Cloud e gaming: l’ultima frontiera

I videogiochi si stanno evolvendo a vista d’occhio nel segno dell’accessibilità. Se ci pensiamo, fino a qualche anno fa era molto più complicato reperire il proprio titolo preferito. Era infatti necessario possedere la console specifica e andare a caccia della cartuccia o del cd per i negozi. Oggi non è più così, in quanto non solo lo stesso gioco è disponibile per molteplici sistemi, ma può essere acquistato comodamente da casa, mediante gli appositi store digitali. Esattamente come se fosse un’app per cellulare, insomma. In tal senso, nel terzo millennio è stata soprattutto la novità del casinò attivo online a dimostrare come il gioco via web possa risultare semplice e immediato. Negli anni ’90, in pochi avrebbero pensato che un giorno avrebbero dovuto riporre buona parte di accessori e periferiche. Il gamepad no, quello è sempre essenziale per il gaming vero e proprio.

Per definizione, i contenuti digitali non hanno una vera forma e forse potrebbero apparire meno affascinante agli occhi dei collezionisti, ma la comodità garantita nell’esperienza di gioco compensa ogni lato negativo. La nuova frontiera del videogioco è questa: l’ha capito ben presto anche la SONY, che infatti ha messo in commercio due versioni diverse della PlayStation 5, una delle quali totalmente digitale e sprovvista di lettore di dischi. A questo punto, sarebbero solo le console stesse a far sopravvivere la parte hardware, ma da qualche tempo a questa parte è stata elaborata una soluzione per mettere da parte anche le macchine ingombranti e consentire un collegamento ancora più diretto al gioco.

Si tratta del cloud gaming, una sorta di fusione tra lo streaming e i videogame, che vengono così utilizzati a distanza. Attraverso dei server remoti che fanno funzionare di fatto i giochi, occupandosi dei vari processi di elaborazione informatici, le piattaforme cloud permettono agli utenti di utilizzare questo o quel software pur senza esserne possessori. Il gioco viene dunque riprodotto come fosse un video, con la differenza che è possibile interagirvi in tutto e per tutto, semplicemente grazie alla connessione ad Internet.

Il vantaggio è evidente: non solo non ci si deve muovere da casa, ma soprattutto è possibile giocare a titoli che magari non sarebbero compatibili con il proprio computer per pure limitazioni tecniche. Questo perché i giochi vengono processati appunto altrove. Una soluzione ideale per evitare di rincorrere ogni volta le console di ultima generazione e risolvere eventuali problemi di compatibilità. A primo impatto potrebbe sembrare un servizio visionario, ma i grandi marchi del settore sono già all’opera per potenziare piattaforme in grado di rivoluzionare la concezione del gaming e dell’intrattenimento. Amazon, Microsoft, SONY, Nvidia GeForce, persino Netlifx. Ognuna si propone di offrire titoli diversi e soprattutto di non fare la fine di Google Stadia, primo vero esperimento nel mondo del cloud. Ma poco costante nel proprio sviluppo.

Soprattutto Microsoft vorrebbe arrivare a dematerializzare completamente le sue console, limitandosi a proporre uno stick da collegare alla televisione. Considerando che le Xbox Series X & S sono uscite da poco più di un anno, di tempo per lavorarci a dovere prima che i gamer chiedano nuove migliorie ce n’è in abbondanza. In futuro le piattaforme cloud potrebbero essere già incluse di default nei televisori, sulla falsariga delle piattaforme di streaming. Finché qualcuno non scoprirà come giocare col potere della mente, questo sarà il massimo dell’interattività.

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