“Le console sono PC vecchi di cinque anni e frenano l’innovazione” dice il direttore di A Way Out

Josef Fares, direttore di “A Way Out”, non ha una buona opinione delle console. “A Way Out” è uno dei più interessanti videogiochi mostrati durante l’E3 e il più interessante gioco mostrato durante EA Play, l’evento di Electronic Arts (in realtà esterno all’E3). È un videogioco cooperativo per due giocatori in split-screen in cui i personaggi devono fuggire da un carcere, ma la particolarità è che è solo cooperativo (non posso giocarci da solo) e solo in split-screen (anche se lo gioco online vedrò su metà schermo il punto di vista dell’altro giocatore). Non ha neanche un suo sistema di matchmaking, non posso mettermi a giocare con chi capita a caso. È un gioco pensato per il multiplayer locale, e praticamente solo per questo. Son contento che Electronic Arts abbia investito su un simile esperimento, realizzato dagli autori di “Brothers: A Tale of Two Sons”.

“Vuoi l’onesta verità? Questa macchina non è potente quanto credi” dice Fares durante un’intervista con Engadget indicando la PlayStation 4 su cui “A Way Out” sta girando. “È come un PC ma di cinque anni fa. Se le console fossero potenti come i computer odierni, vedresti un genere totalmente diverso di giochi. Ma la maggior parte del lavoro che gli sviluppatori devono fare ha lo scopo di far girare i giochi anche su console”. Fares sta parlando in particolare di grafica e animazioni, ma non credo che il suo discorso voglia fermarsi solo a questo.

Di recente, Microsoft e Sony hanno iniziato a presentare versioni potenziate delle loro console. È una strada che avava già imboccato Nintendo col New Nintendo 3DS, un 3DS capace di far girare con un hardware superiore tutti i giochi da 3DS ma dotato anche di un catalogo solo suo che ne avrebbe sfruttato la maggior potenza. Tuttora sono pochissimi i giochi importanti usciti solo su New Nintendo 3DS, e almeno un gioco (la versione portatile di “Hyrule Warriors”) è stato presentato come compatibile col Nintendo 3DS originale pur essendo in realtà giocabile solo su New Nintendo 3DS. Sony e Microsoft hanno evitato il problema garantendo l’assenza di esclusive su PlayStation 4 Pro e Xbox One X, ma questa assenza di esclusive vuol dire anche che le uniche innovazioni possibili nel passaggio da una console a quella successiva sono meramente estetiche e di contorno. PlayStation 4 e Xbox One sono uscite nel 2013, quattro anni fa, e in un certo senso sono davvero computer vecchi di cinque anni che, dovendo restare tuttora punto di riferimento per gli sviluppatori, rallentano con la loro tecnologia non tanto l’avanzamento della grafica, ma quello delle meccaniche e dei videogiochi come medium.

Va anche detto che, però, l’accessibilità delle console, il fatto che siano macchine da non sostituire troppo velocemente e che, ora, continuano a essere supportate anche quando l’avanzamento tecnologico permette di svilupparne versioni potenziate, è un fattore positivo. Spingere la tecnologia al massimo può portare a sperimentazioni entusiasmanti, e forse necessarie nel panorama generale di un medium, ma queste sperimentazioni quanto saranno godibili? Quanti giocatori avranno una macchina abbastanza potente da farle girare, quanti di questi avranno una macchina abbastanza potente anche l’anno successivo, quando software e hardware avranno fatto un ulteriore passo avanti? La ridottissima dimensione del mercato di Oculus Rift e HTC Vive, macchine ancora imperfette ma capaci di girare solo su PC con alte prestazioni, mostra quanto sia piccolo ed elitario il pubblico che potrebbe permettersi questi incredibili videogiochi innovativi.

fonte Engadget
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