Belgio: dobbiamo ancora decidere sulle loot box

Secondo il sito RTBF il Belgio non ha ancora deciso se le loot box, i forzieri con contenuto casuale acqusitabili anche con valuta reale nei videogiochi, siano equiparabili al gioco d’azzardo. Stamani abbiamo diffuso una notizia, ripresa dal sito belga VTM: la commissione che si occupa in Belgio del gioco d’azzardo avrebbe determinato che le loot box sono effettivamente gioco d’azzardo in quanto combinano “denaro e dipendenza” e il Ministro della Giustizia belga avrebbe allora chiesto di vietare i forzieri sia nello Stato sia nell’intera Europa. Naturalmente, la decisione di un piccolo Stato come il Belgio (abbastanza insignificante per quanto riguarda la regolamentazione del gioco d’azzardo in Europa) non basta a cambiare la direzione dell’intera industria videoludica, ma la notizia sarebbe stata anche mal riportata da VTM stesso.

In realtà non c’è stata ancora nessuna dichiarazione ufficiale da parte della commissione belga sul gioco d’azzardo (la Kannspel Commissie). RTBF ha contattato Etienne Marique, presidente della commissione, che ha confermato che l’indagine sia ancora in corso. Non è chiaro a questo punto da dove provenga l’affermazione della commissione citata nell’articolo, cioè “il gioco d’azzardo è la combinazione tra denaro è dipendenza”. È invece vera la dichiarazione del Ministro della Giustizia Geens, che avrebbe davvero proposto il divieto alla vendita delle loot box. Ma è chiaro che la dichiarazione fatta da un ministro, evidentemente disinformato sulla materia e probabilmente terrorizzato di fronte alla terribile minaccia dei videogiochi, non ha il valore del parere di un gruppo di esperti di un’apposita commissione.

Ci scusiamo con i nostri lettori per l’equivoco e promettiamo maggiore attenzione in futuro nel trattare notizie tanto importanti derivanti da stampa straniera di cui forse abbiamo troppi problemi a comprendere la lingue e le sue sfumature. Un ministro belga ha chiesto di vietare le loot box giudicandole gioco d’azzardo, ma nessuna commissione europea ha ancora espresso un simile parere. L’articolo originale è stato aggiornato per riflettere le novità.

fonte RTBF
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