Ubisoft non sembra interessata ai contenuti politici di Far Cry 5

Quando “Far Cry 5” fu annunciato da Ubisoft notammo un importante passo avanti: non dovevo più andare a giro per il mondo a portare giustizia in Paesi lontani ed esotici, ma mi sarei trovato di fronte a un mondo molto vicino alla cultura da cui “Far Cry 5” stesso proviene, gli Stati Uniti d’America. In “Far Cry 5” mi troverò in Montana, impegnato a lottare contro un culto religioso e paramilitare, qualcosa di tremendamente reale e anche piuttosto attuale ai giorni nostri e negli Stati Uniti d’America di oggi.

Non ho dubbi che la situazione sia involontaria: “Far Cry 5” è in sviluppo da anni, e nessuno poteva immaginarsi che problemi ormai cronici degli Stati Uniti d’America diventassero nel 2017 una preoccupazione quotidiana non solo per i cittadini americani ma per tutto il mondo (perché gli USA hanno, anche oggi, un peso impossibile da trascurare sullo scenario anche culturare europeo e mondiale). È una situazione simile a quella in cui è capitato “Wolfenstein 2: The New Colossus”: le basi per il gioco, ambientato in anni 60 alternativi in cui il nazismo ha vinto la Seconda Guerra Mondiale e ha conquistato il mondo, erano stati posti già da “Wolfenstein: The New Order” nel 2014, ma quando “Wolfenstein 2: The New Colossus”, anch’esso in sviluppo da anni, mi ha portato a combattere contro i nazisti negli Stati Uniti d’America sono iniziate le polemiche. Sono iniziate le polemiche perché oggi i nazisti marciano davvero negli Stati Uniti d’America, oggi i nazisti sono parte dell’elettorato del Presidente degli Stati Uniti d’America, e non è più una banalità rappresentarli come nemici, mostrare un personaggio che li combatte.

Bethesda, che produce “Wolfenstein 2: The New Colossus”, e Machinegames non hanno avuto dubbi su come comportarsi, e sin dall’inizio delle polemiche hanno persino costruito la promozione del gioco sulla lotta al nazismo e all’attuale neo-nazismo, insistendo che debba essere un patrimonio comune l’opposizione ai totalitarismi e ai fascismi, anche nella vita di tutti i giorni. È anche una mossa promozionale, certo: ha fatto infuriare qualche suprematista bianco che comunque si sarebbe infuriato lo stesso, ma ha attirato l’attenzione di chi non trova normale che il KKK organizzi manifestazioni nella città, cioè la maggior parte della popolazione. Ubisoft, che sinceramente non ha mai brillato come prontezza di risposta (ricordiamoci quando affermò che non potessero esserci personaggi femminili nel multiplayer di “Assassin’s Creed: Unity” perché ci voleva troppo tempo per animarli), ha invece scelto una strada diversa, riconoscendo la sovrapposizione di reale e fantastico ma decidendo di non sottolinearla.

“È davvero strano lavorare su un Far Cry e poter ascoltare le persone parlare di cose che potrebbero essere nel tuo gioco. È bizzarro. Non è qualcosa che avevamo pianificato, ma è certamente qualcosa che rende lavorare su Far Cry 5 un’esperienza unica” afferma Dan Hay, direttore creativo di “Far Cry 5” parlando con GamesIndustry.biz. Questo discorso è molto simile a quanto detto da Bethesda su “Wolfenstein 2: The New Colossus”, ma Ubisoft ci tiene a costruire la promozione di “Far Cry 5” sul suo essere un prodotto d’intrattenimento, non sulle sue idee. “Dobbiamo ricordarci che alla fine è solo un gioco: stiamo costruendo un ambiente in cui i giocatori avranno modo di esprimersi.[…] Ovviamente vogliamo costruire intrattenimento, e vogliamo farlo in modo che i giocatori possano divertirsi, ma va bene espolorare anche certi temi.” Starà ai giocatori decidere però se vorranno affrontare questi temi o se semplicemente andare a far esplodere cose.

fonte GamesIndustry.biz
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