Il Belgio è il primo Stato europeo a equiparare loot box e gioco d’azzardo

[AGGIORNAMENTO 15:52] La notizia da noi riportata è in parte errata: la Kannspel Commissie, dopo la sua indagine, avrebbe deciso di equiparare loot box e gioco d’azzardo in Belgio e da lì il Ministro della Giustizia Koen Greens ne avrebbe chiesto il divieto. In realtà la commissione belga non ha ancora deciso e il ministro si è mosso di sua iniziativa basandosi su un principio della commissione: “il gioco d’azzardo è la miscela di denaro e dipendenza”. Questa definizione non è rintracciabile su internet e non riesco quindi a individuarne la fonte (è possibile che la commissione l’abbia inizialmente espressa in una lingua diversa dall’olandese). Ci scusiamo con i nostri lettori. Segue la storia originale.

Dopo un’indagine la commissione che si occupa di regolamentare i giochi d’azzardo in Belgio (Kannspel Commissie) ha dichiarato che le “loot box”, forzieri con contenuto casuale acquistabili anche con denaro reale, sono equiparabili nel Paese al gioco d’azzardo in quanto ripropongono la sua miscela di “denaro e dipendenza”. Il Belgio è il primo Stato europeo a riconoscere le loot box come gioco d’azzardo, e il Ministro della Giustizia belga Koen Greens ha affermato che vorrebbe che questo sistema di monetizzazione venisse vietato, in quanto trova pericoloso che sia inserito anche in giochi venduti a bambini.

Il dibattito sulla coincidenza tra loot box e gioco d’azzardo è lungo e complesso (la Cina, per esempio, ha già regolamentato le loot box in un modo che ricorda la regolamentazione del gioco d’azzardo, cioè obbligando i produttori a esplicitare le probabilità di trovare i vari oggetti in-game, un equivalente della misura di vincita), e mi riprometto di riprenderlo in futuro spiegandone meglio la storia. Ma se l’equiparazione si diffonderà in Europa sarà inevitabile la quasi totale scomparsa delle loot box dai videogiochi.

Chi appoggia l’equiparazione tra loot box e gioco d’azzardo fa notare che sfruttano gli stessi meccanismi mentali (i grandi acquirenti di loot box e micro-transazioni in generale sono chiamati “balene”, termine che identifica anche i grandi giocatori d’azzardo). Chi invece nega che le loot box possano essere gioco d’azzardo (come ESRB, Electronic Arts e Blizzard Entertainment) spiega che il gioco d’azzardo implica lo scommettere su un possibile guadagno economico, mentre i beni in-game non sono, solitamente, rivendibili. Inoltre le loot box danno sempre in cambio un bene, non c’è possibilità di perdere il denaro guadagnato. Anche se è possibile trovare per esempio doppioni di beni già posseduti, questo non rende le loot box molto diverse dai pacchetti dei giochi di carte collezionabili come “Magic: L’adunanza”, in cui posso ottenere carte pessime e carte che non mi servono ma in cui comunque ottengo sempre qualcosa in cambio del mio acquisto. E le buste di carte di “Magic: L’adunanza” sarebbero quindi anch’esse gioco d’azzardo?

fonte VTM
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