Nintendo Switch e 1-2-Switch sono gli eredi di un gioco di carte ottocentesco

Nintendo fu fondata nel 1889 da Fusajiro Yamauchi col nome di Nintendo Koppai, e la famiglia Yamauchi resterà alla presidenza di Nintendo sino all’arrivo di Satoru Iwata nel 2002. Nel 1889 Nintendo non si occupava, naturalmente, di videogiochi, ma fabbricava un mazzo di carte chiamate “Hanafuda” (“carte coi fiori”), adatte a essere usate per vari giochi. Il gioco di carte era arrivato in Giappone alla fine del Cinquecento, portato dai missionari occidentali, ed ebbe una fortuna altalenante: le carte erano usate prevalentemente per il gioco d’azzardo ed eravano viste come un’influenza occidentale nel Paese e, per questo motivo, nei secoli successivi furono spesso bandite per poi tornare in auge.

Le carte Hanafuda nacquero per rispondere a questa situazione: il governo aveva capito che era inutile combattere per secoli contro il naturale svilupparsi di questi giochi e le carte Hanafuda, non avendo numeri e punteggi sopra ma solo immagini ed essendo normalmente adoperate per giochi dalle partite molto lunghe, furono tollerate in quanto inadatte al gioco d’azzardo. Curiosamente, fu però nuovamente il gioco d’azzardo a rendere davvero popolari le carte e quindi le carte Hanafuda, perché la yakuza (la mafia giapponese) iniziò ad adottare quello che era ormai il mazzo più diffuso e l’unico ammesso in Giappone proprio nelle sue bische clandestine, decretandone il successo. Nel Novecento, mentre la popolarità dei giochi di carte decadeva, Nintendo provò a espandersi in vari settori (ha creato una catena di taxi e persino una catena di love hotel, alberghi a ore per coppie) per poi trovare la sua nuova identità nei videogiochi e nelle console, ma l’Hanafuna è tornato nella progettazione della sua nuova console Nintendo Switch.

Lo svela una lunga intervista su Nintendo Switch pubblicata da Famitsu e tradotta da Nintendo Everything. Durante l’intervista Shinya Takahashi (manager Nintendo) e Yoshiaki Koizumi (sviluppatore che ha avuto un importante ruolo nella creazione di Switch) raccontano la nuova console ibrida/portatile di Nintendo dall’inizio della sua progettazione, quando Iwata era ancora vivo, ai suoi aggiornamenti futuri. Chiarisco subito che l’intervista da questo punto di vista non contiene informazioni nuove rispetto a quanto già sappiamo, ma è interessante soprattutto nel racconto che Koizumi e Takahashi fanno della mentalità che sta dietro a Nintendo Switch.

Koizumi a un certo punto dice: “Il nostro obiettivo sin dall’inizio era di riunire tutti insieme a giocare e non è mai cambiato. Dopo tutto, è questo il cuore di Nintendo. E, mentre discutevamo come potesse essere l’hardware, fissammo come nostro obiettivo rendere possibile a persone che non si conoscono ancora ritrovarsi a giocare insieme. Parlammo di come Nintendo Switch avrebbe permesso a persone di condividere il divertimento durante la presentazione, e questo concetto chiave fu definito davvero all’inizio dello sviluppo. Ma eravamo preoccupati di come avremmo potuto renderlo possibile. Doveva essere utilizzabile ovunque, doveva essere qualcosa di condivisibile con un estraneo. Spendemmo una gran quantità di tempo cercando di trovare il modo di soddisfare questi due obiettivi.”

Quando l’intervistatore fa notare che sin dai tempi del NES Nintendo aveva lavorato per riunire le persone e farle giocare insieme Takahashi lo corregge giocosamente: “Avveniva anche prima di quello. Non dimenticatevi l’hanafuda e i giochi di carte!” e Koizumi continua il ragionamento: “Sin dal primo prototipo nei primi giorni di sviluppo chiesi a Kawamoto (produttore per Nintendo): Potremmo fare un gioco in cui i giocatori si guardano in faccia? L’idea dette vita a 1-2-Switch, ma non era qualcosa che ci venne in mente all’improvviso. Era qualcosa che volevamo fare da lungo tempo. Ci domandavamo spesso perché si potesse giocare a carte guardano in faccia il proprio avversario, ma questo non potesse succedere per i videogiochi. La nostra compagnia inizialmente creava karuta [dal portoghese “carta”, termine generico per i giochi di carte] e giochi di carte, quindi era un concetto che aveva avuto un certo peso sin dal principio.”

Sempre per questo motivo Nintendo ha scelto di inserire nella scatola del Nintendo Switch, per la prima volta dopo molti anni, due controller (o meglio, un gamepad composto di due parti, due Joy-Con, utilizzabili però anche separatamente da due giocatori). “Guardammo nel complesso al nostro passato per capire che forma avrebbe avuto la console, non considerammo solo lo Wii U.” dice Koizumu. “Per esempio, sin dal Nintendo 64 abbiamo incluso un solo controller nella console. Per questo motivo gli sviluppatori dovevano concentrarsi prima di tutto sul single-player. Certamente, vendevamo controller addizionali, vennero fatti giochi multiplayer, ma questi giochi chiedevano ai giocatori di comprare accessori addizionali, creavano una barriera all’accesso al multiplayer. Giochi che ho creato che permettevano di essere giocati in gruppo, come Super Mario 3D World sullo Wii U, potevano essere ugualmente giocati da una persona sola nel caso possedesse solo il GamePad dello Wii U. Quindi lo sviluppo si era concentrato sull’aspetto single-player, e il multiplayer era qualcosa in più. Per lo Switch riconsiderammo questo, e pensammo che avremmo dovuto avere una console già pronta per permettere a due persone di giocare insieme, sin dall’inizio. Eravamo fermi nella nostra decisione di includere due controller.”

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