Final Fantasy 15 avrà un multiplayer co-op incentrato su avatar personalizzabili

In una lunga intervista per Polygon Hajime Tabata, direttore di “Final Fantasy 15”, ha parlato del futuro del videogioco Square Enix e di come intende arricchirlo di contenuti con aggiornamenti a pagamento (i tipici DLC) e gratuiti comprendenti persino patch alla trama e alle cutscene del gioco. “Final Fantasy 15” è, in questo, uno strano esperimento: nella sua versione originale è completamente per giocatore singolo, privo di qualsiasi elemento multiplayer e quindi apparentemente inadatto al modello di game-as-a-service, che vuole un lungo supporto per i giochi allo scopo di mantenerne viva la comunità e, soprattutto, le vendite.

Il game-as-a-service è adatto ai videogiochi multiplayer perché i continui aggiornamenti servono proprio a mantenere i giocatori collegati e i server pieni e i server pieni garantiscono continui incassi grazie alle micro-transazioni, cioè ad acquisti fatti nel tempo dai giocatori. Le micro-transazioni costituiscono oggi il cuore del modello economico del mercato videoludico più grande nel mondo, i videogiochi per dispositivi mobili, ed entrano in modo sempre più insistente anche in videogiochi a pagamento e a prezzo pieno: “Call of Duty” punta a un suo sistema di loot casuale tramite micro-transazioni, così come “For Honor” e “Tom Clancy’s Rainbow Six Siege” di Ubisoft e così come “Overwatch” ed “Hearthstone” di Blizzard Entertainment. Ma le micro-transazioni e il loot casuale (compri un pacchetto e dentro ci trovi un oggetto a caso da una lista magari divisa per rarità) funzionano solo se applicati al multiplayer: il desiderio di cercare oggetti più belli e rari ma solitamente dalla funzione solo estetica e il desiderio di spendere soldi reali a questo scopo hanno senso solo se il giocatore è inserito in una collettività che quegli oggetti li può ammirare e che può invidiare quelli più rari. Il “possedere” ha senso solo in un contesto in cui esista il “lusso”, e il “lusso” ha senso solo in un contesto in cui esista la “rarità”, cioè in cui  esistono oggetti posseduti da pochi che possono con essi distinguersi da una massa che li invidia.

Senza multiplayer non esiste collettività, senza collettività non ha senso l’invidia e quindi la rarità, senza rarità non esiste lusso e senza lusso non esiste spinta al possedere. O, almeno, questa spinta non arriva a muovere quantità di denaro tali da rendere dominante un mercato nell’intero mondo dei videogiochi, e senza la rigiocabilità del multiplayer i giocatori non hanno neanche quella spinta a spendere migliaia di ore in un gioco su un personaggio che a un certo punto vogliono sentire loro e personale, al costo di spenderci denaro. CD Projekt Red, con “The Witcher 3: Wild Hunt”, ha già dimostrato di poter mantere vivo un videogioco single-player per un anno con una serie di aggiornamenti gratuiti e due grandi espansioni di storia a pagamento. Bethesda, con il Season Pass di “Fallout 4”, non è riuscita a fare altrettanto, arrivando a inserire nei DLC a pagamento aggiustamenti necessari alla meccanica di gioco base. Square Enix sembra voler imitare anche in questo “The Witcher 3: Wild Hunt”, ma vuole anche spingere “Final Fantasy 15” più in là, trasformandolo con il quarto DLC del suo Season Pass in un videogioco con multiplayer online cooperativo capace quindi di avere una abbondante rigiocabilità.

“Ci sono molte cose di cui non posso ancora parlare riguardo al futuro multiplayer” ha detto Tabata “ma si inserirà nel gioco… nella campagna principale… a un certo punto della storia. E per le caratteristiche multiplayer ci stiamo concentrando più sul farvi giocare gli avatar che avete creato piuttosto che i quattro personaggi principali. Quindi invece che avere voi e i vostri amici nei panni dei quattro ragazzi, invece che farvi provare di nuovo il loro viaggio ma stavolta insieme, vogliamo raccontare il viaggio che voi e i vostri amici avrete insieme in questo mondo.”

Ignoro se questo vorrà dire introdurre a un certo punto anche un sistema di micro-transazioni, ma è sensato pensare che questi personaggi personalizzati, questi avatar, possano per esempio essere vestiti con costumi sbloccati sia avanzando nella storia sia con valuta reale. Da come ne parla Tabata sembra che il multiplayer possa essere ambientato durante il salto temporale di 10 anni. “Comrades”, quarto dei DLC principali di “Final Fantasy 15” dopo i tre episodi dedicati a Gladio, Prompto e Ignis, introdurrà nel gioco il multiplayer cooperativo per quattro giocatori. Inizialmente sembrava che l’idea fosse rendere giocabili da quattro persone diverse i quattro personaggi principali (e qualche personaggio secondario): dopo aver reso giocabili separatamente tutti i personaggi tra campagna principale e DLC le quattro diverse meccaniche di gioco si sarebbero unite nella modalità cooperativa. Ora sembra che Square Enix abbia sviluppato ulteriormente la cosa, spingendola in una direzione totalmente diversa che sfrutterà il futuro editor dei personaggi di “Final Fantasy 15”.

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