Atari contribuisce a due nuove criptovalute e progetta criptocasinò

L’Atari odierna non è più la storica Atari, quella che costruì l’industria del videogioco e poi rischiò di farla scomparire con una crisi di sovrapproduzione tale da costringerla a seppellire cartucce invendute nel deserto (successe davvero). L’Atari odierna è solo una compagnia che ne ha comprato il nome, il marchio e i marchi con l’intento di sfruttarli per console annunciate ma rinviate a data da destinarsi e, ora, due nuove criptovalute.

Perché Atari dovrebbe creare una criptovaluta? L’Atari Token (il gettone Atari) è pensato come moneta per una serie di future iniziative della compagnia, una grande piattaforma che andrà dai videogiochi al cinema alla musica basata sull’Atari Token.

Sarebbe in arrivo anche una seconda criptovaluta di Atari, il Pong Token, una moneta digitale pensata appositamente per essere usata come gettone nei casinò virtuali di Atari, trasformati in “criptocasinò“. Atari sta investendo molto nella conversione delle sue serie in giochi d’azzardo.

Frédéric Chesnais, presidente di Atari, spiega l’interesse della compagnia nella blockchain, la tecnologia che permette di registrare e controllare le transazioni delle criptovalute e che permette anche di “stampare” questa moneta, che è guadagnata come ricompensa da chi contribuisce con la potenza di calcolo del suo PC al mantenimento dei registri digitali.

“La tecnologia della blockchain ha la prospettiva di diventare molto importante nel nostro ambiente trasformando, se non rivoluzionando, l’attuale sistema economico, soprattutto per quanto riguarda l’industria videoludica e le transazioni online. Vista la nostra forza a livello tecnologico con il nostro studio di sviluppo e l’autorevolezza globale del marchio Atari abbiamo l’opportunità di avere un ruolo di primo piano in questo settore.”

Atari in realtà non svilupperà davvero l’Atari Token, che sarà creato da Infinity Networks di cui Atari è diventato in parte proprietario in cambio dell’uso del suo marchio per la criptovaluta che farà da base alla piattaforma a cui Infinity Networks sta lavorando. Considerando l’incapacità attuale di questa compagnia di sviluppare qualcosa che vada oltre ai giochi d’azzardo basati su marchi Atari acquistati l’Atari Token potrebbe anche essere solo interpretato come un tentativo di attirare l’attenzione degli investitori lanciandosi nell’ultima moda, o come l’ennesima licenza Atari data un po’ a caso per fare qualche soldo. Sia chiaro: la blockchain ha un interessante futuro nel mondo dei videogiochi, ma il modo in cui viene usata per speculazioni sulle criptovalute mi convince meno.

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