La Federazione Italiana Taekwondo apre agli eSport e ai picchiaduro competitivi

La FITA, Federazione Italiana TAekwondo, ha deciso di aprire ufficialmente le porte agli eSport. Singoli club, come i club calcistici di Sampdoria e Roma, stanno già investendo in proprie rappresentanze nel mondo degli eSport, ma la FITA sarebbe la prima federazione ad accogliere ufficialmente attività videoludiche al suo interno.

La decisione della FITA segue quella presa dal CIO, il Comitato Internazionale Olimpico, che mesi fa ha dichiarato compatibili gli eSport con le finalità competitive e sportive degli sport tradizionali. Questo non rende gli eSport, però, automaticamente una disciplina sportiva riconosciuta dal Comitato Internazionale Olimpico e non li rende automaticamente disciplina olimpica (passaggio ancora più arduo, giacché diversi sport non hanno mai meritato questo riconoscimento).

Il CIO chiede prima alle organizzazioni che si occupano di eSport le garanzie che ogni sport deve dare come controlli sul doping, attualmente quasi assenti nel mondo degli eSport e difficili in tutte le competizioni che avvengono online, e controlli sul mondo delle scommesse anche in modo che le partite non vengano manipolate dai giocatori. Il CONI, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ha espresso maggiori dubbi riguardo all’inclusione degli eSport. Anzi, ha apertamente sfottuto questa possibilità definendola “una barzelletta” e deridendo gli eSport in prima serata sulla prima rete nazionale.

Non voglio ripetere per l’ennesima volta perché gli eSport (almeno quelli attuali) non dovrebbero essere inclusi tra gli sport e soprattutto tra le discipline olimpiche, ma trovate le motivazioni in questo mio precedente articolo.

Tornando alla FITA, la federazione di taekwondo sarebbe interessata a diventare il punto di riferimento in Italia per il picchiaduro competitivo, ma è curioso il modo in cui l’annuncio è stato dato perché sembra in qualche modo esagerare l’apertura del CIO, affermando che gli eSport siano stati riconosciuti come “disciplina sportiva”, mentre il CIO ha solo scritto che “gli eSport competitivi potrebbero essere considerati come una attività sportiva.” Abbiamo chiesto maggiori spiegazioni alla FITA riguardo a questo punto.

Comunque, la federazione di taekwondo non nasconde le difficoltà che dovranno essere affrontate per l’inclusione degli eSport all’interno delle sue attività, un processo che richiederà anni e che dovrà essere guidato dalle direttive di CIO e CONI.

Le vere motivazioni della decisione della FITA sono, come chiarito dal presidente Angelo Cito alla Gazzetta dello Sport, puramente pubblicitarie: la federazione considera gli eSport come “uno straordinario strumento di promozione”, e anche il CIO aveva espresso in modo abbastanza chiaro di essere soprattutto interessato al giovane pubblico degli spettatori degli eSport come promozione per le sue attività.

fonte La Gazzetta dello Sport
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