Paladins e EA Sports UFC 3 contestati per presunte meccaniche pay-to-win

“Paladins” di Hi-Rez Studios è stato ripetutamente accusato di essere un clone di “Overwatch” di Blizzard Entertainment. Appartiene allo stesso genere, lo “hero shooter”, lo sparatutto multiplayer in prima persona basato su eroi, ha personaggi molto simili, ma Hi-Rez ha strenuamente difeso l’originalità della sua opera. Ho espresso qualche dubbio su questa originalità in passato, concentrandomi più sui dettagli che sulle cose più evidenti: entrambi i giochi hanno per esempio un personaggio con un arpione capace di tirare a sé i nemici e con un’arma capace di fare danno massivo a breve distanza, ma questo personaggio non è forse in entrambi i casi erede dello stesso archetipo, il The Butcher/Pudge di “DotA All Stars” e “Dota 2”? Probabilmente sì, ma il problema è che il personaggio di “Paladins” copia persino le animazioni della ricarica dell’arma da quello di “Overwatch”.

“Paladins” ha sicuramente però una sua interpretazione originale dell’hero shooter, spostandolo ulteriormente verso il MOBA: i personaggi sono personalizzabili con l’uso di un mazzo di carte/abilità che trovo in buste/loot box. “Paladins” mescola quindi lo sparatutto multiplayer in prima persona basato su eroi con il gioco di carte collezionabili. Hi-Rez Studios ha di recente annunciato un cambiamento, un cambiamento molto interessante, per questo sistema: avrò d’ora in poi a disposizione tutte le carte del gioco, senza doverle ottenere dalle casse.

Ottima scelta, ma d’ora in poi per potenziare una carta di “Paladins” dovrò ottenerla, ripetutamente, da loot box e solo da loot box. Questo sistema in realtà vale solo per la modalità “amichevole” del gioco, la partita rapida, mentre per la modalità competitiva ogni carta sarà bloccata a una potenza media (il terzo livello su cinque disponibili) in modo da avere sempre un gioco bilanciato. “Paladins” è un gioco free-to-play, e ha logicamente bisogno di un modo per essere finanziato, ma questo cambiamento ha provocato nei giocatori proteste e timori per l’inizio di un percorso verso il “pay-to-win”, cioè l’avvantaggiare i giocatori paganti rispetto a quelli che non pagano. Per ora, mentre il cambiamento viene testato, Hi-Rez Studios ha anche sospeso le micro-transazioni, ma è logico che dovrà prima o poi reinserirle nel gioco.

Il pay-to-win un rischio che hanno tutti i giochi freemium, anche “Hearthstone” dove è stato dimostrato che è possibile arrivare ad altissimi livelli in breve tempo con un mazzo base, ma di recente i giocatori sono diventati molto più sensibili al tema dopo le polemiche su “Star Wars: Battlefront 2“, che ha sostituito tutto il suo sistema di progressione con abilità trovate casualmente in loot box. La combinazione di Electronic Arts (una compagnia non troppo amata), “Star Wars” (un marchio molto amato anche dai bambini), loot box (un sistema di monetizzazione persino comparato al gioco d’azzardo) e micro-monetizzazione con vantaggi sul gameplay (cioè pay-to-win) ha causato una protesta che frose porterà persino a una regolamentazione, o a un’auto-regolamentazione da partedell’industria, dei sistemi di micro-monetizzaazione.

Simile sorte è capitata a “EA Sports UFC 3”, ultimo episodio della serie di EA Sports dedicata alle arti marziali miste: Electronic Arts ha inserito nella serie un sistema equicalente ai vari Ultima Team presenti in giochi come “FIFA”, minigiochi competitivi in cui creo le mie squadre usando carte di giocatori trovate in buste. In “EA Sports UFC 3” devo trovare i lottatori nelle buste, e poi equipaggiarli con altre carte ottenute dalle buste per potenziarli, ma stavolta Electronic Arts ha trovato la resistenza dei giocatori che stanno provando la beta del gioco e che sostengono che le nuove meccaniche di “EA Sports UFC 3” rendano ancora più necessario aprire buste/forzieri per andare avanti nel gioco, anche se secondo altri giocatori il sistema di progressione non è tanto diverso da quello già presente in “EA Sports UFC 2”. In generale, se volete aggiungere micro-transazioni al vostro gioco forse è il momento sbagliato.

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