Marvel Heroes chiude, nuovi licenziamenti in Gazillion Entertainment

Disney ha deciso di spegnere i server del videogioco free-to-play “Marvel Heroes” di Gazillion Entertainment. “Marvel Heroes” era stato lanciato per PC nel 2013, ma è arrivato su console (PlayStation 4 e Xbox One) solo nel 2017 con il titolo “Marvel Heroes Omega”, nome con cui lo potete ora trovare anche su Steam. L’annuncio viene dopo mesi senza nuovi aggiornamenti (l’ultimo annuncio ufficiale è di luglio e riguarda i contenuti in-game dedicati a “Spider-Man: Homecoming, ma “Marvel Heroes” riceveva aggiornamenti settimanali normalmente e contenuti per ogni film Marvel) e dopo un mese di silenzio totale, che aveva iniziato a far preoccupare i giocatori.

“Ci dispiace informare gli appassionati di Marvel Heroes che abbiamo terminato i nostri rapporti con Gazillion Entertainment e che Marvel Heroes verrà spento. Vorremmo sinceramente ringraziare i giocatori che si sono uniti alla comunità di Marvel Heroes, e li aggiorneremo appena possibile.” Per quanto il numero di giocatori di “Marvel Heroes” sia diminuito negli anni e nel 2017, dopo un picco a gennaio, il gioco era comunque riuscito a mantenersi vivo con una media di più 300 utenti connessi contemporaneamente secondo SteamDB. Non è chiaro perché Disney abbia deciso di chiudere il servizio, e nel comunicato non ci sono spiegazioni. Non è neanche indicato effettivamente quando i server di “Marvel Heroes” (o “Marvel Heroes Omega”) verranno spenti.

Secondo quanto raccontato da Kotaku la fine di “Marvel Heroes” significa nuovi licenziamenti in Gazillion, che dopo il lancio del gioco avrebbe attraversato ben tre periodi di pesanti licenziamenti nonostante l’impegno messo dai suoi dipendenti nella realizzazione del gioco. Ecco come Jeff Donals, che è stato direttore creativo di “Marvel Heroes”, descrive al sito i massacranti ritmi di lavoro a cui i lavoratori di Gazillion furono costretti per lanciare “Marvel Heroes”… e poi venire licenziati. “Quello che accadeva è che le persone non riuscivano neanche a vedere le loro famiglie quanto dovevano, o sacrificavano la loro salute per lavorare ottanta ore alla settimana quando una importante scadenza per una patch si avvicinava. Il calendario della patch, soprattutto nel periodo in cui la versione PC era quella principale, era folle in un modo aggressivo.”

fonte Kotaku
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