This War of Mine The Little Ones – Recensione

Pavle si lascia cadere su una sedia di legno costruita per l’occasione. Con lo sguardo rivolto verso il vuoto accende una sigaretta, che in tempi così complicati arriva come una benedizione. Bruno gli si avvicina, incerto, poi decide di prendere un’altra sedia e sedersi al suo fianco. “Katia è morta”, esordisce improvvisamente Pavle rivolgendosi all’amico senza smuovere lo sguardo. “Lo so”, risponde laconicamente Bruno. Pavle continua a non muoversi: “Sai pensavo davvero che ce l’avremmo fatta. Dopotutto in venti giorni eravamo riusciti a rendere abitabile questa topaia. Letti per tutti, poltrone, libri, persino caffè e sigarette! È come essere a casa, se ignoriamo le bombe che rompono il silenzio intorno a noi e il fatto di poter uscire soltanto la sera per evitare i cecchini”. Bruno sorride amaramente: “Come essere a casa… “. Pavle si alza in piedi e questa volta guarda direttamente quello che è ormai rimasto come l’unico compagno in quella terribile lotta per la sopravvivenza: “Ti faccio una promessa: quando la guerra sarà finita, cercherò la famiglia di Katia. Costi quel che costi. Se sono ancora vivi, è giusto che abbiano il suo corpo e che qualcuno dica loro cosa è successo”. Pavle esplode in un pianto disperato, Bruno lo stringe forte attorno a sé: “Ce la faremo”, gli dice quasi sussurrando. “Ce la faremo…”. Era il ventunesimo giorno sotto le bombe, ma dalla radio non arrivavano buone notizie. La guerra sembrava interminabile.

Questo è This War of Mine.

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This War of Mine The Little Ones – Recensione gameplay

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Il fatto di aver voluto iniziare questa recensione con un mini-racconto della nostra esperienza di gioco, rendendo un po’ più profondi i dialoghi tra i personaggi, permette di capire quanto ci possa immedesimare in questa produzione anche senza un comparto narrativo di rilievo. This War of Mine The Little Ones è un gioco di guerra diverso da tutti gli altri: non è uno sparatutto che permette di indossare i panni del solito soldato-eroe impegnato al fronte, ma è un gestionale/survival che offre la possibilità di vivere il conflitto dal punto di vista dei civili. Il titolo, cui drammaticità è ispirata a eventi realmente accaduti durante l’Assedio di Sarajevo, protrattosi per ben quattro anni, racconta dello scontro tra il governo e alcune forze ribelli. Per stanare quest’ultimi, le forze governative hanno deciso di circondare la città impedendo il rifornimento di qualsiasi aiuto, di tipo alimentare o medico. La classica mossa pensata per portare il nemico allo stremo, con l’aggravante che in questo modo ne paga le conseguenze principalmente la popolazione, costretta a lottare anche solo per potersi scaldare. Il giocatore diventa dunque pienamente partecipe di questo dramma.

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This War of Mine inizia fornendo all’utente tre sopravvissuti da una lista di dodici personaggi predefiniti, tutti con le proprie caratteristiche e soprattutto il proprio passato. A questo punto il gioco si divide in due fasi. La prima è quella diurna, in cui bisogna gestire le risorse a disposizione e far sì che l’edificio in cui ci si è rifugiati diventi quantomeno accettabile per condurvi una vita all’interno, in attesa che l’assedio finisca. Controllando liberamente uno dei tre personaggi e sfruttandone le caratteristiche personali, bisogna gestire le risorse a disposizione per la costruzione di oggetti fondamentali per la sopravvivenza: un fornello in cui cucinare il cibo crudo, una stufa per scaldarsi, letti in cui dormire, un depuratore per avere acqua pulita, una trappola per catturare topi e avere carne da mangiare e così via. Durante il giorno, bisogna fare attenzione alle esigenze di ogni personaggio a disposizione: farlo mangiare quando avrà fame, metterlo a letto se si sentirà stanco, curarlo se dovesse ammalarsi, sostenerlo se avrà compiuto un’azione tale da deprimerlo. È impossibile avere partite uguali perché il tutto è accompagnato da un sistema che genera in maniera assolutamente casuale eventi o imprevisti: la capacità dell’utente sta tutta dunque nel saperli fronteggiare a dovere, in modo da arrivare con almeno uno dei personaggi ancora vivo al termine della guerra.

Si passa alla notte: in questo caso bisogna decidere chi mandare in avanscoperta per scovare risorse negli edifici nelle vicinanze, mentre gli altri potranno riposare o fare la guardia, dato che le incursioni dei banditi sono all’ordine del giorno. È in queste situazioni che si prendono le decisioni più dure in This War of Mine: capiterà sovente di trovarsi dinnanzi a un ricco bottino, salvo scoprire che l’edificio era abitato da altre persone che di quel cibo, ad esempio, hanno chiaramente bisogno. Cosa fare? Provare a trovare un accordo, prendere tutto per sé lasciando gli altri morire di fame o semplicemente tornare a mani vuote mettendo a rischio sé stessi e i propri compagni? Non è affatto semplice, anche perché ogni decisione presa ha dirette conseguenze sul morale della squadra: nei casi più estremi, specialmente quando ci si trova costretti ad uccidere qualcuno, si può arrivare persino alla depressione che rende il personaggio ormai incontrollabile, perché ha perso la voglia di vivere.

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E bisogna sottolineare come le perlustrazioni notturne rischino di essere spesso un viaggio di sola andata: gli imprevisti sono dietro l’angolo e la morte è definitiva, dato che il sistema gestisce automaticamente i salvataggi senza la possibilità di tornare indietro. Può sembrare apparentemente una scelta di level design che porta il gioco a essere frustrante, e in certe circostanze è anche vero, tuttavia non ci sentiamo di criticarla appieno perché si sposa perfettamente con lo stile crudo e realistico che lo sviluppatore ha voluto improntare a questa produzione. Certo, essere costretti a ricominciare la partita da zero perché sono deceduti tutti i personaggi non è una cosa piacevole da un certo punto di vista, dall’altro tuttavia permette di notare le diverse situazioni che si trovano ad affrontare volta per volta, sebbene il modus operandi dei primi giorni di sopravvivenza sia bene o male sempre lo stesso. È anche vero però che imparando dai propri errori si finisce per essere sempre più bravi e attenti nella partita successiva.

Uscito per la prima volta lo scorso anno per PC, This War of Mine propone qualche contenuto inedito in questa edizione per PlayStation 4 e Xbox One. Tra questi spicca certamente l’introduzione dei bambini che, se finiscono a far parte del proprio gruppo, rendono ancora più deprimente e difficile la situazione. Non sono degli adulti e di conseguenza vanno accuditi in tutto e per tutto e bisogna trovare il modo di distrarli dal disastro che sta accadendo fuori dalla casa: un orsacchiotto di peluche diventa spesso un potente fascio di luce nell’oscuro tunnel senza fine della guerra in cui si trovano loro malgrado protagonisti i piccoli. E con la loro ingenuità, che viene resa da brevi dialoghi, finiscono per spiazzarvi in un momento che è già molto complicato e difficile di suo.

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Tecnicamente parlando, This War of Mine colpisce per un’atmosfera eccezionale, a cui contribuisce uno stile grafico unico, con tratti che sembrano disegnati a matita, e da una colonna sonora essenziale ma efficace ad accompagnare le sessioni di gioco. Il sistema di controllo riadattato per pad non è estremamente comodo come quello per PC, dato che i personaggi vanno accompagnati per ogni singolo movimento e i combattimenti non brillano per comodità, ma risulta comunque funzionale e raramente frustrante.

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Commento finale

This War of Mine The Little Ones torna su PlayStation 4 e Xbox One portando con sé quel carico di crudezza e realismo della guerra che lo aveva già reso famoso lo scorso anno su PC. Non è un gioco bellico come tanti e certamente non è per tutti: si vive nei panni del civile stretto dalla morsa di un assedio interminabile, costretto a prendere anche le decisioni più atroci solo per la sua sopravvivenza. Questo crea un’atmosfera unica nel suo genere, ma che in certi momenti risulta persino troppo pesante e deprimente. È un prodotto tosto, spesso difficile da digerire, ma che ci sentiamo di consigliare a coloro che fossero interessati a provare una vera e propria esperienza e vivere la guerra da un punto di vista differente del solito soldato invincibile. Ne varrà la pena, specialmente quando riuscirete a strappare un sorriso a un bambino che vorrebbe solo tornare fuori a giocare, invece di nascondersi da bombe e banditi.

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