Seven The Days Long Gone è Dishonored post-apocalittico e isometrico
Fool’s Theory è uno studio nato da ex sviluppatori della serie “The Witcher” (CD Projekt Red). La loro prima opera, pubblicata da IMGN.PRO che risulta anche come co-sviluppatore, è “Seven: The Days Long Gone”, un videogioco per computer che combina le atmosfere, l’esplorazione e le meccaniche sandbox della serie “Thief” di Looking Glass Studios (e poi di “Dishonored” di Arkane Studios e Besthesda) con una visuale isometrica.
In “Seven: The Days Long Gone” sono il Maestro Ladro Teriel, posseduto da un antico demone chiamato Artanak, e mi trovo in un’epoca post-apocalittica, imprigionato nell’isola/progione di Peh da cui devo fuggire dopo un colpo troppo audace finito decisamente male. Una missione che mi porterà a scoprire i segreti dell’isola e dell’intero Impero di Vetrall. L’isola/prigione è descritta dagli autori come un ecosisistema vivente composto di comunità (le due fazioni dei Biomancer e dei Tecnomaghi), animali e mostri che reagiscono alle mie azioni, un mondo completamente a mia disposizione sin dall’inizio del gioco, senza barriere. Posso seguire la storia principale, dedicarmi alle missioni secondarie, o anche scoprire Peh senza seguire obiettivi.
Rispetto ai normali videogiochi isometrici lo stile open-world e sandbox di “Seven: The Days Long Gone” ha richiesto nuovi strumenti, come un sistema di scalata che permettesse ai giocatori di superare gli ostacoli e di attraversare liberamente gli ambienti di gioco. “Seven: The Days Long Gone”, parlando di un ladro, ha inoltre meccaniche stealth, che come in “Dishonored” vengono abbinate a tecnologie letali e a poteri magici. “Seven: The Days Long Gone” è disponibile per PC su Steam ed è localizzato in italiano (nei testi almeno).