dopo (20 ottobre) attraverso Tokyo Sports. “Al momento, Kojima è un nostro dipendente. Al momento, Kojima e la sua squadra di sviluppo stanno finendo di sviluppare Metal Gear Solid 5 si stanno prendendo un po’ di tempo di riposo dal lavoro. Siccome il tempo di sviluppo dei giochi per console è tanto lungo è normale che la fatica si accumuli ed è comune che i dipendenti si prendano un periodo di vacanza quando lo sviluppo del gioco è finito.” Sul serio: hanno detto che Kojima era in vacanza. E, riguardo alla festa di addio, Konami afferma di non avere idea di quale genere di evento si trattasse. Simon Parkin, autore dell’articolo de The New Yorker, ha immediatamente difeso la sua versione dei fatti sbugiardando Konami e pubblicando su Twitter una foto “della festa di addio di Kojima avvenuta il 9 ottobre a Konami, festa di cui Konami afferma non essere a conoscenza.”.

Novembre: Konami chiude Kojima Productions Los Angeles

Il 3 novembre si diffonde la notizia che Konami, poco meno di due mesi prima di Natale, ha chiuso il suo studio a Los Angeles lasciando senza lavoro almeno 20 dipendenti. Lo studio era nato nel 2013 come parte della Kojima Productions e aveva lo scopo di aiutare lo sviluppo di “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain” occupandosi della sua parte online, “Metal Gear Online”. In marzo, durante la ristrutturazione dell’azienda, lo studio era stato rinominato Konami Los Angeles Studio e lo sviluppo di “Metal Gear Online” era stato trasferito alla sede giapponese di Konami poco prima dell’uscita di “Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain”-

Il giorno successivo Konami conferma le voci con una dichiarazione rilasciata a Polygon. “Konami ha preso la decisione di chiudere il suo Los Angeles Studio con effetto immediato, in quanto le sue risorse di sviluppo stanno venendo concentrate in una unità più centralizzata. Questa struttura ha contribuito ai recenti giochi della serie Metal Gear Solid. Konami continuerà a supportare tutti i titoli di Metal Gear Solid, incluso il recente Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain e Metal Gear Online. Metal Gear Online uscirà come previsto su PC tramite Steam nel gennaio 2016.” Proprio negli stessi giorni pare che a Konami si ricominci a parlare concretamente di sviluppare nuovi titoli della serie “Metal Gear Solid”, anche senza Kojima. Forse ancora più interessante è che, secondo quanto scritto su Nikkei e riportato da Kotaku, Konami voglia continuare a investire molto sulla serie, continuando a realizzare quindi giochi ad alto budget.

Dicembre: Rinascita di Kojima Productions

Hideo Kojima lascia Konami il 15 dicembre e si mette subito in azione, fondando un nuovo studio e stringendo un accordo con Sony per sviluppare una esclusiva per PlayStation 4 (destinata poi a uscire però anche su PC). La notizia viene inizialmente diffusa da Nikkei ma in brevissimo tempo Sony la conferma ufficialmente con un video che mostra Andrew House, presidente e CEO di Sony, annunciare insieme a Hideo Kojima la nascita del nuovo studio dell’autore, Kojima Productions, e la collaborazione.

In una successiva intervista rilasciata a IGN Kojima racconta qualcosa di più sulla rinata Kojima Productions, pur mantenendo il silenzio sulla natura di questo primo videogioco. Per ora lo studio non ha ancora una sede ed è costituito da sole quattro persone, tra cui Kojima stesso, Yoji Shinkawa (direttore artistico di “Metal Gear Solid”) e il producer Kenichiro Imaizumi (anch’esso coinvolto nella serie di “Metal Gear Solid”). Anche se Kojima sta attivamente cercando di mettere insieme una più grande squadra di sviluppo, la nuova Kojima Productions manterrà delle dimensioni ridotte, che le assicureranno una maggiore agilità. Kojima ha inoltre detto che, anche se lo studio nasce per sviluppare giochi e si concentrerà su questo (soprattutto all’inizio), potrebbe dedicarsi poi anche ad altre cose, come la realizzazione di film o di opere di animazione. Magari, dice Kojima, con Guillermo del Toro, con cui è ancora deciso a collaborare.

In un’altra intervista, pubblicata il 18 dicembre su The New Yorker, Kojima chiarisce un po’ i motivi che hanno portato alla rottura con Konami. Non può  certo parlarne apertamente, perché il contratto firmato con i vecchi datori di lavoro glielo vieta, ma riesce comunque a far intendere bene il clima in cui la scissione è maturata. “L’unico modo per creare giochi eccellenti è avere come obiettivo il mercato globale. Ma per avere come obiettivo il mercato globale, chi gestisce il progetto deve avere una acuta conoscenza di quello che può funzionare e la volontà di prendersi rischi“.

“Se sei concentrato solo sui profitti immediati la Storia ti lascerà indietro e ti sarà impossibile recuperare il terreno perduto.” La prospettiva sembra già totalmente diversa da quella di Konami, concentrata a realizzare piccoli giochi per cellulare e non la grande narrativa interattiva che Kojima ha in mente. Ma l’autore poi si sofferma a parlare un po’ più nel dettaglio della sua esperienza nella grande industria del videogioco giapponese. “Quando lavori per grandi aziende, soprattutto se giapponesi, ogni singola piccola cosa ha bisogno di essere approvata, e devi compilare documenti per tutto. Ora che sono indipendente posso fare ciò che voglio molto più velocemente. Non devo perdere tempo in inutili presentazioni per i vertici. Mi faccio carico io del rischio. Quando ero in una compagna poi le mie dichiarazioni personali potevano essere prese come l’opinione ufficiale dell’intera compagnia. E quindi alla fine non potevo dire niente”.

Dicembre: Konami vuole realizzare altri titoli di Metal Gear Solid

Come abbiamo già visto, Konami ha sin da marzo sostenuto di voler realizzare nuovi titoli della serie “Metal Gear Solid” e di stare cercando sviluppatori interessati a prendere il posto di Hideo Kojima nel loro sviluppo. Il 18 dicembre, con un tempismo anche un po’ triste, Konami ripete l’annuncio, pubblicando l’offerta di lavoro sul suo sito ufficiale: “AAA Cercasi staff di sviluppo per New Metal Gear”. Curiosamente, nell’annuncio è indicata oltre che alla sede di Tokyo anche quella di Los Angeles, quella chiusa da Konami appena un mese prima. Konami Los Angeles Studios dovrebbe essere quindi riaperta, ma con nuovi dipendenti non legati a Kojima e alla Kojima Productions.

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