La fiducia spiegata grazie alla teoria dei giochi in un saggio interattivo

Nicky Case è uno degli autori di una serie di saggi interattivi chiamati “Explorable Explanations”, un nuovo modo per unire simulazione, teoria e apprendimento. Il mio preferito è “Parable of the Polygons” (realizzato con Vi Hart), un saggio interattivo su come prende forma la segregazione nelle comunità, ma i suoi saggi investigano anche i sistemi di voto o provano a spiegare le matrici e un suo videogioco, decisamente più personale, parla del coming out. Il suo ultimo saggio interattivo si intitola “The Evolution of Trust” e, sfruttando la teoria dei giochi, spiega come funziona la fiducia, come possa essere coltivata e perché al mondo ce ne sia tanto poca.

La “teoria dei giochi” è lo studio scientifico di come funziona un conflitto (o un rapporto cooperativo) regolamentato, uno studio inizialmente nato negli anni 40 per analizzare i “giochi a somma zero”, cioè i giochi dove ci sono vincitore e perdente, ma che è stato infine ampliato per raccontare un numero molto più vasto di interazioni. “The Evolution of Trust” parte da probabilmente il più celebre dei giochi studiati dalla teoria dei giochi: il dilemma del prigioniero. Il dilemma del prigioniero di Flood e Dresher (ma il nome e la sua formalizzazione definitiva vengono da Albert W. Tucker) spiega perché due persone, in una situazione in cui sembra vantaggioso cooperare, possano invece decidere di tradirsi a vicenda.

Questa è la formalizzazione data da Tucker al dilemma del prigioniero. Due persone vengono imprigionate con una serie di accuse e tenute divise, senza possibilità di comunicare tra loro. Gli inquirenti non hanno abbastanza prove per accusarli in tribunale del reato principale e dovrebbero accontentarsi di un reato minore con una pena minore (un anno di carcere). Sperano allora che uno di loro tradisca l’altro, accusandolo del reato maggiore e testimoniando contro di lui, e offrono un patteggiamento a chi accetterà di comportarsi in questo modo. Se uno solo dei due tradisce l’altro chi ha tradito esce senza accuse e l’altro dovrà scontare tre anni, ma se entrambi si accusano a vicenda sconteranno entrambi due anni. Da quello che vi ho detto è evidente che il miglior compromesso sia non accusarsi, e quindi scontare un anno, ma i due non possono comunicare e quindi temono che sia l’altro a tradire. Inoltre, tradire è a prima vista il comportamento egoistico più vantaggioso, e se l’altro tradisce allora conviene comportarsi come lui per far scendere la pena almeno da tre a due anni. Questo è il dilemma del prigioniero.

Di questo gioco Nicky Case usa una variante e la imposta in modo che possa essere rigiocato ripetutamente con la stessa persona, dimostrando come sia in queste interazioni continue, e nel vederne i risultati, che si crea la fiducia (risultati di iterazioni del dilemma del prigioniero sono state studiate più volte in passato), e considerando anche cose come errori, problemi di comunicazione (cosa succede se voglio fare del bene ma una volta sbaglio e combino un guaio?) e comportamenti diversi. Il risultato è un interessante studio che nasce per spiegare il fenomeno delle Tregue di Natale durante la Prima Guerra Mondiale, ma che va molto più in là. Potete giocare “The Evolution of Trust” cliccando qui.

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