PUBG attacca Fortnite Battle Royale mostrando un’inattesa insicurezza
Bluehole, lo studio che sta lavorando al Battle Royale “PlayerUnknown’s Battlegrounds” di Brendan Greene (“DayZ: Battle Royale”, “H1Z1”) ha rilasciato una bizzarra dichiarazione alla stampa, diffondendo un comunicato in cui si dichiara preoccupato della concorrenza di “Fortnite” di Epic Games e che sta persino valutando di agire (legalmente, immagino) per difendere la sua opera dalla concorrenza.
Un po’ di contesto. Il genere Battle Royale, definito dal romanzo “Battle Royale” di Koushun Takami (1999) e dal suo film del 2000, diretto da Kinji Fukasaku, è tornato popolare negli ultimi anni con l’uscia della serie di romanzi “The Hunger Games” di Suzanne Collins (il primo è del 2008) e dei film da loro tratti, con Jennifer Lawrence come protagonista (il primo film è del 2012). Nel 2013 Brendan Greene fece uscire la mod di “DayZ” (a sua volta mod di “ARMA 2”) “DayZ: Battle Royale”, un modo per incentrare l’esperienza di “DayZ” sul PvP e sugli elementi di ricerca di risorse e di sopravvivenza più che sul PvE, e quell’esperienza si è negli anni sviluppata nell’opera di Greene sino a diventare “PlayerUnknown’s Battlegrounds” di Bluehole.
PUBG ha avuto un enorme successo su Steam diventando il caso del 2017. Il Battle Royale è ora un vero e proprio genere, attirando l’interesse di compagnie piccole e meno piccole che hanno iniziato ad arricchiare i loro videogiochi con modalità simili a quella di PUBG, cercando di arrivare anche prima dell’opera originale su console. Mentre “PlayerUknown’s Battlegrounds” ha solo una vaga finestra di uscita (il 2017) e solo su Xbox One, “Fortnite: Battle Royale”, la modalità Battle Royale di “Fortnite” di Epic Games, arriverà sia su PC sia su console già questo mese, come standalone e anche free-to-play. Non nego che sia una mossa estreamamente aggressiva dal punto di vista della concorrenza.
Ma la risposta di Bluehole resta un po’ bizzarra, sia perché non si tratta del gioco che ha inventato il genere sia perché su console è già anche disponibile una modalità Battle Royale pure per “GTA Online”, il multiplayer di “Grand Theft Auto 5”, e la sua uscita non ha suscitato simili proteste. Curioso è leggere Daybreak, sviluppatori di “H1Z1: King of the Kill” (su cui ha lavorato lo stesso Brendan Greene), rivolgere simili accuse a “PlayerUnknown’s Battlegrounds”, definendolo “un gioco veloce a seguire la scia” della loro opera e dicendo che “non sarebbe esistito PUBG senza H1Z1”. Vero, ma tra quanti giochi si possono tracciare simili rapporti? Negli anni 90 si parlava di “cloni di Doom” quando ci si riferiva al genere oggi conosciuto come “sparatutto in prima persona”, e “Doom” non sarebbe esistito senza “Ultima Underworld”. E Bluehole stessa è scorretta nel comunicato stampa quando afferma che PUBG sia “il primo sparatutto standalone basato su modalità Battle Royale”, affermazione totalmente falsa in quanto la modalità Battle Royale di “H1Z1” è standalone dal 2016 ed è stata seguita da altre opere di questo genere (anche “Ark: Survival Evolved” ha brevemente avuto una simile modalità come gioco standalone, “Survival of the Fittest”).
Un po’ scorretto da parte di Epic Games è invece che PUBG sia effettivamente citato nella promozione di “Fortnite: Battle Royale”, ma Bluehole sarebbe soprattutto preoccupata che il gioco possa “replicare l’esperienza per cui PUBG è noto” e starebbe tenendo d’occhio le somiglianze minacciando, come ho scritto all’inizio, di “procedere con ulteriori azioni” non meglio specificate come risposta alle preoccupazioni non solo dello studio ma (secondo Bluehole) anche della comunità dei giocatori. È raro vedere simili minacce in un comunicato stampa.
Il fatto è che “Fortnite” si sta godendo un piccolo successo, ha venduto più di un milione di copie e, secondo Epic Games, diventerà entro la fine dell’anno il gioco di maggior successo dello studio (“Gears of War” ha venduto sulle quattro milioni di copie, in tutto), ma “PlayerUnknown’s Battlegrounds” è in una posizione praticamente inattaccabile con più di dieci milioni di copie vendute e il record di utenti contemporaneamente connessi a un gioco su Steam, battendo persino picchi raggiunti da “Dota 2” nella sua storia. La mossa di Bluehole serve in questo momento solo ad attirare più attenzione su un gioco che potrebbe restare secondario sulla scena, e che PUBG teme non tanto per le somiglianze, ma perché sarà il primo gioco di questo genere a essere free-to-play e uno dei primi ad arrivare su console. Un segno di debolezza e di insicurezza che non mi aspettavo.