
Call of Duty è ancora il re del mercato console – Videogame Charts Weekly
L’episodio settimanale di Videogame Charts Weekly, la nostra rubrica che studia gli andamenti del mercato e dell’industria del videogioco, si occupa principalmente di due grandi temi (e per questo è uscita un po’ in ritardo rispetto al solito): lo stato attuale del marchio “Call of Duty” e i risultati di un interessante sondaggio che mostra quali sono i generi di videogioco più giocati da uomini e donne. Avremo poi nuovi dati sulla salute del mercato videoludico PC e come ogni settimana guarderemo gli andamenti del mercato del Regno Unito e del Giappone e, da oggi, cominceremo a seguire anche quello italiano grazie ai dati di AESVI. Torneremo infine su “Pokémon GO” e “Super Mario Run”.
Call of Duty è il marchio che ha incassato di più su console nel 2016
Nuovi dati pubblicati dal gruppo GAME e da NPD confermano il declino del mercato retail (e l’aumento di importanza del mercato digitale) nel Regno Unito e negli Stati Uniti d’America nel 2016 rispetto al 2015, con risultati particolarmente scarsi negli ultimi mesi quando sono usciti moltissimi giochi AAA senza che nessuno di essi (esclusi “Battlefield 1” e “FIFA 17”) riuscisse a raggiungere il successo dei titoli pubblicati dagli stessi produttori nell’anno precedente. Ho già affrontato nel dettaglio questo fenomeno la settimana scorsa, e stavolta voglio concentrarmi sui risultati di un singolo gioco e di un singolo marchio tra quelli che hanno deluso le aspettative nel 2016 rispetto ai risultati del 2015: “Call of Duty: Infinite Warfare”. “Call of Duty: Infinite Warfare” ha venduto al momento del lancio nel Regno Unito il 48,5% di copie fisiche in meno rispetto a “Call of Duty: Black Ops 3”. Ancora peggio è andata negli Stati Uniti d’America, dove ha venduto il 51% di copie fisiche in meno rispetto al titolo dell’anno precedente. Successivamente è riuscito a recuperare un po’ di terreno (come spesso accade ai “Call of Duty” che non hanno lanci eccellenti) ma i risultati sono rimasti comunque deludenti. Ho individuato cinque fattori che possono aver fatto diminuire le vendite di “Call of Duty: Infinite Warfare” rispetto a quelle di “Call of Duty: Black Ops 3” e li ho descritti nel dettaglio in questo articolo. Qui mi limiterò a riassumerli, senza comunque dimenticare che il calo delle vendite dei titoli AAA nel 2016 è un fenomeno generale che non coinvolge solo Activisione e solo “Call of Duty”.
Primo motivo: “Call of Duty: Black Ops 3” è stato distribuito anche per PlayStation 3 e Xbox 360, mentre “Call of Duty: Infinite Warfare” è stato distribuito solo su PlayStation 4, Xbox One e computer e al momento dell’uscita di “Call of Duty: Infinite Warfare” c’erano al mondo 168 milioni di console della vecchia generazione, ma solo 75-80 milioni di console della generazione attuale. Secondo motivo: “Call of Duty: Black Ops” è un sotto-marchio conosciuto e attualmente il miglior sotto-marchio di “Call of Duty”, mentre “Call of Duty: Infinite Warfare” è un sotto-marchio nuovo. Terzo motivo: “Call of Duty: Black Ops 3” non ebbe nel 2015 rivali diretti al momento della sua uscita, mentre “Call of Duty: Infinite Warfare” si è scontrato sia con “Battlefield 1” (che ha raddoppiato i risultati al lancio rispetto a “Battlefield 4”) sia con “Titanfall 2” (che è uscito sconfitto). Quarto motivo: “Call of Duty: Infinite Warfare” è stato accolto sin dall’inizio dalle proteste ed è attualmente il primo trailer per numero di “non mi piace” su YouTube. Quinto motivo: Treyarch e Activision stanno continuando a supportare “Call of Duty: Black Ops 3” (anche con strumenti di modding), e il “Call of Duty” del 2015 sta avendo quindi un’inaspettate longevità che lo porta a rivaleggiare personalmente con “Call of Duty: Infinite Warfare” invece che a passargli semplicemente il testimone.
La perdita di giocatori è sensibile soprattutto su computer, su Steam. Il gioco è disponibile anche su Windows Store, ma ha così pochi utenti che Microsoft ha rimborsato almeno un giocatore perché non riusciva a trovare nessuno per il multiplayer, separato da quello di Steam. Al lancio, “Call of Duty: Infinite Warfare” ha avuto il 76% di giocatori in meno rispetto a “Call of Duty: Black Ops 3” e ha attualmente circa la metà degli utenti giornalieri e contemporanei di “Call of Duty: Black Ops 3”: questo fine settimana, domenica 22 gennaio 2017, “Call of Duty: Infinite Warfare” è stato giocato su Steam in tutto da 62.255 giocatori e “Call of Duty: Black Ops 3” è stato giocato in tutto da 129.988 giocatori. Non si tratta di un’eccezione, e sporadicamente “Call of Duty: Infinite Warfare” viene pure superato da episodi ancora più vecchi come “Call of Duty: Modern Warfare 3” o “Call of Duty: Black Ops 2”. Il risultato non migliora particolarmente sommando anche i giocatori di “Call of Duty: Modern Warfare Remastered” (incluso nelle edizioni Legacy, Legacy Pro, Digital Legacy e Digital Deluxe di “Call of Duty: Infinite Warfare”): questa domenica “Call of Duty: Modern Warfare Remastered” è stato giocato in tutto su Steam da appena 14.555 giocatori (neanche mille all’ora) ed è ormai praticamente scomparso da computer [Fonte: GitHyp].
Eppure, “Call of Duty” resta anche nel 2016 il principale marchio per console del mercato videoludico mondiale, anche proprio grazie alla longevità dimostrata da “Call of Duty: Black Ops 3”. “Call of Duty” è, secondo Activision, “il maggior marchio per console al mondo nel 2016 sulla base degli incassi”. Questo non gli permette certo di gareggiare con i grandi successi del free-to-play per PC (come “League of Legends”) o per dispositivi mobili (come “Monster Strike”), ma è un importante risultato raggiunto dal marchio “Call of Duty” per il settimo anno di seguito. Va però notato che nel 2015 “Call of Duty: Black Ops 3” era, da solo, il videogioco più venduto al mondo (era “al primo posto nel mondo, nel 2015, sia per unità sia per incassi” secondo Activision) mentre nel 2016 è il marchio “Call of Duty” a ottenere un simile risultato con la somma degli incassi derivanti da “Call of Duty: Infinite Warfare”, “Call of Duty: Modern Warfare Remastered” (che ha un suo sistema di micro-transazioni), “Call of Duty: Black Ops 3”, i loro DLC e, soprattutto, le loro micro-transazioni. I dati diffusi da SuperData confermano l’importanza che nel 2016 ha rivestito il “Call of Duty” del 2015: “Call of Duty: Black Ops 3” è il primo gioco a pagamento su console per incassi nel 2016, con 591,1 milioni di dollari di spesa. “Call of Duty: Infinite Warfare” è stato comunque il gioco più venduto negli Stati Uniti d’America nel 2016 (in Europa sembra aver ottenuto miglior risultati “FIFA 17”), anno in cui NPD Group ed ESA sottolineano una crescita molto ridotta della spesa totale rispetto al 2015 (30,4 miliardi di dollari contro 30,2 miliardi) a causa di un 24% di calo di spesa nell’hardware dovuto anche alla scomparsa di PlayStation 3, Xbox 360 e Wii U e alla diminuzione del prezzo di PlayStation 4 e Xbox One. Il 4% in più di Nintendo 3DS venduti e il 6% di aumento di spesa nel software non bastano a pareggiare questa decrescita [Fonte: GamesIndustry.biz].

Che generi di videogiochi giocano i generi?
L’Entertainment Software Association, organizzazione che minitora e gestisce il mercato e l’industria videoludici negli Stati Uniti d’America, ha dichiarato che nel 2016 il 41% dei videogiocatori era composto da donne. Gli analisti di Quantic Foundry hanno approfondito la questione, analizzando quali giochi e quali generi sono giocati da donne e uomini. La divisione in generi può essere problematica, e la ricerca si concentra quindi su alcuni titoli specifici e importanti di ciascuno dei 23 generi inviduati e segnalati dai membri del campione tra i loro videogiochi preferiti. Alcune note: “StarCraft 2” è incluso tra i MOBA e “The Witcher 3: Wild Hunt” e “Fallout 4” sono inclusi tra i videogiochi di ruolo in stile occidentale (“Western RPG”) e non tra gli “Action RPG”, che invece comprendono “Diablo 3”, “Dark Souls 3” e la serie di “Torchlight”.
I generi più importanti nel pubblico femminile paiono essere “Match 3” (giochi alla “Candy Crush Saga”, dei “Forza-3”) e i simulatori di famiglia e fattori, generi che hanno una stragrande maggioranza di pubblico femminile (il 69% dei loro giocatori è donna). Seguono i “Casual Puzzle” (“puzzle per un pubblico non specifico”) e i giochi di “Atmospheric Exploration” (“esplorazione atmosferica”), in cui vengono comprese opere come “Journey” e “Dear Esther”, cioè gli walking simulator e in generale gli esplorativi. I generi meno frequentati dalle donne sembrano invece essere i giochi di corsa (6% di giocatori sono donne), gli sparatutto tattici (4%) e gli sportivi (2%). Interessante notare, come sottolineano i ricercatori, che i singoli giochi di ogni genere possono attirare o non attirare pubblico femminile con risultati totalmente diversi: per esempio il 36% dei giocatori degli MMO è donna, ma solo il 23% dei giocatori di “World of Warcraft” lo è, mentre lo è il 29% dei giocatori di “Star Wars: The Old Republic”, importante eccezione nel sottogenere degli MMO fantascientifici che hanno normalmente meno giocatrici rispetto a quelli fantasy. Allo stesso modo la percentuale di giocatori femminili di “Dragon Age: Inquisition” è ben il 48%, un valore molto più alto della media del genere (26%). I giochi meno frequentati dalle donne sono, secondo Quantic roundry, quelli senza protagoniste femminili e ricchi di interazioni online con estranei e di rapidi movimenti tridimensionali, causa di “motion sickness” (a cui le donne hanno una minore tolleranza), ma “la bassa partecipazione di giocatrici donne in alcuni generi può essere un retaggio storico di come sono stati costruiti e presentati i giochi stessi e i loro scopi.” Lo studio ha considerato inoltre anche le persone che non si identificano nei due generi tradizionali (l’1,1% del campione): i giocatori di genere non binario preferiscono gli “Atmospheric Exploration” (3,8% dei giocatori sono non binari), i “Family/Farm Sim” (3,2%), i “Casual Puzzle” (2,7%) e i “Sandbox Games” (2,3%).

Il PC Gaming cresce nonostante la decrescita del mercato PC
Il videogioco su PC sembra godere di migliore salute rispetto a quanto potessimo pensare. Secondo un sondaggio della GDC il 53% degli sviluppatori intervistati sta sviluppando per PC e Nvidia afferma che i suoi incassi sono raddoppiati negli ultimi tre anni. Jon Peddie Research sostiene che il valore del mercato hardware per PC ha raggiunto nel 2016 i 30 miliardi di dollari e sottolinea la grande richiesta di hardware PC di alto livello (“high-end”) come potete vedere nel grafico riportato qui sopra. Le stime di Jon Peddie Research sembrano contraddire quelle di International Data Corporation, che ha visto diminuire la richiesta di PC sia nel 2015 sia nel 2016, ma potrebbero invece sottolineare la tendenza dei videogiocatori (e di chi in generale ha bisogno di un computer potente per lavorare) di acquistare i pezzi e potenziare nel tempo la sua macchina.
Grand Theft Auto 5 resta il gioco più venduto nel Regno Unito
Andiamo ora alle classifiche settimanali. Nel Regno Unito il gioco più venduto è stato (come la settimana precedente) “Grand Theft Auto 5”, che raggiunge la sua undicesima settimana al primo posto della classifica delle vendite in formato fisico, miglior risultato mai raggiunto dalla serie “Grand Theft Auto”, mentre “FIFA 17” sale dal terzo al secondo posto e “Call of Duty: Infinite Warfare” scende al terzo. Altri risultati interessanti sono il sesto posto di “Rocket League”, la risalita di “Steep”, che va dal nono posto della settimana precedente al settimo, e il ritorno in classica di “Overwatch” al decimo posto. Scarsissimi risultati invece per le due nuove uscite: “Dragon Quest 8: L’Odissea del Re Maledetto” per Nintendo 3DS è solo al tredicesimo posto, mentre “Gravity Rush 2” per PlayStation 4 è al sedicesimo posto [Fonte: Chart-Track].
Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue scompagina la classifica giapponese
La settimana dal 9 al 15 gennaio 2017 ha visto in Giappone la vittoria di “Kingdom Hearts HD 2.8: Final Chapter Prologue” per PlayStation 4 con 137.797 copie, miglior risultato mai ottenuto da una raccolta di “Kingdom Hearts” (“Kingdom Hearts HD 2.5 Remix” vendette all’uscita nel 2014 84.935 copie su PlayStation 3 e “Kingdom Hearts HD 1.5 Remix” vendette all’uscita nel 2013 128.414 copie, sempre su PlayStation 3). Al secondo e al terzo posto abbiamo un’altra nuova uscita, “Danganronpa V3: Killing Harmony”, con 76.166 copie per PlayStation Vita e 40.006 copie per PlayStation 4. La PlayStation 4 è stata la console più venduta della settimana con 47.003 unità (39.116 unità della versione Slim e 7.887 unità della versione Pro) [Fonte: Siliconera]
I Call of Duty dominano il mercato dei videogiochi per PC in Italia
Inizio da questa settimana ad analizzare anche la classifica di vendita dei videogiochi in Italia diffusa da AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani). Ogni settimana AESVI pubblica due classifiche, senza cifre precise: una classifica mette in ordine di numero di copie vendute i videogiochi per console, mentre l’altra mette in ordine di copie vendute i videogiochi per PC. Non è quindi possibile, dai dati forniti, dare un’interpretazione complessiva del mercato videoludico italiano. Durante la settimana dal 9 gennaio al 15 gennaio 2017 il gioco per console più venduto in Italia è stato “Uncharted 4: Fine di un ladro” e, cosa più importante, tutte le dieci prime posizione della classifica AESVI per console sono occupate da titoli per PlayStation 4: “Uncharted 4: Fine di un ladro” è seguito da “FIFA 17” (nella versione PlayStation 4), “The Last Guardian”, “Call of Duty: Infinite Warfare” (PS4), “Grand Theft Auto 5” (PS4), “Watch Dogs 2” (PS4), “Battlefield 1” (PS4), “Assassin’s Creed: The Ezio Collection” (PS4), “Final Fantasy 15” (PS4) e “Minecraft” (PS4). La classifca PC mostra invece lo strapotere di “Call of Duty” in Italia, e ben 6 posizioni della top 10 PC sono occupate da giochi della serie “Call of Duty”. Al primo posto abbiamo “Call of Duty: Infinite Warfare”, seguito da “Call of Duty: Black Ops 2”, “Football Manager 2017”, “Call of Duty: Modern Warfare 3”, “Call of Duty: Infinite Warfare – Legacy Edition”, “Call of Duty 4: Modern Warfare”, “Call of Duty: Modern Warfare 2”, “Farming Simulator 17”, “The Sims 4” e “Grand Theft Auto 5”. Non posso dire di non essere sorpreso di vedere nel 2017, in seconda posizone, “Call of Duty: Black Ops 2” del 2012 [Fonte: AESVI].
Pokémon GO è stato il gioco per dispositivi mobili più scaricato del 2016
Concludo con dati su due videogiochi per dispositivi mobili legati a Nintendo, iniziando con “Pokémon GO”, che nel 2016 (secondo App Annie) è stato il gioco per dispositivi mobili più scaricato in assoluto e ha totalizzato un incasso totale tra mercato Android e mercato iOS di oltre 950 milioni di dollari. Nonostante questo, la somma degli incassi iOS e Android di “Pokémon GO” nel 2016 resta inferiore a quella di “Monster Strike” e “Clash Of Clans”, ma dovete considerare che il gioco di Niantic è sucito solo a metà anno (il 6 giugno 2016 e solo in tre Stati).

Super Mario Run ha perso la spinta iniziale
Diversa la situazione per “Super Mario Run”. Il gioco è stato lanciato, alla fine, come un videogioco a pagamento con una breve demo gratuita e, come tutti i giochi a pagamento, dopo un picco iniziale sta rapidamente declinando sia come incassi sia come download, e secondo Sensor Tower ora non è più tra le cinquanta app più redditizie su iOS negli Stati Uniti d’America. Il gioco deve ancora uscire su Android (arriverà solo a marzo) e Nintendo sembra intenzionata a investire per aggiungere funzionalità ed eventi che mantengano il gioco vivo, giocato e, quindi, attraente per nuovi utenti [Fonte: Venture Beat]
Videogame Charts Weekly è la rubrica settimanale di Webtrek che osserva e interpreta gli andamenti del mercato videoludico affidandosi alle opinioni di analisti dell’industria e a siti e agenzie come AESVI, SuperData Research, Gfk Chart-Track, che rende disponibile la classifica di vendita settimanale dei formati fisici dei giochi nel Regno Unito, GitHyp, che registra l’andamento dei giochi su Steam e su Twitch, e Media Create (attraverso Siliconera), che registra le vendite dei formati fisici (e di alcuni rivenditori online non specificati) in Giappone.