Everything di David OReilly si qualifica all’Oscar con il suo trailer

“Everything” di David OReilly ha raggiunto un interessante primato: il suo trailer, più di dieci minuti di gameplay quasi senza soluzione di continuità sovrapposti all’audio di lezioni del filosofo novecentesco Alan Watts (audio presente anche nel gioco completo) è il primo trailer di videogioco preso in considerazione per un Oscar. Il trailer, intitolato “Everything: Gameplay Film” è stato inserito nella lista dei possibili candidati per un Academy Award all’interno della categoria “miglior cortometraggio di animazione” dopo aver vinto il premio della giuria al VIS Vienna Shorts, un festival austriaco di cortometraggi. David OReilly è un animatore, quindi non c’è da stupirsi sul fatto che sappia come creare una narrazione in un cortometraggio.

Ora, io non sono un esperto di cinema (lo ripeto ogni volta che mi trovo a recensire un film tratto da videogioco) o di storia del cinema, ma non credo che ci siano stati molti trailer candidati a un Oscar o anche solo presi in considerazione (anche se la vittoria di alcuni premi, come nel caso di “Everything”, inserisce automaticamente in queste liste). Allo stesso tempo, il fatto che il trailer, la ripresa del gameplay, di “Everything” abbia tanto valore, quasi da sola, per diventare un cortometraggio ed essere candidato all’Oscar dimostra non solo il valore di questo videogioco ma la sua particolarità. “Everything” è un gioco emozionante da provare, ma ha anche un’opzione che mi permette di lasciarlo fare da solo, di giocarsi da solo, imponendo varie condizioni alle azioni che l’Intelligenza Artificiale del gioco può compiere senza me. “Everything” è un gioco che non ha bisogno di me, che esiste al di fuori di me (e che, come “Everything” stesso insegna, in realtà non esiste al di fuori di me). Capisco quindi che possa aver valore anche un suo gameplay non interattivo, ecco. E anche se non credo che questa cosa andrà avanti e che “Everything” venga in futuro anche candidato all’Oscar, è sicuramente un evento interessante.

“Everything” è un simulatore di tutto, un’opera in cui posso essere un sasso, un insetto, una palma, un’isola, un pianeta, una galassia… un’opera in cui posso giocare nel ruolo di qualsiasi cosa perché, ed è questa l’idea su cui si basano “Everything” e la filosofia di Alan Watts, io sono tutto. Non esiste una divisione tra me e gli altri, non esiste una divisione nello spazio e nel tempo, esiste un fluire di forme in cui sono sempre me stesso, o forse non lo sono mai. “Everything” di David OReilly è già disponibile per PC, Mac, Linux e PlayStation 4 e lo recensirò quando capirò come affrontare questo capolavoro del videogioco col dovuto rispetto.

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