Ultra Vleurette, il videogioco astratto in cui sono un’ape – Penny Playful [AGGIORNATO]

Quando ho iniziato a giocare a Ultra Vleurette, un simulatore di ape alla ricerca di nettare, la sua grafica viola e il suo titolo mi hanno fatto pensare proprio alla visione delle api, capaci di vedere la luce ultra violetta (normalmente invisibile all’occhio umano) che le guida di fiore in fiore.

La luce ultravioletta nei quadri di Monet nell'articolo su Ultra Vleurette di Artifice Machine
Claude Monet, La Maison vue du Jardin aux Roses in un dipinto precedente (1922) e in uno successivo (1924) all’operazione

Si dice che negli ultimi anni di vita anche il pittore impressionista Claude Monet fosse capace di vedere la luce ultra violetta a causa dell’operazione alla cataratta subita nel 1923. È scientificamente possibile, in quanto la radiazione ultravioletta, con lunghezze d’onda inferiori ai 390 nanometri, sarebbe visibile all’occhio quando privato del cristallino in seguito a un’operazione per la rimozione della cataratta. E la dimostrazione verrebbe dai successivi dipinti di Monet, caratterizzati da toni più virati sul blu rispetto alle opere precedenti all’operazione.

“Il titolo nasce semplicemente dalla fusione di ultraviolet e fleurette, una decorazione floreale. Il fatto che le api possano vedere la luce ultravioletta è solo un’ottima coincidenza” mi dice via e-mail l’autore di Ultra Vleurette Quintin Stokes, che lavora con il nome d’arte di Artifice Machine.

Ultra Vleurette di Artifice Machine

Ultra Vleurette è stato il gioco che mi ha attirato di più delle sua produzione, divisa tra opere enigmatiche in cui non vengono esattamente chiariti neanche i controlli e le meccaniche (nei puzzle Uschronosyn e Ad Sigillum capire cosa devo fare è parte del gioco stesso) e giochi più convenzionali, caratterizzati da un design semplice e intelligente costruito su meccaniche definite e diffuse (Vermiworm è uno Snake con ostacoli e una prospettiva isometrica, Passifism è un piattaforme/puzzle a scorrimento orizzonale).

Ultra Vleurette fa parte del primo gruppo. La descrizione del gioco mi dice che sono un’ape intenta a recuperare nettare dai fiori, all’inizio della partita una schermata mi suggerisce che io possa succhiare nettare pigiando il tasto sinistro del mouse, pungere con il tasto destro del mouse e cambiare la modalità video del gioco e la sua risoluzione con la barra spaziatrice, ma non ho altri indizi su come avventurarmi nel mondo di Ultra Vleurette, un mondo diviso in stanze tra cui posso muovermi cliccando sul lato destro e sul lato sinistro della schermata (e non solo).

Ultra Vleurette di Artifice Machine

Il cursore del mio mouse è l’ape, e Ultra Vleurette riesce a mantenersi in equilibrio tra i due aspetti, quello narrativo e quello meta-narrativo, da videogioco punta-e-clicca. Il cursore è un’ape che deve viaggiare nello spazio, per esempio evitando le ragnatele tessute dai ragni negli ambienti e persino confrontandosi con sezioni bullet hell (in cui cioè devo schivare un gran numero di proiettili che riempiono lo schermo), ma è anche un vero e proprio cursore capace di uscire dalla finestra di gioco e superare così ostacoli e nemici. È dentro al gioco e contemporaneamente ne è fuori o può uscirne in qualsiasi momento.

La natura meta-narrativa del cursore/ape si sposa bene con l’ambientazione di Ultra Vleurette, un giardino astratto in cui sono ancora riconoscibili forme e funzioni ma in cui tutto è semplificato in insiemi di forme a volte ricordo della grafica ASCII, cioè delle illustrazioni e dei videogiochi composti graficamente da lettere, numeri e simboli. E la colonna sonora, realizzata da Snarlydawg accompagna perfettamente l’azione con una musica ugualmente astratta e digitale.

Ultra Vleurette di Artifice Machine

Ultra Vleurette non si preoccupa di dare una rappresentazione realistica della vita delle api (io sono un cursore/ape, non un’ape vera e propria), non si preoccupa di dare una rappresentazione realistica del mondo e non si preoccupa neanche di dare una rappresentazione realistica della visione delle api (l’estetica virata sui toni viola e il titolo sarebbero solo una coincidenza).

Ultra Vleurette vuole darmi un mondo misterioso da capire e da esplorare e la sua grafica rende ancora più interessante scoprire il suo mondo, interpretare le sue creature e le mie possibilità di interazione. Da quali fiori posso estrarre nettare? Quali animali (e quali piante) sono pericolosi? Cosa posso pungere e che effetti ha la mia puntura sui vari esseri viventi?

Ultra Vleurette di Artifice Machine

Ultra Vleurette è un open-world esplorativo e con elementi sandbox che inventa nuovi spazi e nuovi linguaggi senza limitarsi all’imitazione del reale ma trasformando l’astrazione delle forme in sintesi di una realtà altra e ignota. Il mondo Ultra Vleurette non esiste, non esiste un’ape/cursore che funzioni e viva in quel modo, ma a volte sembra una realtà possibile, aliena ma verosimile perché costruita secondo regole che io a volte semplicemente non conosco.

Ultra Vleurette è disponibile gratuitamente sulla sua pagina itch.io e durante il 2018 dovrebbe ricevere un aggiornamento che porterà nel gioco un vero e proprio finale, per ora assente (la partita finisce quando voglio, quando non ho più niente da fare nel giardino).

[AGGIORNAMENTO 31/3/2018] Aggiornato l’articolo per segnalare che ora Ultra Vleurette è disponibile grauitamente.

I “penny dreadful” erano, nell’Ottocento inglese, racconti dell’orrore pubblicati a episodi e a basso prezzo (costavano appunto un solo penny). Penny Playful è una rubrica irregolare in cui segnaliamo videogiochi indipendenti disponibili su internet gratuitamente o a basso costo.

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