Ubisoft: il vero problema di The Division sono i giocatori

“Tom Clancy’s The Division” di Ubisoft, dopo un lancio dal successo assicurato per la sua pressante campagna pubblicitaria, si è rivelato un gioco con una trentina di ore di contenuti, un end-game PvP da sistemare e un endgame PvE (i cosiddetti “Raid”, “Incursioni”) all’inizio totalmente assente, e solo ora leggermente leggermente arricchito con una missione sopravvivenza arena. E ha un sacco di bug, problemi che sembra impossibile eliminare in modo stabile (le quest giornaliere continuano a scomparire per errore). Ma, secondo Ubisoft, il vero problema di “Tom Clancy’s The Division” sono i suoi giocatori.

Il moderatore di Ubisoft DigitalHitmann ha infatti scritto sul forum ufficiale Ubisoft che “il più grande problema in questo momento è la tossicità della comunità, la differenza tra poveri e ricchi. La gente è arrabbiata perché alcuni giocatori che, forse, hanno dedicato il loro tempo a livellare e a guadagnare nuovo equipaggiamento prima della patch ora sono nettamente superiori di chi non ha avuto tempo da dedicare al gioco”.

La comunità di “Tom Clancy’s The Division” ha naturalmente accolto con gioia la notizia. Finalmente ora sanno di essere loro il problema del videogioco, sanno che il problema di “Tom Clancy’s The Division” sono “i poveri” (“the have-nots” in originale, cioè “i non abbienti”) che si lamentano. L’ho già sentita questa cosa, diverse volte: se un sistema non funziona, se ha difetti che devono essere corretti, la colpa è di chi protesta, perché chi protesta è un invidioso che non si è impegnato abbastanza e ora si lamenta della sua povertà. Immagino che potremo presto leggere una dichiarazione di Ubisoft in cui si dissocia dalle affermazioni del suo moderatore, ma l’evento chiarisce (ed esacerba) il conflitto in corso tra almeno una parte della comunità dei giocatori e gli sviluppatori.

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