Il mio 2016 è fatto di storie – Il mondo di Sofia

Il mio 2016 videoludico è stato un anno di grande voracità, meraviglia ed entusiasmo, un anno in cui la mia passione per il videogioco si è allargata tanto da diventare la mia principale occupazione. E in questo periodo di bilanci, di liste e di buoni propositi ho voglia di dedicare qualche riga a cinque opere uscite quest’anno che hanno utilizzato il medium videoludico in modo innovativo, creando narrazioni raffinate e estremamente diversificate e confermando la mia convinzione che il videogioco sia un linguaggio ricco di potenzialità che non ha niente da invidiare alle arti “nobili”.

Inside

inside limbo playdead

Il titolo di Playdead mi ha colpita per la sua capacità di creare una narrazione senza bisogno né di parole né di una trama chiara. La storia viene creata tramite l’azione del giocatore e il suo passaggio attraverso un mondo che non è sfondo bidimensionale ma sequenza di eventi. Gli enigmi non sono un pretesto per far avanzare il gameplay ma sono azioni sensate, integrate alla storia, fortemente evocative. Una narrazione per azioni, totalmente in game, che sfrutta appieno il linguaggio videoludico senza che si senta il bisogno di qualcos’altro. Qui la recensione di Matteo (e qui un mio articolo con cinque buoni motivi per giocare “Inside”).

The Town of Light

the town of light recensione

Nonostante l’opera prima di LKA presenti molti aspetti problematici (ne parla Matteo nella sua recensione) è un capolavoro per quel che riguarda l’immersività. Il passo lento e ritmico della protagonista è restituito così bene che mentre giocavo avevo la sensazione che il mio intero corpo, attraverso le mani, fosse coinvolto. In alcune scene l’interattività viene limitata in modo da restituire la perdita di controllo, la costrizione: sono momenti fortissimi in cui il medium videoludico e la Realtà Virtuale rivelano la loro incredibile potenzialità espressiva.

The Last Guardian

the last guardian 2

L’ultima fatica di Fumito Ueda ha un fascino che va ben al di là della componente ludica. È Trico il vero protagonista: è costruito nei minimi dettagli, così perfetto da sembrare vivo. Nonostante sia un concentrato di tenerezza non esiste per assecondare il giocatore ma ha una volontà indipendente: bisogna imparare a comprenderlo, a guidarlo e a prendercene cura, e in cambio Trico offre l’amore incondizionato di un animale domestico. Il viaggio con Trico è stato un’esperienza emotivamente fortissima proprio per la verità della relazione che si è creata tra me, giocatrice, e lui, bestia digitale dotata di un fascino piumato e felino.

Firewatch

firewatch

Di “Firewatch”, di Campo Santo Productions, è memorabile il rapporto a distanza che si sviluppa con la coprotagonista, Delilah, vero centro della narrazione ma personaggio che resta quasi inosservato a fare apparentemente da sfondo a una vicenda che si fa sempre più concitata man mano che la storia procede. La relazione tra i due rivela la sua centralità solo una volta arrivati al finale anticlimatico, criticato da molti ma che per me è stato fondamentale per comprendere il substrato più profondo e emotivo dell’opera. Qui la recensione di Matteo.

Virginia

virginia

“Virginia”, di Variable State, utilizza il supporto videoludico per fare tutt’altro: sfrutta l’interattività e l’immersività proprie del medium per intrappolare il giocatore nella gabbia di un copione rigidamente definito, per renderlo un attore all’interno di un film già scritto. Quello che c’è da fare è seguire passivamente lo sviluppo della storia, compiendo azioni quotidiane che spesso si rivelano non essere necessarie all’avanzamento della trama. La sensazione è quella di vedersi sottratta l’illusione di onnipotenza che spesso il videogioco offre al giocatore e di trovarsi intrappolati, come la protagonista, in un incubo in cui è molto difficile distinguere il sogno dalla realtà. Ne ho parlato in questo articolo.

“Il mondo di Sofia” è la rubrica della sviluppatrice indipendente Sofia Abatangelo su Webtrek. Ne “Il mondo di Sofia”, Sofia racconta i suoi videogiochi, i festival e le opere altrui non come giornalista o critico ma attraverso gli occhi dell’autrice e dell’artista. Trovate i giochi di Sofia sulla sua pagina di itch.io, piattaforma di distribuzione digitale, e trovate qui una sua lunga intervista di presentazione in cui Sofia si racconta come videogiocatrice e come sviluppatrice.

 

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