Way to the Woods è dove Studio Ghibli incontra The Last of Us

Nel 2016 cominciarono a circolare immagini di Way to the Woods. Le mise sul Reddit l’autore del gioco, l’allora sedicenne Anthony Tan, e colpirono sia per la giovane età dell’autore sia per l’oggettiva qualità del mondo mostrato e delle sue creature. Il gioco era realizzato in Unreal Engine 4 con l’aiuto del programmatore Jarad Baker e del sound designer Jeremy Warmsley, con influenze dal Studio Ghibli (La città incanata, La principessa Mononoke) e dal mondo post-apocalittico di The Last of Us.

All’epoca Way to the Woods non aveva ancora un budget o una finestra di uscita; era solo un progetto, un piccolo prototipo sviluppato con l’idea di cercare poi fondi veri e propri per continuare l’opera. Passano gli anni, Tan cresce e io mi dimentico di Way to the Woods, sino a oggi quando il gioco e il suo autore tornano a farsi sentire con un nuovo annuncio.

Ora Tan ha 18 anni (“ora solo un vecchio vecchio vecchio uomo di 18 anni” racconta) e Way to the Woods dovrebbe arrivare a inizio 2019 su PC e (forse) console. Tan ha anche pubblicato un trailer per mostrare il suo gioco in azione tra pesci di luce, enormi divinità feline che vivono nelle fogne della città e branchi di cani randagi.

Way to the Woods (trovate qui il suo tumblr ufficiale) è un’avventura in terza persona post-apocalittica in cui un cervo e un cerbiatto attraversano una città abbandonata dall’umanità per arrivare alla foresta. L’idea della geografia urbana invasa dagli animali dopo un’apocalisse mi ricorda un po’ Tokyo Jungle per PlayStation 3 (2012), ma è evidente che Tan stia cercando una lettura più poetica di questa ambientazione.

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