Le autorità francesi infliggono a Google una multa di 593 milioni di dollari per una controversia sul copyright

L’autorità di vigilanza antitrust francese ha multato Google di 500 milioni di euro (circa 593 milioni di dollari) per non aver negoziato accordi di licenza “in buona fede” con gli editori di notizie per il riutilizzo dei loro contenuti.

Isabelle de Silva, presidente dell’Autorità garante della concorrenza francese, ha dichiarato in una nota:

Quando l’Autorità impone ingiunzioni alle imprese, queste sono tenute ad applicarle scrupolosamente, nel rispetto della loro lettera e del loro spirito. 

L’Autorità francese ha chiesto a Google di presentare “un’offerta di remunerazione” per l’utilizzo di contenuti protetti agli editori di notizie entro due mesi. Se Google non lo farà potrebbe essere soggetto a penali fino a 900.000 euro al giorno.

Google si dice deluso dalla decisione dell’autorità, ma rispetterà gli ordini. Un portavoce di Google ha dichiarato ad Android Central :

Sebbene ci impegniamo a rispettare la Direttiva sul copyright e gli ordini della FCA, questa multa ignora gli sforzi significativi che abbiamo fatto per raggiungere accordi e la realtà di come funzionano le notizie sulle nostre piattaforme.

Vogliamo trovare una soluzione e raggiungere accordi definitivi ma questa multa è sproporzionata rispetto alla cifra che ricaviamo dalle notizie e valuteremo la decisione nel dettaglio.

Il Parlamento europeo ha approvato importanti modifiche alle regole sul copyright dell’UE nel marzo 2019, costringendo piattaforme online come Google e Facebook ad accettare licenze con gli editori di notizie per utilizzare i loro contenuti. La Francia, che è stata la prima ad adottare le regole del copyright revisionate, ha ordinato a Google di pagare gli editori per il riutilizzo di frammenti dei loro contenuti nell’aprile dello scorso anno.

La notizia arriva appena un mese dopo che l’Autorità garante della concorrenza francese ha multato Google per 220 milioni di euro per abuso della sua posizione dominante nel mercato della pubblicità digitale.

Potrebbe piacerti anche